La recente ricerca di Openpolis mette in luce una questione drammatica per il territorio di Frosinone: quasi un terzo dei giovani tra 15 e 29 anni non studiano, non lavorano e non partecipano a percorsi formativi. Questo fenomeno, misurato al 30,5%, posiziona la provincia frosinate tra le più critiche d’Italia. Il rapporto offre dati precisi, facendo emergere come questa condizione incida sul tessuto economico e sociale, aprendo riflessioni urgenti sul difficile collegamento tra formazione e mercato del lavoro locale.
Il quadro fotografato da Openpolis racconta di una realtà dove i giovani disconnessi da scuola e lavoro rappresentano una percentuale elevata che supera nettamente la media regionale e nazionale. La provincia di Frosinone, con il 30,5% di Neet, si colloca al nono posto tra tutte le province italiane, mettendo a fuoco un fenomeno che da tempo si concentra nel Lazio, ma con livelli particolarmente gravi proprio in questa area.
Questo dato allarma non solo per la sua entità numerica ma anche per le conseguenze che trascina sul piano sociale. Giovani che rimangono fuori dalle dinamiche formative e lavorative tendono a trovarsi in una condizione di marginalità, che rischia di consolidarsi con il passare delle stagioni. La fuga di cervelli verso altre zone d’Italia o all’estero non fa che spingere il territorio verso un impoverimento di risorse umane preparate e giovani motivati a costruire il loro futuro qui.
La presenza di un bacino numeroso di Neet contribuisce a una stagnazione economica e sociale che impedisce il rinnovamento della forza lavoro e la crescita locale. Lo scenario rilevato da Openpolis riflette quindi una condizione di emergenza educativa e occupazionale, dove le difficoltà di accesso e permanenza in formazione e lavoro rappresentano un vero ostacolo per il rilancio del territorio.
L’azienda speciale Frosinone Formazione e Lavoro ha sottolineato come questo fenomeno sia collegato a un gap tra i percorsi formativi e le reali opportunità del mercato del lavoro locale. Il presidente Adriano Lampazzi, insieme ai membri del consiglio d’amministrazione, Laura Romano e Samuel Battaglini, evidenzia che il problema non si limita al semplice dato statistico, ma si traduce in un impoverimento complessivo della provincia.
La disconnessione tra formazione e occupazione ha diverse cause, una delle quali riguarda il sistema educativo locale che, secondo i vertici, dovrebbe puntare maggiormente sulla formazione professionale, spesso in grado di aprire finestre rapide verso il lavoro. Attualmente, l’attenzione si concentra troppo sulla formazione universitaria, che non sempre garantisce sbocchi immediati nelle imprese del territorio. La sfida è dunque quella di rendere i percorsi più aderenti alle richieste del mercato, favorendo un raccordo stretto con i datori di lavoro locali.
Questa rottura provoca un effetto lato sulla capacità della provincia di trattenere i giovani, che rischiano di uscire dal circuito formativo senza basi solide per un impiego stabile e qualificato. Per invertire la tendenza, occorre quindi investire in strutture e corsi capaci di formare figure che il tessuto produttivo locale riconosce come necessarie, mettendo in campo anche la possibilità di autoimprenditorialità.
Il report Excelsior, aggiornato a luglio 2025 da Unioncamere e Ministero del Lavoro, supporta le osservazioni dell’azienda speciale. Nel territorio si evidenzia un fabbisogno urgente di professionalità specifiche considerate difficili da trovare, nonostante l’esistenza di numerosi posti vacanti.
Tra i profili maggiormente ricercati spiccano figure nell’ambito dell’estetica e del beauty, settore che registra una domanda insoddisfatta del 63,5%. Operai specializzati e tecnici nel campo dell’edilizia, termoidraulica, elettricità e riparazione veicoli motore fanno registrare una difficoltà ancora più alta, intorno al 68%. Questi numeri sottolineano la distanza tra le competenze disponibili e la domanda del mercato, mentre molte aziende sono costrette a lasciare vuoti ruoli cruciali.
Le opportunità lavorative nei settori appena elencati rappresentano un potenziale importante per affrontare la crisi dei Neet. Offrono possibilità concrete di inserimento sia come dipendenti sia come autonomi. Le professioni collegate, infatti, permettono spesso di avviare attività in proprio e rispondere a una richiesta reale di servizi specializzati all’interno del territorio.
L’ente Frosinone Formazione Lavoro ha da tempo attivato corsi dedicati a diverse figure professionali che rispondono alle esigenze evidenziate negli studi e nei report. Le sedi di Frosinone, Ferentino, Isola del Liri e Cassino offrono programmi pratici per operatore nel settore del benessere, termoidraulico, elettricista, oltre alle professioni del beauty e della riparazione veicoli.
La formazione proposta non si limita a un’introduzione teorica ma si basa su un’esperienza pratica che mette i giovani in condizioni di competere subito sul mercato del lavoro. Ci sono testimonianze di chi, partendo dal percorso nei centri di formazione, ha messo in piedi una propria attività, spesso nel mondo della bellezza, gestendo un salone o un centro specializzato.
Questi casi di successo vengono raccontati anche attraverso la rubrica social “Frosinone Formazione Adesso Lavoro”. Le storie di ragazzi e ragazze che hanno trovato subito lavoro o che si sono messi in proprio provano che questa strada può rappresentare un’alternativa concreta rispetto all’abbandono e alla disoccupazione.
Il modello di formazione adottato da questa azienda speciale prova che dedicare spazi a corsi tecnici e professionali può cambiare la traiettoria di tanti giovani, avvicinandoli alle realtà produttive locali e ridando loro fiducia e competenze per affrontare il mondo del lavoro.
Con l’arrivo della pausa estiva molti giovani si trovano a riflettere sul proprio futuro. L’azienda speciale Frosinone Formazione Lavoro rivolge un invito aperto da parte dei suoi vertici: guardare anche ai corsi professionali offerti, che presentano non solo qualità didattica ma soprattutto la possibilità di qualifiche spendibili subito nel lavoro.
L’appello coinvolge anche famiglie e imprese, affinché partecipino a diffondere la conoscenza di queste opportunità formative e sostengano l’inserimento di nuove figure qualificate. Darsi una possibilità attraverso queste strade può rappresentare un antidoto concreto al fenomeno crescente dei giovani esclusi da ogni circuito utile di crescita personale e professionale.
L’offerta formativa dell’azienda speciale rappresenta così un tassello fondamentale per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in difficoltà e per ridare vigore a un territorio che, nel dramma dei Neet, rischia di perdere la sua risorsa più preziosa: la forza lavoro giovanile.
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