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Dal pronto soccorso alla guida di kimbo, il percorso di mario rubino tra medicina e imprenditoria napoletana

Mario Rubino ha dedicato venticinque anni al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, vivendo in prima persona le difficoltà e le emergenze di quel reparto. Dieci anni fa ha lasciato la professione medica per assumere la presidenza dell’azienda di famiglia, la nota torrefazione napoletana Kimbo. La sua esperienza in medicina è diventata una guida concreta nella gestione dell’impresa, seguendo principi che si sono consolidati in corsia e ora applica nel mondo degli affari.

Dalla vita in corsia alle sfide dell’azienda di famiglia

L’esperienza di Mario Rubino nel pronto soccorso rappresenta un racconto intenso fatto di turni estenuanti, scelte rapide e, spesso, situazioni di tensione elevata. Con una specializzazione in urologia, Rubino ha vissuto un ambiente dove la teoria aveva minor peso rispetto all’azione diretta e immediata. Passare dalla sala d’urgenza a un ufficio aziendale non è stato semplice, ma ha trovato terreno fertile nelle abitudini di lavoro acquisite.

Nel pronto soccorso, racconta, ogni momento si traduceva in un’emergenza che chiedeva risposte rapide e coordinate tra medici e infermieri. Il principio era chiaro: “Nel pronto soccorso si fa, non si parla”. Questa filosofia ha accompagnato Rubino anche nella sua nuova vita imprenditoriale. Le decisioni richiedono prontezza e chiarezza, in un contesto dove ogni errore può avere conseguenze serie, in ospedale come in azienda.

Rispetto e valore delle persone

Rubino ha sottolineato il rispetto per chi lavora in pronto soccorso, definendo colleghi e personale infermieristico “eroi” per le condizioni difficili in cui operano. Il messaggio che porta avanti è quello di mantenere saldi i valori anche quando si passa a contesti diversi. Nella gestione dell’azienda Kimbo, cerca di applicare la stessa attenzione e rispetto per le persone, che in ospedale imparò a vedere non come numeri, ma come individui completi.

Conciliare lavoro e famiglia: responsabilità e valori insegnati ai figli

Il rapporto con la famiglia ha rappresentato una sfida personale per Rubino durante gli anni da medico. Turni lunghi e imprevisti lo portavano spesso lontano dagli affetti. Ai suoi tre figli, ha spiegato più volte il motivo di queste assenze con sincerità: il lavoro al pronto soccorso richiedeva una dedizione totale perché qualcuno aveva più bisogno.

Questo messaggio, fatto di senso del dovere e rispetto verso gli altri, continua a ispirare il suo modo di agire. Anche se ammette di commettere errori, tiene a precisare che l’importante è mantenere sempre al centro la considerazione per il prossimo. Questo atteggiamento contribuisce a costruire un ambiente di lavoro basato su relazioni umane autentiche, lontane da freddi numeri o ruoli impersonali.

La scelta sui figli e la visione per kimbo

Nel passaggio all’impresa di famiglia, Rubino ha scelto di lasciare ai figli libertà totale nelle loro scelte professionali. Nessun obbligo, nessuna pressione. Ritiene che questa scelta eviti anche possibili difficoltà di gestione in azienda dovute a dinamiche familiari. Preferisce un’espansione dell’attività con altre persone, per trasformare Kimbo in qualcosa che vada oltre la dimensione familiare, più aperta e diversificata.

Affrontare nuove sfide con la concretezza di chi sa decidere sotto pressione

Rubino ricorda ancora un episodio al pronto soccorso in cui un paziente lo ha morso, esperienza che ben rappresenta la tensione e la complessità di quel lavoro. Nel confronto con il mondo dell’impresa ha riscontrato regole diverse, ma molte analogie soprattutto nel modo di affrontare le difficoltà.

Prontezza decisionale nella medicina e nel business

La capacità di prendere decisioni rapide e accurate è una dote che si affina solo in contesti intensi come il pronto soccorso. Gestire un’azienda richiede la stessa prontezza: valutare scenari in breve tempo, scegliere strategie efficaci e applicarle senza esitare. Questo ha permesso a Rubino di condurre Kimbo in un mercato competitivo senza dimenticare quanto conta la disciplina e una comunicazione essenziale.

Conclude che la formazione ricevuta in ospedale ha dato una base solida per affrontare il business con rigore e concretezza. L’esperienza nelle emergenze ha insegnato a non perdere tempo in chiacchiere, a mettere le mani in pasta e agire subito. Questi insegnamenti, relazionati all’ambiente aziendale, permettono di affrontare i problemi con determinazione e lucidità.

Mario Rubino mantiene così una continuità tra le due realtà della sua vita, portando avanti un approccio pratico e umano che nasce dall’esperienza sul campo. La sua storia racconta una trasformazione che non dimentica le radici, capace di coniugare il valore di ogni persona e la concretezza delle azioni quotidiane.

Paolo Ludovichi

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