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Crisi della produzione di nocciole in campania, calo marcato e azioni urgenti per tutelare il settore nel 2025

La campagna corilicola 2025 in campania registra un crollo della produzione di nocciole sotto ogni aspetto. La diminuzione si riflette sia nella quantità di frutti raccolti, sia nella qualità. Questa situazione pesante mette a rischio molte imprese agricole che da decenni fanno della coltivazione della nocciola una fonte principale di sostentamento economico. Nel cuore di una crisi che unisce fattori climatici avversi e attacchi di parassiti, il territorio campano si trova a dover affrontare sfide complesse per salvaguardare un prodotto noto e apprezzato a livello internazionale.

Cause climatiche e biologiche dietro il tracollo della nocciola campana

L’inverno appena trascorso ha offerto pochissime ore di freddo, una condizione tutt’altro che marginale per la fioritura regolare delle piante di nocciolo. La carenza di temperature rigide ha inciso sulla successiva stagione vegetativa e produttiva, compromettendo l’ingrossamento dei frutti. A questo si aggiunge la scarsità di piogge durante alcune fasi fondamentali della crescita, soprattutto tra la primavera e l’inizio dell’estate, periodi in cui l’acqua è un fattore necessario non solo per la sopravvivenza della pianta ma anche per lo sviluppo delle nocciole.

Il caldo anomalo e i danni da cimice asiatica

Il caldo anomalo, con temperature elevate registrate a maggio e giugno, ha peggiorato una situazione già difficile creando stress idrico e alterando i processi fisiologici delle piante. Su questo quadro negativo si innesta l’espandersi senza controllo della cimice asiatica, insetto che danneggia gravemente il prodotto, innescando un vero e proprio danno economico. Non è solo la cimice a mettere in crisi la coltura, ma anche infezioni fungine, batteriche e virali che in molti casi si sono diffuse senza un adeguato contrasto.

L’impegno di AOA e gli scambi internazionali per trovare soluzioni concrete

L’associazione degli ortofrutticoltori associati sottolinea come il cambiamento climatico stia diventando un fattore che influenza pesantemente la filiera corilicola campana, con ripercussioni negative ormai evidenti da qualche anno. La regione, che deteneva il primato europeo nella produzione di nocciole, ha visto ridursi drasticamente le quantità prodotte, anche se rimane alta l’attenzione sulla qualità del prodotto.

Viaggio in cilie per innovazioni agricole

Per comprendere meglio la portata del danno e la variabilità dei raccolti, AOA ha avviato un monitoraggio tecnico approfondito. Il lavoro serve ad individuare con precisione quali lotti di nocciole non sono stati compromessi e a calibrare interventi mirati. In aprile l’associazione ha partecipato a un viaggio in Cile, organizzato dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, durante il quale produttori, ricercatori e rappresentanti dell’industria si sono confrontati su pratiche agricole e innovazioni tecnologiche. L’obiettivo è trasferire conoscenze utili e aggiornate ai coltivatori campani, nell’intento di recuperare il terreno perso anche grazie a metodi più moderni.

Napoli pronta a ospitare il simposio internazionale sulla frutta a guscio

A dimostrazione dell’importanza che la questione ha assunto a livello scientifico, Napoli sarà la sede di un evento internazionale dedicato alla frutta a guscio, previsto per il 25 e 31 agosto. Il Simposio Internazionale ISHS vedrà riuniti i massimi esperti del campo, con la collaborazione di università e centri di ricerca italiani e stranieri. La manifestazione punta a discutere delle problematiche attuali e a presentare nuovi studi e strategie per affrontare le emergenze fitosanitarie, i cambiamenti climatici e le tecniche di coltivazione che possano garantire una maggiore resilienza.

L’incontro rappresenta un’occasione preziosa per creare sinergie e per mettere a confronto diverse esperienze, con l’idea di migliorare la sostenibilità e la produttività della nocciola campana, intrecciando ricerca e pratica agricola.

Proposte di AOA per interventi urgenti e piani di rilancio della nocciola campana

AOA ha rivolto un appello all’assessorato regionale all’agricoltura per mettere in campo una serie di azioni immediate e strategiche. La prima richiesta riguarda l’attivazione di una ricognizione ufficiale dei danni subiti dal comparto, al fine di predisporre misure dedicate alle calamità naturali che aiutino le imprese colpite.

Piano strategico e ricerca potenziata

Tra le altre proposte, spicca la necessità di elaborare un piano strategico che guardi oltre l’emergenza attuale. Questo piano dovrebbe sostenere la filiera in modo strutturale e duraturo, includendo una rimodulazione delle misure già previste nel Contratto di Solidarietà Regionale , assicurando un coinvolgimento diretto delle organizzazioni di produttori per rendere più efficace la loro applicazione.

Un capitolo importante riguarda il potenziamento della ricerca universitaria e della consulenza agronomica qualificata. Secondo AOA, supportare questi ambiti è fondamentale per individuare nuove varietà più resistenti e tecniche di coltura adeguate alle nuove condizioni climatiche, oltre che per accompagnare i coltivatori verso una gestione più attenta e scientificamente aggiornata delle piante.

Il valore ambientale e paesaggistico delle aree corilicole campane

Le zone coltivate a nocciole in campania si trovano spesso su terreni montani, caratterizzati da fragilità idrogeologiche. La coltivazione della nocciola, oltre a generare un reddito per le comunità locali, contribuisce in modo determinante a mantenere il territorio, evitando fenomeni di erosione e degradazione del suolo.

Proteggere la nocciola campana equivale a salvaguardare una risorsa preziosa non solo per la sua funzione economica ma anche per il valore paesaggistico e ambientale che offre. La qualità delle nocciole campane è riconosciuta a livello globale, soprattutto nel settore dolciario, dove si utilizzano per prodotti conosciuti e apprezzati.

AOA insiste affinché istituzioni e operatori mantengano un dialogo serrato e concreto per mettere a punto regole e strumenti che coordinino sforzi e sostegni in modo efficace. Garantire la continuità della produzione equivarrebbe a difendere una filiera che, anche in questi tempi difficili, rappresenta un marchio di qualità per la regione e per il paese.

Paolo Ludovichi

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