Il tribunale di Napoli ha emesso la sentenza contro gianluca muro, coinvolto nella morte di antonio artiano, noto come antony. L’episodio risale al novembre 2022, quando una violenta lite in famiglia nel rione traiano ha portato alla sparatoria che ha ferito gravemente artiano. Il colpo di pistola, esploso dal figlio di muro, pasquale, ha causato la morte di antonio dopo sei giorni di agonia in ospedale.
Il giudice per l’udienza preliminare di Napoli, federica de bellis, ha stabilito la pena a 10 anni e 6 mesi di reclusione per gianluca muro. L’accusa lo ha ritenuto responsabile di concorso anomalo nell’omicidio di artiano. I magistrati mareurizio de marco e valentina rametta avevano chiesto una condanna di 12 anni.
Nel procedimento si è partiti da una confessione implicita di muro, che ha sempre negato ogni coinvolgimento diretto. Anche suo figlio pasquale è stato condannato a 16 anni di carcere con il rito abbreviato, riconosciuto colui che ha sparato al giovane artiano. Il tribunale ha inoltre disposto un risarcimento di 240mila euro in favore dei familiari della vittima, una cifra che testimonia il peso umano e materiale del dramma.
La scintilla che ha innescato la lite è stata una relazione sentimentale complicata e tormentata tra antonio artiano e la figlia di gianluca muro, sorella di pasquale. Secondo la famiglia muro, artiano avrebbe mantenuto un atteggiamento violento e minaccioso nei confronti della ragazza. Episodi di aggressione erano già noti e la giovane sarebbe spesso rientrata a casa con segni evidenti di percosse.
Lo scontro tra le due famiglie si è rapidamente trasformato in un confronto grave e pericoloso. La tensione, accumulata nei mesi precedenti, è esplosa il 10 novembre 2022, con conseguenze mortali. Artiano, raggiunto da un colpo alla testa, è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove è deceduto sei giorni dopo non riuscendo a superare la gravità della ferita.
Il legale di gianluca muro, l’avvocato luigi senese, ha dichiarato l’intenzione di presentare ricorso in appello, contestando la sentenza e la responsabilità attribuita al suo assistito. La difesa punta a ribaltare la condanna, sostenendo l’innocenza di muro e cercando di distinguere la posizione del padre da quella del figlio coinvolto nell’aggressione.
Il caso, molto seguito nel territorio napoletano, ha portato all’attenzione le dinamiche famigliari complesse e la difficoltà di gestire violenze che nascono in contesti domestici. Il rione traiano si trova ora a fare i conti con questo episodio tragico che ha segnato la comunità. La decisione della magistratura e le future tappe del procedimento manterranno alta l’attenzione sul caso, a testimonianza della complessità di questa vicenda.
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