L’arrivo delle ondate di calore più intense mette a dura prova non solo il fisico ma anche la mente. La psicologa Donatella Loiacono, consigliere dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Regione Puglia, sottolinea come le temperature elevate possano scatenare disturbi psicologici significativi, finendo per condizionare vita quotidiana e relazioni sociali. I dati recenti confermano che il caldo rappresenta un pericolo serio per il benessere mentale, soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione.
Le alte temperature non provocano solo fastidi fisici. Donatella Loiacono spiega che il caldo estremo si traduce in problemi psicologici come ansia, irritabilità e difficoltà a dormire. Non si tratta di disturbi temporanei o lievi, ma di segnali concreti che indicano uno squilibrio mentale in corso. I disagi spesso si intensificano fino a ridurre la capacità di affrontare gli impegni quotidiani, compreso il mantenimento di rapporti sociali attivi. Le persone a rischio rischiano di ritrovarsi isolate, nel tentativo di evitare il caldo ma subendo così un isolamento che peggiora lo stato emotivo.
La psicologa evidenzia che bisogna prendere sul serio questi segnali, perché possono preludere a problemi più gravi se non adeguatamente riconosciuti e trattati. Le ondate di calore, che ormai si susseguono con frequenza crescente, agiscono non solo sul corpo ma anche sull’equilibrio mentale.
Gli anziani restano la fascia più fragile nei periodi di caldo intenso. La limitata capacità fisica di adattamento alle alte temperature si somma a malattie croniche e a un declino cognitivo spesso avanzato. Questo quadro rende più difficile persino chiedere aiuto. La solitudine accentua le difficoltà, isolandoli ulteriormente, mentre il caldo accelera il deterioramento psicologico.
I numeri sono espliciti: ogni grado in più nella temperatura porta a un aumento dell’1,4% dei ricoveri per disturbi mentali, e durante le ondate di caldo estremo questa percentuale arriva oltre il 26%. Le ospedalizzazioni indicano quanto il caldo agisca da elemento scatenante. Non è solo un problema medico, ma un fenomeno sociale che chiede interventi mirati per aiutare chi rischia di più.
In molte regioni, compresa la Puglia, le strutture di supporto per anziani non sempre riescono a coprire questo aspetto. La psicologa invita a rafforzare la rete assistenziale e a creare spazi di ascolto dedicati, per prevenire situazioni di emergenza.
Il caldo determina cambiamenti chimici nel nostro organismo che colpiscono l’umore e la capacità di concentrazione. Disidratazione, stress ossidativo e alterazioni ormonali accrescono tensione e agitazione. A livello mentale, scatta spesso un senso di impotenza legato alla difficoltà di sopportare questo tipo di disagio.
Sul piano pratico, il caldo limita le possibilità di mantenere un’attività fisica regolare o di partecipare a momenti di socializzazione, fondamentali per gestire lo stress. La stanchezza fisica poi riduce la motivazione a seguire terapie o prendersi cura della propria salute mentale. Questo crea un circolo vizioso: si riduce il tempo trascorso con gli altri, cresce il ritiro sociale e aumenta così la sensazione di solitudine e depressione.
Il freddo o la pioggia possono scoraggiare, ma il caldo soffoca diverse abitudini positive per la mente. Le persone diventano meno attive e questo porta a un peggioramento generale dello stato psicologico.
Oltre alle conseguenze dirette, compaiono disturbi legati alla sensibilità ai cambiamenti meteorologici, la cosiddetta meteoropatia. Sempre più diffusa è poi l’eco-ansia, una forma di paura che riguarda non solo il presente ma anche quello che potrebbe accadere con l’aggravarsi del cambiamento climatico.
Donatella Loiacono segnala che i più colpiti sono i giovani e le persone con una maggiore fragilità emotiva. Questa ansia è reale e non casuale, ma rischia di diventare paralizzante se non viene indirizzata correttamente. Può però anche trasformarsi in una spinta a cambiare abitudini e a promuovere iniziative per la tutela ambientale.
L’eco-ansia si presenta così come un fenomeno complesso, che intreccia paura, preoccupazione e impegno sociale. È un problema da affrontare con strumenti specifici per comprendere e gestire queste emozioni legate all’ambiente.
Di fronte a questo quadro, l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Puglia chiede azioni concrete per affrontare l’impatto del caldo sulla mente. È fondamentale riconoscere il nesso tra condizioni ambientali e benessere psicologico.
Serve un cambio di approccio che includa politiche pubbliche capaci di offrire spazi di ascolto, sostegno e interventi mirati alle persone più vulnerabili, in particolare anziani. È importante costruire una rete di supporto sociale che impedisca l’isolamento e favorisca relazioni capaci di attutire gli effetti del caldo estremo.
L’appello invita anche a sviluppare modelli di adattamento mentale e sociale, aumentando la consapevolezza dei rischi e la capacità di reagire. Coltivare una partecipazione collettiva nelle comunità può trasformare la preoccupazione ambientale in iniziative concrete per proteggersi e prevenire nuove emergenze.
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