Un tribunale di roma ha annullato i provvedimenti disciplinari contro loreto chiarlitti, volontario della croce rossa italiana. Ora i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di risarcimento danni per mezzo milione di euro, sostenendo il danno subito sul piano personale e associativo. Il caso accende nuovamente il dibattito sulle responsabilità e i rapporti interni all’organizzazione.
A roma, il tribunale ha confermato l’annullamento definitivo delle sanzioni disciplinari che avevano colpito loreto chiarlitti, volontario molto attivo nel comitato locale della croce rossa. Il giudice ha ritenuto infondati i provvedimenti, evidenziando errori procedurali che violano principi base come correttezza, imparzialità e rispetto della persona. In pratica, chiarlitti sarebbe stato escluso senza giusta causa dal suo ruolo e precluso dalla candidatura a presidente del comitato di frosinone. Questo ha causato un danno alla sua immagine e alla sua attività nel territorio. Il tribunale ha sottolineato che la croce rossa italiana avrebbe adottato decisioni lesive dei diritti individuali, contrarie alla legalità. La vicenda porta a riflettere sulle procedure adottate nelle organizzazioni di volontariato dove errori simili possono provocare danni personali e professionali molto gravi.
Gli avvocati di loreto chiarlitti, serena petricca e cristian sarrecchia, hanno presentato alla croce rossa italiana una nuova istanza per un risarcimento danni di 500.000 euro. Questa somma era stata già avanzata nel 2023 dall’avvocato danilo iafrate, considerando le conseguenze negative vissute da chiarlitti. Il risarcimento punta a compensare i danni causati dall’esclusione dal ruolo associativo e dal blocco della sua candidatura. La richiesta fa leva sul principio secondo cui ogni organizzazione deve rispondere delle scelte che provocano danni ingiusti ai propri associati. Se la croce rossa non dovesse rispondere in tempi rapidi, si annuncia la volontà di rivolgersi alle autorità giudiziarie competenti. L’istanza rappresenta un segnale chiaro contro comportamenti che calpestano il diritto personale e associativo.
Loreto chiarlitti, intervistato sul caso, esprime un forte disappunto per il continuo ripetersi di atti contrari ai principi di correttezza nel comitato di frosinone. Ricorda il provvedimento di radiazione votato all’unanimità anni fa, poi annullato dalla giustizia romana, definito ormai privo di fondamento. Le conseguenze di quell’episodio, che definisce ingiuste e punitive, pesano ancora oggi, anche sotto forma di danni economici che incidono sulle risorse dell’associazione. Chiarlitti denuncia la mancanza di intervento da parte dei vertici istituzionali della croce rossa, che lasciano proliferare una situazione dove viene ignorato il dovere di mantenere un clima rispettoso e conforme ai sette principi dell’associazione. La mancata assunzione di responsabilità lascia spazio a un diffuso senso di ingiustizia e esclusione. Infine, richiama una celebre riflessione storica sui pericoli del silenzio di fronte alle ingiustizie, sottolineando come nessuna appartenenza possa giustificare la mancanza di rispetto e dignità verso le persone.
La vicenda di loreto chiarlitti mette a nudo le tensioni interne a uno degli enti più noti e riconosciuti nel mondo del volontariato italiano. Gli errori procedurali e i provvedimenti che lo hanno escluso mostrano una gestione che può danneggiare seriamente la vita di una persona e la sua attività sul territorio. Le richieste di risarcimento e le dichiarazioni pubbliche fanno emergere un clima difficile, dove le regole e i diritti sembrano non essere sempre rispettati. Questo caso rappresenta un monito per la croce rossa italiana e altre organizzazioni simili: garantire trasparenza e rispetto è fondamentale per mantenere credibilità e coesione interna. La risposta dell’associazione sulle richieste di danni sarà decisiva per capire quale direzione prenderà questa vicenda giudiziaria e umana.
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