Nel 2024 la regione Lazio ha registrato una crescita significativa dei reati ambientali, arrivando a 2.654 casi denunciati nell’arco di un anno, con una media di 7,2 fatti ogni giorno. Questo dato colloca il Lazio tra le cinque regioni italiane con il maggior numero di infrazioni contro l’ambiente. L’incremento riguarda in particolare il ciclo illegale dei rifiuti e l’abusivismo edilizio, mostrando segnali allarmanti soprattutto nelle province di Roma e Latina. Questi numeri emergono da un’accurata analisi di Legambiente, rilanciata da Europa Verde Lazio, che ha sottolineato come il fenomeno abbia raggiunto soglie preoccupanti anche a livello istituzionale.
I dati raccolti da Legambiente indicano un aumento del 33,5% nei reati legati al ciclo illecito dei rifiuti rispetto all’anno precedente. Questo settore comprende attività come smaltimenti abusivi e traffici illeciti di materiali pericolosi che compromettono l’ambiente e la salute pubblica. Nel medesimo periodo, è stato rilevato un incremento del 6,7% negli illeciti connessi all’abusivismo edilizio, soprattutto nelle province di Roma e Latina. Quest’ultima, in particolare, ha recentemente fatto notizia per lo scioglimento del Comune di Aprilia a causa di infiltrazioni criminali proprio legate a questi fenomeni.
L’espansione dei reati ambientali in queste aree mette in luce una situazione complessa: la gestione irresponsabile dei rifiuti si accompagna a pratiche edilizie non conformi, spesso favorite da reti di illegalità radicate. Questi comportamenti non solo danneggiano il territorio, ma ostacolano anche gli sforzi per uno sviluppo sostenibile e l’accesso a servizi pubblici efficienti. I crimini contro l’ambiente hanno effetti ad ampio raggio, intervenendo negativamente sull’ecosistema, sulle economie locali e sulla qualità della vita dei cittadini.
Guglielmo Calcerano e Laura Ciacci, portavoce di Europa Verde Lazio, hanno evidenziato che il Consiglio regionale non ha nemmeno istituito una commissione speciale dedicata esclusivamente alla lotta contro la criminalità ambientale. Di fronte a questa assenza, che appare ancor più grave considerati gli aumenti segnati nei reati, la gestione politica dell’emergenza appare debole e poco incisiva.
Tra le richieste rivolte al presidente della Regione, Francesco Rocca, c’è la chiarezza sul futuro del Piano rifiuti regionale, presentato nella precedente legislatura ma ora fermo, soprattutto a causa dell’iter per il commissariamento sulla costruzione dell’inceneritore di Santa Palomba. Questo blocco rallenta iniziative fondamentali per gestire e ridurre i problemi causati dall’illegalità nel settore dei rifiuti.
Il rilancio proposto dal fronte ambientalista invita a un impegno istituzionale più concreto, orientato a imporre controlli più severi e monitoraggi sul territorio. Non solo, ma serve anche una presa di posizione forte in grado di coordinare azioni contro reti criminali che intaccano il tessuto socio-economico e ambientale della regione.
Un tema caldo sul tavolo del Consiglio regionale è la possibile approvazione di una legge che recepisce il cosiddetto “salva-casa” voluto dal ministro Salvini, una norma che potrebbe provocare un riavvio di condoni edilizi. In un contesto di aumento già evidente dell’abusivismo, questa scelta legislativa preoccupa gli ambientalisti.
La legge, che tende a sanare situazioni irregolari legate agli abusi edilizi, rischia di indebolire gli strumenti di tutela del territorio. Piuttosto che rafforzare i controlli urbanistici e impedire nuove costruzioni irregolari, potrebbe aprire la porta a un allargamento delle aree senza regole. La contraddizione tra la necessità di contrastare l’abusivismo e l’eventuale aumento degli spazi legali per le irregolarità suscita dubbi sulla coerenza delle politiche regionali.
Legambiente e Europa Verde invitano a non sottovalutare questi segnali, ricordando come una strategia chiara e rigorosa sia essenziale per bloccare l’espansione del degrado ambientale e urbano. Gli strumenti di vigilanza dovrebbero essere affinati, supportati da controlli più capillari sul territorio e da pene che scoraggino comportamenti illegali.
I due portavoce di Europa Verde hanno rivolto un appello alle istituzioni regionali riguardo alla gestione delle risorse. Secondo loro, più fondi dovrebbero essere destinati alla raccolta dati e allo sviluppo di strategie per arginare il crimine ambientale piuttosto che impiegati in iniziative considerate marginali, come la partecipazione della regione Lazio all’expo di Osaka.
Questo invito suggerisce di porre l’attenzione sulle emergenze presenti sul territorio, concentrandosi sulla prevenzione e il contrasto concreto degli ecoreati. Considerando l’incremento delle violazioni registrate, una politica più mirata sulle problematiche ambientali potrebbe portare a risultati tangibili. Allo stesso tempo, la verifica del piano rifiuti e il rafforzamento delle attività di controllo rappresentano passaggi fondamentali per frenare la deriva attuale.
Europa Verde e Legambiente sottolineano come dati precisi e azioni coordinate siano indispensabili per mettere in sicurezza l’ambiente e garantire il rispetto delle norme. Questo approccio si propone di avere effetti duraturi nel miglioramento della qualità della vita e della tutela territoriale. Lo stato dell’ambientale nel Lazio, con questi numeri, richiede dunque un cambiamento immediato nella gestione delle priorità politiche.
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