Un dolore che si mescola a ricordi contrastanti e all’impegno di non far dimenticare la vita di Giulia Tramontano, uccisa nel 2023 a Senago. Chiara Tramontano, sorella minore di Giulia, ha scritto un libro che racconta quel dramma e la sua personale esperienza, cercando di dare voce a chi ha vissuto la violenza e a chi combatte ogni giorno per riprendersi. La storia si intreccia con il processo al responsabile e con il difficile percorso nel trovare un senso tra ricordi e giustizia.
La memoria che cambia: ricordi divergenti tra fratelli
Chiara spiega come l’idea del libro sia nata proprio dai confronti con suo fratello. Racconta che spesso i loro ricordi su quei giorni a Senago, quando è stata ritrovata Giulia, erano diversi, quasi opposti. Questo fa capire come la memoria reagisca al trauma, proteggendo in qualche modo la persona dal dolore. Nel dialogo con il fratello è venuta a galla una realtà difficile da accettare, quella che non sempre coincide con ciò che ciascuno vuole ricordare. È stato un modo per lei di mettere a fuoco cosa davvero era successo, di affrontare i sensi di colpa e di trovare una nuova versione di sé dopo la tragedia.
Non si tratta solo di ricostruire i fatti ma di immergersi nelle emozioni contrastanti e nelle pieghe nascoste del dolore. Chiara ha detto di essersi rivista mentre cercava Giulia a Senago e, allo stesso tempo, di aver incontrato una nuova sé stessa. Nel libro emerge il cambiamento, non solo nel modo di pensare, ma soprattutto nel modo di vivere i rapporti con gli altri, ispirandosi a ciò che era sua sorella: una donna attenta agli altri, capace di ascoltare e di decidere con il cuore.
Il libro come memoria e testimonianza contro la violenza sulle donne
Chiara ha scritto “Non smetterò mai di cercarti” per evitare che la figura di Giulia venisse ridotta a una semplice vittima di femminicidio. Ha voluto restituire dignità e raccontare chi era come persona, lontano dalla tragedia che l’ha colpita. Il libro è una testimonianza che passa attraverso la paura di dimenticare e la necessità di far conoscere la storia di Giulia in modo completo.
In molti l’hanno vista come un punto di riferimento, soprattutto donne che hanno vissuto violenze o stalking. Anche in Olanda, dove Chiara viveva e lavorava, ha avuto incontri con ragazze italiane sopravvissute a storie di violenza. Queste esperienze hanno rafforzato il ruolo che ha assunto nel raccontare e sostenere chi affronta situazioni simili. Ha ricevuto moltissimi messaggi di persone che si sentono confortate dal suo percorso, ma chiarisce che la forza nasce soprattutto dall’interno, dal dialogo con chi ci sta vicino. Spesso è qualcun altro, come la famiglia o un amico, a cogliere segnali di pericolo prima di chi li subisce.
Il libro si rivolge a chiunque voglia comprendere la dimensione reale della violenza, non come concetto astratto, bensì attraverso una storia concreta e dettagliata. La scelta di Chiara si traduce in un invito a riflettere e a intervenire prima che sia troppo tardi.
Il processo e la lotta per la giustizia: il caso impagnatiello
La vicenda giudiziaria ha avuto una nuova tappa due settimane fa con la conferma in appello della pena all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, il compagno di Giulia accusato per il suo omicidio. Il verdetto però ha escluso l’aggravante della premeditazione, una decisione che Chiara Tramontano ha definito molto dura da accettare. Nel suo racconto emerge la fatica di chi deve affrontare una battaglia lunga e dolorosa, testimoniando in tribunale e sostenendo l’intero percorso giudiziario.
Il processo non è solo una questione di leggi, ma anche una prova emotiva per le famiglie che restano. Sentirsi esclusi da un pieno riconoscimento del reato significa dover continuare a lottare contro la sensazione di ingiustizia. Chiara ha raccontato come quei momenti siano un’altalena di emozioni: tra la giustizia che dovrebbe arrivare e la realtà che spesso lascia un senso di vuoto.
Il caso di Giulia e la percezione della verità
Il caso di Giulia rappresenta un esempio di come la gestione dei dettagli processuali, come l’aggravante della premeditazione, possa cambiare la percezione pubblica e personale della verità. Chiara sottolinea che il tentativo di uccidere Giulia è iniziato sei mesi prima dell’omicidio e questo rende ancora più pesante la richiesta di riconoscimento completo delle responsabilità.
Un invito a riflettere e non dimenticare
L’esperienza di Chiara Tramontano, dolorosa quanto schietta, si offre come un esempio per tante altre persone che cercano di emergere dalla violenza o dalla perdita di un familiare. La condivisione della sua storia, attraverso il libro e gli incontri pubblici come quello a Polignano a Mare, mostra la forza e la fragilità di chi affronta una tragedia così grande.
Questa vicenda rappresenta un monito concreto contro la violenza di genere, un fenomeno che non si ferma e che richiede attenzione. La testimonianza di Chiara va oltre il semplice racconto personale e diventa un ponte verso chi cerca aiuto e verso chi può intervenire per cambiare le cose.
La memoria di Giulia rimane viva nella sorella, nelle parole del libro, nella consapevolezza di chi la conosceva. La sua storia non smette di cercare giustizia e verità.