Dopo anni di attese e fermo totale, finalmente si muove qualcosa attorno alla villa di Sant’Ilario, uno dei beni sottratti alla criminalità organizzata. La struttura, appartenuta a Gennaro Amato, torna al centro dell’attenzione grazie a una decisione ufficiale del Comune di Latina. Con una determina firmata a giugno 2025, la proprietà è stata concessa gratuitamente a una realtà sociale locale che avrà il compito di trasformare l’immobile abbandonato in uno spazio vivo e utile per la comunità.
La determina comunale e l’assegnazione della villa di sant’ilario
Il 23 giugno 2025 il Comune di Latina ha pubblicato la determina numero 625, che segna una svolta per la villa di Sant’Ilario situata in via Val di Cee. L’atto ufficializza l’assegnazione a titolo gratuito della villa alla cooperativa sociale “Il Quadrifoglio”. Questo passaggio arriva dopo un avviso pubblico lanciato nel gennaio dello stesso anno e dopo l’esame delle offerte ricevute da una commissione nominata a febbraio.
Il verbale di gara e la concessione
Secondo il verbale di gara del 19 giugno, la proposta presentata dalla cooperativa “Il Quadrifoglio” ha totalizzato 31 punti, risultando la migliore tra le candidature arrivate. Aggiudicandosi la concessione per 19 anni, il massimo previsto dalle norme, la cooperativa avrà ora l’obbligo di gestire e curare l’immobile. La decisione chiude così un lungo capitolo di immobilismo e prepara la strada a un progetto volto a ridare vita al bene confiscato.
Il passato e lo stato attuale dell’immobile confiscato
La villa di Sant’Ilario è un’abitazione unifamiliare con portico, locali accessori e un terreno di circa 500 metri quadrati. L’immobile è stato confiscato nel 2016 e trasferito al Comune di Latina due anni più tardi. Da allora, è rimasto inutilizzato, senza alcun intervento di manutenzione o gestione, rimanendo nel limbo istituzionale per quasi un decennio.
Questa situazione aveva già attirato l’attenzione dei media locali, che avevano denunciato il degrado e lo spreco di un bene sottratto alla criminalità, ma ancora inutilizzato. La determina consegna ora un quadro nuovo, avviando un percorso concreto per evitare che la villa resti uno spazio abbandonato e pericolante. Dunque, la proprietà lascia lo stato di oblio per entrare in una nuova fase.
Dettagli sull’immobile
- Abitazione unifamiliare con portico
- Locali accessori
- Terreno di circa 500 metri quadrati
I progetti sociali della cooperativa il quadrifoglio
La cooperativa “Il Quadrifoglio” si è aggiudicata la gestione della villa presentando un progetto con finalità sociali, culturali ed economiche. L’obiettivo è quello di far diventare l’immobile un punto di riferimento per il quartiere e per tutta la città. La concessione di 19 anni non prevede oneri finanziari a carico del Comune ma impone al concessionario di farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria.
In base a quanto indicato dal Comune, il progetto si sviluppa attraverso attività destinate a coinvolgere i cittadini, promuovere l’inclusione e favorire iniziative culturali. Sarà dunque un luogo aperto, al servizio della collettività, in netta contrapposizione rispetto agli anni di abbandono che lo hanno segnato fino a oggi. La gestione affidata a una cooperativa del territorio punta a garantire continuità e attenzione nei prossimi anni.
Il contesto più ampio dei beni confiscati nel territorio di cisterna
Il caso della villa di Sant’Ilario non è isolato. Nel solo territorio comunale di Cisterna si contano più di cento beni confiscati alla criminalità, tra case, terreni, locali e aziende. Molti di questi immobili sono ancora fuori dalla disponibilità diretta del Comune, bloccati per questioni burocratiche o a causa di procedure legali in corso presso l’agenzia nazionale.
La sfida della riqualificazione
Questi ritardi impediscono che i beni vengano destinati a usi pubblici o sociali. La sfida resta ampia: trasformare questi spazi da simboli di illegalità a centri di utilità per i cittadini richiede tempo, collaborazione tra enti e decisioni rapide. Senza interventi decisi, molti immobili rischiano di rimanere semplicemente elenchi su carta e non contribuire al rilancio sociale e culturale del territorio.