Da pescara arriva un progetto della regione abruzzo che ha coinvolto 40 detenuti dell’istituto carcerario San donato in corsi di formazione professionale. Questa iniziativa, sostenuta con fondi europei del Fondo sociale europeo , punta a ridurre il ritorno a nuove condanne favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro. I corsi, organizzati da formedil chieti-pescara e svolti all’interno del carcere, hanno riguardato mestieri pratici come manutentore del verde, posatore di pavimenti e rivestimenti e operatore edile, destinati a offrire a chi sta scontando una pena strumenti concreti per il futuro.
L’attività formativa è stata realizzata direttamente all’interno del carcere di pescara, garantendo l’accesso concreto a competenze lavorative per 40 persone detenute. I corsi hanno toccato settori manuali e tecnici, dove la richiesta di figure qualificate resta alta nel mercato del lavoro locale. La scelta è caduta su manutenzione del verde, posatura di pavimenti e rivestimenti e attività di operatore edile, ambiti professionali che permettono un rapido inserimento e offrono opportunità reali di impiego anche per chi esce dal sistema penitenziario.
Questi corsi sono stati organizzati da formedil chieti-pescara, un ente specializzato nella formazione per il settore edile. Lo svolgimento è avvenuto senza interruzioni all’interno dell’istituto San donato, così da consentire ai detenuti di studiare e praticare senza doversi spostare. Il progetto ha potuto contare su fondi europei, nello specifico provenienti dal Fondo sociale europeo , che finanziano iniziative di inclusione e crescita sociale anche tra i soggetti privati della libertà. Grazie a questo finanziamento, i corsi hanno avuto risorse per gestire l’attività didattica e fornire agli iscritti certificazioni riconosciute.
L’iniziativa è stata illustrata durante un incontro ufficiale alla presenza di autorità regionali e locali, tra cui l’assessore regionale con delega al sociale, roberto santangelo, il direttore del carcere franco pettinelli, il presidente di formedil chieti-pescara carlo cericola e la garante regionale dei detenuti, monia scalera. Nel corso della presentazione, sono state evidenziate le finalità del progetto e l’impegno della regione per ridurre la recidiva attraverso il potenziamento della formazione.
Roberto santangelo ha evidenziato che la regione guarda al concetto di recidiva zero come obiettivo concreto, impegnandosi a mettere in campo diversi strumenti per supportare i detenuti. Tra questi, la formazione è centrale, in quanto consente di acquisire competenze richieste dal mercato del lavoro. Il corso per i detenuti dimostra che si possono formare persone con strumenti riconosciuti, pronti a inserirsi nel mondo lavorativo al termine della pena. Santangelo ha poi sottolineato che in questo modo si previene il ritorno in carcere di chi ha già scontato una condanna.
La presenza del direttore franco pettinelli ha dato un quadro sulla gestione dell’istituto carcere di pescara, mentre carlo cericola ha rappresentato il punto di vista di formedil, che ha curato direttamente l’aspetto didattico. Monia scalera, garante regionale dei detenuti, ha posto l’accento sulla necessità di garantire percorsi di riscatto sociale e opportunità reali a chi si trova nella detenzione, per costruire un futuro diverso e più stabile.
La regione abruzzo ha annunciato un impegno finanziario che supera questo progetto, inserendo nella nuova programmazione risorse per sette milioni di euro destinate anche alla formazione professionale nelle otto carceri dislocate nel territorio regionale. Questi fondi specifici puntano a ripetere e ampliare esperienze come quella di pescara, estendendo la formazione a numeri maggiori di detenuti.
L’assessore santangelo ha voluto ribadire che la formazione e l’istruzione in carcere vengono considerate strumenti fondamentali per dare una chance di reinserimento sociale a chi oggi sta scontando una pena. La spesa pubblica si concentra sul recupero e sulla dotazione di strumenti concreti, nell’ottica di ridurre casi di recidiva e ridare dignità e autonomia a persone che spesso hanno vissuto contesti difficili.
L’attenzione non è solo quella dell’immediato, ma anche quella di costruire una prospettiva sociale più ampia, dove la pena affianchi percorsi educativi e professionali. Con questo progetto, la regione prova a seguire un modello che spinga a considerare la detenzione un momento di svolta, non una fine. I corsi realizzati, certificati e in linee con le esigenze del mercato, vogliono costituire un trampolino verso un’occupazione stabile. Questo sistema si concentra sul lavoro e sulle competenze come elemento chiave per evitare di tornare in carcere.
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