L’assenza di armando papetti durante la seduta del consiglio comunale di frosinone ha segnato un episodio importante nella discussione sulla mozione pro palestina. Il documento, presentato dall’ex sindaco domenico marzi, puntava a ottenere un voto unanime per riconoscere lo stato della palestina e condannare le violenze contro la popolazione civile della striscia di gaza. Il dibattito, però, si è arenato a causa della mancanza del numero legale, con fratture evidenti tra le forze politiche in aula. pappetti è intervenuto duramente sul tema, criticando la decisione dell’assemblea e sottolineando il peso morale e umano della questione.
armando papetti, che non era presente in aula perché si trova fuori Italia, ha affidato il suo sfogo a una dichiarazione netta e senza compromessi. “Ho appreso con sdegno la decisione del consiglio comunale di Frosinone di far mancare il numero legale per votare la mozione pro Palestina,” ha detto. Per pappetti, il mancato voto rappresenta una scelta grave: si tratta di chiudere gli occhi davanti a “atti criminali contro un intero popolo.” Ha sottolineato in particolare le sofferenze di donne e bambini che, a suo dire, non possono lasciare indifferenti le istituzioni locali. La sua critica si rivolge anche alla posizione politica più ampia, rimarcando che un governo di destra come quello attuale poteva far prevedere questo esito, ma il comune non dovrebbe piegarsi allo stesso silenzio complice.
La mozione è stata elaborata da domenico marzi con l’obiettivo di spingere il consiglio comunale a prendere una posizione chiara sul conflitto israelo-palestinese. Il testo, frutto di un confronto lungo e di diverse modifiche, avrebbe dovuto essere votato all’unanimità. Ma nella seduta del 2025, a palazzo munari, la situazione in aula si è rivelata tesa. fratelli d’italia ha chiesto il rinvio, che si è trasformato in un vero e proprio blocco dei lavori: il numero legale per procedere con la votazione non c’è stato. Alla ripresa della seduta, subito dopo la riunione dei capigruppo, non erano presenti abbastanza consiglieri per portare avanti la discussione. Così il tema rimane sospeso, segnato da un chiaro disaccordo politico e da una forte divisione tra i gruppi presenti.
L’episodio arriva in un momento delicato per la politica di frosinone, alla vigilia delle elezioni comunali in programma tra poco più di due anni. Il confronto sulla mozione pro palestina potrebbe riflettersi nel clima politico locale, creando spaccature tra i gruppi consiliari. pappetti, con il suo intervento netto, sembra voler marcare una linea chiara da qui al voto. Il suo messaggio indica una divergenza importante tra le attuali forze di governo in consiglio e chi propone una posizione critica rispetto a quanto avviene a livello nazionale e internazionale. Lo stato di crisi in aula, conclusosi con il mancato quorum, evidenzia un momento di forte tensione politica che potrebbe influenzare la campagna elettorale e le alleanze future nel comune.
Per pappetti il riconoscimento degli eccidi nella striscia di gaza non si riduce a un gesto politico ma ha a che fare con la morale e con l’etica. La mancata approvazione della mozione è, a suo dire, una “grave mancanza morale.” Così ha spiegato che il comune avrebbe voltato le spalle a un’intera popolazione che da decenni subisce l’occupazione e la perdita delle proprie case. pappetti ha voluto ribadire il suo rifiuto di appoggiare qualsiasi governo di destra, un punto di rottura netto che collega la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese con il suo orientamento politico generale. Più volte ha rimarcato come la difesa dei diritti umani debba superare le fazioni politiche, ma in questo caso contempla un contrasto evidente con chi governa.
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