Due operai di origine albanese, entrati illegalmente in Italia, hanno scoperto solo dopo mesi di lavoro di essere stati assunti senza alcun contratto. La scoperta li ha spinti a denunciare il datore di lavoro di una ditta di trasporti e ottenere un risarcimento economico, insieme alla regolarizzazione del loro impiego.
I due lavoratori, di origini albanesi, erano entrati in Italia senza permessi e avevano trovato lavoro nella ditta di trasporti di un uomo di circa sessant’anni. Pur conoscendo la loro condizione irregolare, il titolare aveva promesso loro un contratto regolare. Per gli operai questo significava ottenere un permesso di soggiorno.
La prospettiva di poter uscire dalla condizione di clandestinità li aveva portati ad accettare anche uno stipendio inferiore rispetto alle normali retribuzioni del settore. Così, pur dormendo spesso nei veicoli pesanti usati per il trasporto merci, si erano adattati, con la speranza di una vita migliore e più stabile in Italia.
La regolarità del contratto avrebbe potuto permettere loro anche di affittare una casa e condurre una vita più autonoma.
I lavoratori hanno ricevuto una comunicazione dalla questura che li invitava a presentare la documentazione necessaria per dimostrare la regolarità della loro posizione sul territorio nazionale. In assenza di documenti validi, sarebbero stati costretti a lasciare l’Italia.
Solo a quel punto, recandosi negli uffici preposti, hanno scoperto che il datore di lavoro non aveva registrato alcun contratto. Quando ne hanno chiesto spiegazioni, l’uomo ha risposto senza esitare che “l’unico modo per mantenere il lavoro era accettare di continuare a lavorare in nero”.
In caso contrario, li avrebbe licenziati all’istante. Questa rivelazione ha smascherato la falsità delle promesse fatte e ha evidenziato una situazione di sfruttamento.
Davanti a questa situazione i due operai si sono rivolti all’avvocato Pietro Polidori, che ha assistito i lavoratori nel presentare querela contro il datore di lavoro. Dopo le indagini e il processo, l’uomo è stato condannato al risarcimento per il danno causato.
I due lavoratori verranno ora risarciti economicamente e avranno diritto alla regolarizzazione del loro rapporto di lavoro.
La sentenza sottolinea la responsabilità del datore di lavoro nell’aver impiegato persone senza regolare contratto, sfruttando la loro condizione di vulnerabilità. Questo caso riporta l’attenzione sulle difficoltà degli immigrati irregolari che cercano sicurezza lavorativa e sulle pratiche illegali ancora presenti in alcuni ambienti lavorativi italiani.
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