L’inchiesta aperta dopo la morte di Boris Kandjikov, operaio bulgaro residente a Sermoneta Scalo, si è conclusa. L’uomo era deceduto l’11 maggio 2022 mentre lavorava in un campo fotovoltaico a Borgo Sabotino, vicino Latina. La procura della Repubblica ha formalizzato l’accusa di omicidio colposo contro due persone, fra cui il responsabile della manutenzione dell’impianto. L’episodio riporta l’attenzione sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nei sistemi elettrici all’aperto.
I fatti dell’incidente sul lavoro a borgo sabotino
Boris Kandjikov, di 36 anni, è stato trovato senza vita nel campo fotovoltaico dove lavorava per la manutenzione degli impianti. I colleghi avevano provato a contattarlo al telefono senza successo, e preoccupati sono intervenuti, chiamando i soccorsi. Una volta arrivati, i sanitari hanno potuto solo constatarne la morte. L’uomo era rimasto vittima di una scarica elettrica molto potente, che lo ha ucciso sul colpo.
La zona di Borgo Sabotino, alle porte di Latina, ospita diversi impianti fotovoltaici, ormai diffusissimi nel territorio. La manutenzione di queste strutture richiede attenzione particolare, proprio per la presenza di impianti elettrici a tensione elevata, che possono rappresentare un rischio in caso di errori o mancanze nel rispetto delle norme di sicurezza. È proprio da queste valutazioni che è partito l’iter investigativo della procura.
Le indagini coordinate e l’analisi della scena
Le indagini, coordinate dal pm Giuseppe Bontempo, hanno coinvolto varie autorità. I carabinieri della stazione di Borgo Sabotino hanno raccolto testimonianze e documenti. L’ispettorato del lavoro ha esaminato il rispetto delle normative di sicurezza sul campo. Anche gli ispettori della Asl hanno effettuato accertamenti con l’obiettivo di comprendere le cause e le eventuali responsabilità che hanno portato all’incidente.
L’attività investigativa ha analizzato diversi aspetti, come la procedura seguita durante la manutenzione, la presenza di dispositivi di protezione individuale, e anche la possibilità che l’operaio si trovasse da solo in un momento in cui invece sarebbe stato necessario operare in coppia. Questi elementi sono stati considerati chiave per ricostruire l’accaduto e contestare eventuali violazioni delle norme di sicurezza.
La responsabilità penale e i soggetti coinvolti
Il pm ha esercitato l’azione penale nei confronti di due imputati. Tra loro spicca il nome del responsabile della società incaricata della manutenzione del campo fotovoltaico. L’accusa principale è omicidio colposo, un reato che indica la morte causata da una negligenza o inosservanza delle regole di sicurezza sul lavoro.
Questa azione indica che secondo la procura vi sarebbero state manchevolezze nella gestione della sicurezza. Tra le ipotesi d’indagine, anche quella che l’operaio avrebbe dovuto lavorare sempre con un collega a fianco, come raccomandano le disposizioni specifiche per lavori ad alto rischio elettrico. In questo caso, lavorare da solo avrebbe aumentato il pericolo, rendendo impossibile intervenire tempestivamente in caso di emergenza.
L’assistenza legale alla famiglia
La famiglia di Boris Kandjikov ha scelto di farsi assistere dall’avvocato Fermina De Bonis. L’avvocato segue la vicenda, che riguarda non solo la responsabilità penale ma anche la tutela dei diritti dei familiari. Il sostegno legale si concentra sulla ricostruzione precisa dei fatti e sulla richiesta che vengano riconosciute eventuali responsabilità che hanno portato alla tragedia.
La vicenda sottolinea il peso delle norme sulla sicurezza e il controllo nei cantieri e luoghi di lavoro, specie in settori delicati come quello dell’energia. Di fronte a una morte sul lavoro, l’attenzione si concentra sempre sulle misure adottate per prevenire incidenti, sulle procedure di emergenza e sulla formazione degli addetti ai lavori. Chi ha ruoli di controllo deve quindi rispondere di eventuali omissioni che possono provocare situazioni fatali.