La vicenda legata all’uccisione dell’orsa Amarena, noto esemplare del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, si arricchisce di nuovi sviluppi giudiziari. Cinquanta associazioni, insieme alla regione Abruzzo e al comune di Villalago, hanno formalizzato la richiesta di costituzione di parte civile davanti al tribunale di Avezzano. Il processo si avvicina a una fase cruciale per stabilire la responsabilità del 57enne Andrea Leombruni, accusato di aver sparato e ucciso l’animale con modalità considerate particolarmente crudeli.
Questa mattina si è svolta l’udienza pre-dibattimentale presso il tribunale di Avezzano, dove si è discusso sulla richiesta di costituzione di parte civile da parte di numerose associazioni animaliste e rappresentanti istituzionali. Il giudice ha ascoltato le parti, riservandosi di decidere sulle eccezioni preliminari sollevate e sulle singole richieste. L’udienza è stata aggiornata al 18 luglio, data in cui verrà annunciata la decisione che potrà portare o meno all’apertura del processo vero e proprio nei confronti di Andrea Leombruni, l’uomo accusato di omicidio dell’orso.
In questa fase processuale, l’attenzione si concentra sulla competenza del giudice e sulla validità delle richieste delle parti civili. Tale passaggio è fondamentale in quanto determina la possibilità per associazioni e enti di intervenire nel procedimento, ottenendo un riconoscimento formale delle loro posizioni e poteri processuali.
Il 57enne è finito sotto procedimento penale con imputazioni pesanti. Il principale capo d’accusa è l’uccisione dell’orsa Amarena, con l’aggravante della crudeltà. La motivazione dietro questo aggravante nasce dal fatto che l’azione non avrebbe avuto alcuna giustificazione valida, anzi, sarebbe stato un gesto mirato e premeditato.
Il procedimento era già stato avviato lo scorso dicembre, con un’udienza davanti al giudice per le udienze preliminari . Tuttavia, un difetto procedurale ha fatto tornare tutto alla procura. Il reato, infatti, ricade sotto la competenza del giudice monocratico, non del gup, e ciò ha rallentato il corso processuale. Ora, con il nuovo passaggio davanti al tribunale di Avezzano, la macchina della giustizia cerca di riprendere il ritmo per fare chiarezza sui fatti.
Il 57enne è imputato per aver commesso un gesto grave: l’omicidio di un simbolo della fauna locale.
L’uomo fermato come presunto responsabile è stato immediatamente identificato dopo la morte dell’orsa, avvenuta nella notte del 31 agosto 2023, nella zona periferica di San Benedetto dei Marsi. La procura ha disposto una perizia balistica sul fucile trovato in suo possesso che ha confermato la natura intenzionale del gesto.
Questa analisi tecnica ha escluso che i colpi fossero sparati per errore o per far fuggire l’animale. I risultati hanno dimostrato con precisione che la finalità era quella di uccidere. Questi elementi si inseriscono nel quadro accusatorio e pesano molto nell’apparato probatorio contro Andrea Leombruni.
Le numerose associazioni animaliste presenti all’udienza hanno colto l’occasione per manifestare all’esterno del tribunale di Avezzano tramite un sit-in. Questa forma di protesta, pacifica ma incisiva, vuole rimarcare l’importanza del caso per la tutela della fauna selvatica. L’orsa Amarena rappresentava un simbolo per il territorio e per la protezione degli animali nei parchi nazionali.
Tra i portavoce delle associazioni, Michele Pezone, responsabile dei Diritti Animali di LNDC, ha sottolineato come “l’omicidio dell’orsa non sia un episodio isolato ma un sintomo di una cultura ancora ostile alla convivenza con la fauna selvatica.” La richiesta di costituzione di parte civile testimonia l’impegno di queste realtà nel voler seguire da vicino il processo e ottenere un giusto riconoscimento degli interessi tutelati.
Non solo associazioni, ma anche enti pubblici territoriali hanno chiesto di intervenire. Regione Abruzzo e comune di Villalago hanno formalizzato la domanda di parte civile davanti al tribunale. La presenza di questi enti riflette l’importanza che la vicenda assume nel contesto locale e nel rapporto con la salvaguardia del patrimonio naturale.
Questi enti, infatti, rappresentano la comunità e il territorio che ha subito una perdita simbolica e ambientale di rilievo. Le loro istanze sono volte a sostenere la difesa di uno spazio naturale e di una specie protetta. La costituzione di parte civile in giudizio potrebbe anche aprire un confronto più ampio sulle politiche di tutela della fauna e sulle sanzioni per chi compie atti di questo tipo.
Il coinvolgimento di istituzioni locali evidenzia come il caso abbia rilevanza sociale e ambientale.
L’udienza ufficiale prevista per il 18 luglio sarà decisiva. In quella data, il tribunale di Avezzano dovrà esprimersi sull’accoglimento delle domande di costituzione di parte civile e sulle eccezioni preliminari proposte. Solo allora si capirà se l’uomo andrà a giudizio per l’omicidio dell’orsa Amarena.
Il procedimento incrocia attese forti da parte dell’opinione pubblica, del mondo ambientalista e di tutte le realtà che hanno seguito con attenzione la vicenda dall’agosto 2023. Il caso evidenzia le tensioni che possono nascere tra uomini e ambiente, in un territorio delicato come il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Le prossime settimane saranno dunque cruciali per comprendere gli sviluppi giudiziari e i possibili effetti sulle politiche di protezione animale nella regione.
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