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Misure urgenti per contrastare la diffusione della lumpy skin disease e tutelare gli allevamenti italiani

La lumpy skin disease , una malattia virale che colpisce bovini e bufali, sta allarmando gli allevatori italiani. Dopo casi confermati in Sardegna e Lombardia, cresce la richiesta di interventi rapidi per contenere il contagio e sostenere le aziende agricole colpite o a rischio. La senatrice Maria Nocco ha presentato un’interrogazione ai ministeri competenti e un emendamento al decreto economico-omnibus per garantire fondi specifici destinati a combattere questa patologia e ad affiancare gli allevatori con supporti concreti.

La diffusione della lumpy skin disease: caratteristiche e meccanismi di trasmissione

La lumpy skin disease è una malattia virale che attacca principalmente i bovini e i bufali. Non rappresenta un pericolo per la salute umana ma si rivela dannosa per gli allevamenti. La sua trasmissione avviene soprattutto tramite insetti vettori come zanzare e mosche, che facilitano la rapida espansione dell’infezione in zone a rischio. Questa modalità rende inefficace una gestione basata solo sull’abbattimento degli animali malati.

Le lesioni cutanee e lo stato di debilitazione che provoca la malattia riducono la produttività degli animali, causando perdite economiche significative per gli allevatori. Per queste ragioni, la senatrice Nocco sottolinea la necessità di adottare strategie preventive che vadano oltre le misure di emergenza. Una campagna vaccinale tempestiva e capillare è considerata la prima linea di difesa per limitare il contagio e preservare la salute degli allevamenti.

L’impegno delle istituzioni e i rilievi della senatrice nocco

Il Ministero della Salute ha già predisposto un piano vaccinale e la regione Sardegna attende la consegna di 300mila dosi di vaccino per i propri allevamenti. Nonostante questi passi, molti allevatori chiedono un supporto maggiore, soprattutto di natura economica, per far fronte alle spese straordinarie generate dalle misure di contenimento e dalla prevenzione.

Maria Nocco ha annunciato la presentazione di un emendamento al decreto economico-omnibus, attualmente in esame al senato, che prevede stanziamenti dedicati. Questi fondi dovrebbero coprire costi legati non solo alla vaccinazione ma anche al sostegno delle imprese che decidono di stipulare polizze assicurative per proteggersi da situazioni di crisi provocate dalla lumpy skin disease.

L’interrogazione rivolta ai ministeri della Salute e dell’Agricoltura chiede di intervenire con immediatezza e di rafforzare le azioni in campo. Questo approccio mira a tutelare un settore cruciale per l’economia rurale italiana e a limitare i danni che rischiano di compromettere migliaia di allevamenti in diverse regioni del paese.

La necessità di estendere le coperture assicurative e rafforzare i controlli sulle importazioni

Tra le richieste avanzate dalla senatrice Nocco c’è l’avvio di un confronto con le compagnie assicurative per includere nelle polizze malattie esotiche come la lumpy skin disease. Oggi queste patologie non rientrano nelle coperture offerte, lasciando gli allevatori più esposti alle conseguenze economiche di eventuali focolai.

Inoltre, si punta a intensificare i controlli sulle importazioni di animali e prodotti provenienti da Paesi terzi. Questi controlli sono fondamentali per intercettare e bloccare sul nascere possibili fonti di diffusione del virus. La senatrice evidenzia l’importanza di una sorveglianza rigorosa agli ingressi per proteggere la zootecnia nazionale, un settore vitale anche per la sicurezza alimentare del paese.

Questi provvedimenti rispondono alla doppia esigenza di limitare l’impatto della malattia e di mettere in atto una difesa che non si limiti alle emergenze ma coinvolga prevenzione, monitoraggio e supporto economico.

L’impatto economico e sociale della lumpy skin disease sulle aree rurali italiane

Gli allevatori coinvolti dalla lumpy skin disease affrontano una situazione difficile. Le restrizioni imposte per contenere la malattia inevitabilmente causano blocchi produttivi e perdite di reddito. La riduzione della capacità produttiva degli animali influisce direttamente su tutta la filiera zootecnica, compresi distributori e lavoratori.

Le aree rurali, già spesso segnate da difficoltà economiche, rischiano di subire un ulteriore contraccolpo. Per molte aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, il costo delle misure di contenimento può minacciare la sopravvivenza stessa dell’impresa.

La richiesta di finanziamenti dedicati e di strumenti assicurativi è una risposta concreta a questa criticità. Garantire risorse agli allevatori significa anche tutelare il tessuto economico e sociale delle zone interne del paese, spesso dipendenti dalla zootecnia. La lumpy skin disease rappresenta, in effetti, non solo un problema sanitario ma anche un tema di politica agricola e sviluppo territoriale.

Paolo Ludovichi

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