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Cinque agenti intossicati durante incendio in carcere di Avellino causato da detenuto

Nella serata di ieri, poco dopo le 21:00, un incendio ha colpito un settore del carcere di Avellino, provocando l’intossicazione di cinque agenti di polizia penitenziaria. L’episodio si è verificato all’interno di una sezione dedicata ai detenuti comuni, generando una situazione di emergenza per il personale e gli ospiti della struttura. L’intervento tempestivo degli agenti ha permesso di evitare conseguenze più gravi, anche se alcuni hanno riportato problemi legati all’inalazione del fumo.

Cosa è successo nel carcere di avellino la sera dell’incendio

Intorno alle 21:15 di ieri, un detenuto di origine straniera ha appiccato il fuoco al materasso della propria cella nel reparto destinato ai detenuti comuni. Le fiamme hanno prodotto un intenso fumo nero che si è rapidamente diffuso nelle celle vicine, raggiungendo tutta la sezione. Il fumo, ricco di sostanze tossiche, ha creato una situazione di pericolo per gli altri detenuti e per il personale di sorveglianza.

Gli agenti di polizia penitenziaria, accortisi dell’incendio, hanno prontamente cercato di isolare la cella e hanno avviato le operazioni di evacuazione e messa in sicurezza del reparto. Nel frattempo, il detenuto autore del gesto si era barricato nella propria cella, rendendo necessaria una gestione delicata per raggiungerlo senza esporre inutilmente altro personale. La rapidità con cui sono intervenuti ha impedito che l’incendio si propagasse ulteriormente e che la situazione degenerasse in modo più grave, limitando i danni e garantendo la sicurezza degli altri presenti.

Le condizioni degli agenti coinvolti e l’intervento medico

Durante le operazioni per domare l’incendio e mettere in salvo il detenuto barricato, cinque agenti di polizia penitenziaria hanno inalato una quantità significativa di fumo tossico. La segreteria della Uilpa-Polizia Penitenziaria ha confermato che i poliziotti sono stati immediatamente soccorsi e trasportati all’ospedale Moscati di Avellino per le cure necessarie.

I sanitari hanno effettuato tutte le verifiche del caso, stabilendo che l’intossicazione, pur seria, non ha creato rischi immediati per la vita dei cinque agenti. Sono stati sottoposti a trattamenti specifici per l’inalazione e hanno ricevuto assistenza per la respirazione. Al momento, nessuno è in condizioni critiche e si valuta il loro recupero nei prossimi giorni. L’attenzione rimane alta per evitare complicazioni legate all’esposizione prolungata ai fumi tossici.

Il ruolo degli agenti penitenziari nelle emergenze interne ai carceri

Il fatto di Avellino mette in evidenza l’importanza del ruolo svolto dagli agenti di polizia penitenziaria nelle situazioni di crisi all’interno delle strutture detentive. Gli operatori devono intervenire rapidamente per gestire eventi pericolosi come incendi, rivolgimenti o altre forme di protesta dei detenuti, senza mettere a rischio l’incolumità propria e degli ospiti.

Gli agenti devono affrontare ambienti chiusi, spesso con possibilità limitate di fuga o di intervento di supporto esterno. Qui l’addestramento specifico sulla gestione di emergenze e la conoscenza approfondita dei luoghi diventano essenziali per contenere danni e raccogliere rapidamente informazioni utili durante il soccorso. L’episodio di Avellino conferma anche le difficoltà del mestiere, quando si deve collaborare con detenuti talvolta in forte stato di agitazione o resistenza.

Le misure di sicurezza e le prospettive future per il carcere di avellino

Dopo l’incendio, la direzione del carcere di Avellino ha previsto controlli più serrati su materiale infiammabile e sull’accesso degli oggetti nelle celle. Verranno potenziate le misure anti incendio attraverso l’aggiornamento delle attrezzature e la programmazione di ulteriori esercitazioni interne per il personale.

Il protocollo di emergenza sarà rivisto in modo da migliorare la rapidità degli interventi e ridurre l’esposizione degli agenti ai rischi durante situazioni come quella di ieri. Sarà anche valutata l’installazione di nuovi sistemi di rilevazione fumi e la dotazione di dispositivi di protezione individuale più efficaci. Questi passaggi vanno nella direzione di garantire condizioni più sicure sia per chi lavora che per i detenuti ospitati.

L’evento di ieri rappresenta un episodio delicato che porta ancora una volta al centro l’attenzione sulle problematiche delle carceri italiane, dove la gestione delle emergenze richiede capacità e attenzione, specie in strutture con presenza di persone che possono compiere azioni violente e imprevedibili. “La sicurezza rimane prioritaria per tutti gli operatori coinvolti nel sistema penitenziario,” hanno dichiarato fonti interne.

Clarissa Abile

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