Trudie Styler è tornata a Ischia Global per affrontare temi come il bullismo, la pace e i diritti civili, un campo in cui da sempre mette impegno anche attraverso il cinema. Prima di iniziare le riprese del prossimo film da regista con Antonio Banderas, ha scelto di tornare dove tutto è cominciato e di raccontare il suo lavoro più recente. Il festival è anche l’occasione per presentare il suo docu-film su Napoli, che andrà in onda presto su Rai 1, e per anticipare scenari futuri, con un nuovo progetto legato alla città partenopea.
Trudie Styler ha voluto sottolineare l’importanza di usare il cinema come mezzo per affrontare problemi sociali attuali. A Ischia Global, una manifestazione che da anni sostiene l’arte e la cultura, ha presieduto Social Cinema Forum, orientato quest’anno sul tema “Pace e rispetto vs. bullismo e prevaricazione”. Il talk ha evidenziato l’urgenza di contrastare fenomeni di prepotenza e discriminazione nella società. La sua presenza ha dato un peso particolare a queste discussioni, viste come parte integrante del suo impegno artistico e sociale.
Non solo bullismo, ma anche diritti civili ed eco-sostenibilità sono stati temi chiave. Styler lavora a fianco del marito Sting in queste battaglie, dimostrando come arte e attivismo possono intrecciarsi in modo concreto. Nel confronto con il pubblico e altri artisti, ha ribadito che “queste questioni non sono semplici concetti astratti ma sono legate a storie reali che vanno raccontate e ascoltate”. Il festival, promosso dal Ministero della Cultura e dalla Regione Campania, ha fatto da cornice ideale per questo scambio.
Il lavoro più recente di Styler, il docu-film “Posso entrare? An Ode to Naples”, uscirà su Rai 1 il 9 luglio in seconda serata. È una mossa non scontata, perché di solito i documentari trovano spazio su reti tematiche o piattaforme online. L’attenzione della rete nazionale conferma la qualità e l’importanza del progetto. Il film è già disponibile su Disney+ e raggiunge oltre trentatré paesi nel mondo, a conferma dell’interesse internazionale verso Napoli e le sue storie.
Styler ha raccontato di aver incontrato molte persone legate alla città, tra cui l’attore Francesco Di Leva e Dario D’Ambrosi, entrambi protagonisti del mondo teatrale napoletano. Il docu-film segue da vicino il teatro Nest di San Giovanni a Teduccio, una realtà che rappresenta una risposta culturale a un contesto difficoltoso. Il riconoscimento di queste esperienze rivela l’intento di dare voce e visibilità a realtà che spesso restano nell’ombra.
Il prossimo progetto cinematografico di Styler, “Rose’s baby”, segnerà il suo ritorno alla finzione, dopo il film “Freak Show” del 2017. Questa volta la storia si concentra su una coppia di ex coniugi che vive una relazione disfunzionale. Il lavoro approfondirà i contrasti e le difficoltà dei legami familiari, affrontando temi complessi senza filtri.
Antonio Banderas sarà protagonista nel film, segnando una collaborazione importante per Styler da regista. L’opera manterrà quel filo conduttore di impegno sociale già visto nelle precedenti occasioni, sottolineando aspetti di vita reale e molte volte trascurati. La sua scelta di raccontare queste storie risulta coerente con l’approccio di usare il cinema per raccontare problemi veri, con persone reali e sentimenti profondi.
Napoli resta un punto fermo nella vita artistica di Styler. L’artista ha raccontato come il suo legame con il sud Italia sia cresciuto nel tempo, tanto da stimolare nuove idee e soggetti da trasformare in film. Ha in mente un progetto ambientato in un momento preciso della storia napoletana, ma per ora preferisce non entrare nei dettagli. Lo fa solo quando le condizioni saranno mature per il racconto.
Chi ha visto il suo docu-film fuori dall’Italia ha mostrato sorpresa per la città, spesso vista con pregiudizi o ridotta a stereotipi. Styler sostiene di aver contribuito a modificare questa percezione, mostrando la Napoli autentica, fatta anche di sfide, ma soprattutto di ricchezza culturale e umanità. Ammette che “ogni grande città ha zone pericolose, ma questo non deve impedirne la visita o la conoscenza”.
Infine, definisce Napoli come una città dal carattere unico, a lungo fraintesa e sottovalutata, ma capace di affascinare e coinvolgere chiunque la conosca davvero. Il suo impegno passa anche attraverso questo racconto, che guarda al futuro senza dimenticare le radici.
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