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Il Tar del Lazio rigetta la richiesta di risarcimento milionaria della discoteca Easy Life contro Fontana liri

L’ultima sentenza del Tar del Lazio ha confermato una battaglia legale che da anni coinvolge il Comune di Fontana liri e i proprietari della discoteca Easy Life, uno dei locali più noti della Ciociaria. La questione ruota attorno a un fabbricato sorto negli anni ’80, con diverse vicende urbanistiche e amministrative che hanno portato a una richiesta di risarcimento danni milionaria da parte dei titolari del locale. Il tribunale amministrativo ha rigettato tale richiesta, dando ragione al Comune. Approfondiamo i retroscena e il percorso di questa controversia.

La controversia urbanistica ed edilizia tra easy life e il comune di fontana liri

Il nodo centrale della disputa è un edificio realizzato nel 1986, su cui nel 1994 i gestori della discoteca Easy Life chiesero un condono edilizio a seguito di modifiche o ampliamenti. Il Comune di Fontana liri, tuttavia, ha contestato la regolarità di alcune pratiche urbanistiche e ha avviato verifiche approfondite sulla conformità degli atti amministrativi concessi.

Dalle indagini è emerso che alcune concessioni concesse avevano lacune e non rispettavano pienamente le norme vigenti in materia urbanistica. Per questo motivo, il Comune ha deciso di annullare d’ufficio tutte le concessioni edilizie riferite al fabbricato, respingendo anche la richiesta di condono del 1994. A quel punto, l’amministrazione locale ha ordinato la demolizione di alcune strutture, in particolare il complesso di piscine servite dalla discoteca.

Questa serie di provvedimenti ha segnato un punto di svolta, scatenando un acceso contenzioso legale. Di fatto, il Comune ha ritenuto che le irregolarità fossero gravi e tali da dover intervenire con misure drastiche per riportare la situazione alla legalità.

La richiesta di risarcimento da parte di easy life e i motivi avanzati

Dal canto loro, i proprietari dell’Easy Life hanno reagito presentando una domanda danni per un importo superiore ai 12 milioni di euro. La richiesta si divideva in due parti principali: circa 5 milioni per il mancato utile derivante dall’utilizzo degli impianti bloccati a seguito delle ordinanze comunali, e oltre 7 milioni per il deterioramento e ammaloramento delle strutture, da imputare allo stato di abbandono forzato.

Gli imprenditori hanno quindi sostenuto che le decisioni dell’ente locale avessero un impatto devastante sulla loro attività e sui patrimoni immobiliari collegati. La chiusura e la demolizione delle piscine in questione avrebbero causato una pesante perdita economica e una riduzione del valore delle proprietà.

Nel corso degli anni la vicenda si è trascinata tra diversi gradi di giudizio, tra istanze, sospensive e controdeduzioni, con la società che cercava di ottenere una cifra compensativa per quanto subito.

La sentenza del tar e le conseguenze per easy life e il comune

La recente pronuncia del Tar del Lazio è arrivata rigettando la richiesta milionaria avanzata da Easy Life. Il tribunale amministrativo, esaminati gli atti e valutate le motivazioni del Comune di Fontana liri, ha riconosciuto la fondatezza delle contestazioni sulle irregolarità edilizie e sulle decisioni adottate.

Il Comune ha potuto contare sull’assistenza legale dell’avvocato Massimo Cocco, che ha seguito con attenzione l’intera vicenda. Il Tar ha condannato i ricorrenti al pagamento di 20 mila euro per spese giudiziarie, una somma significativa ma ben lontana dalla richiesta iniziale.

Un precedente importante per le controversie urbanistiche

Questa sentenza segna un precedente importante nell’ambito dei contrasti tra enti pubblici e imprese private nel campo edilizio locale, confermando il peso delle normative urbanistiche e la possibilità per i Comuni di annullare atti amministrativi che non rispettano la legge.

Il caso Easy Life rimane un monito per altri casi simili nelle province italiane, dove spesso le contestazioni urbanistiche nascondono dispute sui diritti di proprietà e sull’uso del territorio. Fontana liri mostra come, anche in questioni delicate, un Comune può opporsi alle pretese e far valere le proprie ragioni davanti ai tribunali.

Monica Ghilocci

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