Negli ultimi anni, a Napoli, il dibattito sulla crisi di Gaza ha coinvolto la comunità palestinese e le istituzioni cittadine. Durante una seduta dedicata al tema, una giovane palestinese di seconda generazione ha preso la parola per denunciare la situazione del suo popolo e per rivolgere precise richieste al Comune e al sindaco. Le istanze portate davanti al consiglio comunale si concentrano sul ritiro delle collaborazioni con Israele e sull’adesione a campagne internazionali di boicottaggio, come risposta alla crisi umanitaria in corso nella regione.
L’intervento della giovane palestinese e il messaggio al consiglio comunale di napoli
Durante la seduta monotematica del consiglio comunale di Napoli dedicata alla crisi umanitaria a Gaza, una ragazza palestinese, appartenente alla seconda generazione, ha preso la parola. Con voce decisa ha parlato di un genocidio che, a suo dire, il popolo palestinese subisce da più di due anni. Ha precisato come la sua comunità non desideri minuti di silenzio, ma un sostegno concreto che si traduca in applausi e rumore, esprimendo così un appello a non mantenere un atteggiamento passivo. Non ha esitato a sottolineare la determinazione dei palestinesi a non chinare il capo di fronte a nessuno, puntando tutto sulla forza della loro causa. Ha aggiunto che la battaglia andrà avanti finché ci sarà almeno un bambino palestinese vivo, sottolineando il carattere radicale e senza compromessi del suo messaggio.
La forza del suo discorso ha ricevuto un lungo applauso da parte dei presenti in sala, con numerosi rappresentanti politici e cittadini che hanno ascoltato con attenzione. La giovane ha letto una lettera indirizzata all’amministrazione comunale in cui vengono avanzate richieste specifiche legate al ruolo di Napoli nel contesto della solidarietà internazionale verso il popolo palestinese.
Richieste precise per il comune di napoli: stop a collaborazioni e boicottaggi
La lettera letta durante la seduta ha elencato alcune richieste rivolte al Comune di Napoli e al sindaco Gaetano Manfredi. Tra queste c’è la richiesta di cessare ogni rapporto di cooperazione economica, culturale e istituzionale con lo Stato di Israele e con le imprese israeliane che, secondo la lettera, risultano complici dell’occupazione. Si chiede quindi al sindaco di farsi portavoce, all’interno dell’Anci e presso il Governo, della necessità di denunciare ogni accordo militare e di difesa con Israele.
Viene inoltre chiesto il ritiro di investimenti pubblici in aziende o fondi legati direttamente o indirettamente all’apparato militare israeliano e coloniale. Un’altra richiesta riguarda il porto di Napoli, chiedendo di vietare l’attracco di navi provenienti o dirette a Israele che trasportino materiali bellici o destinati a un doppio uso. Infine la lettera invita il Comune a sostenere apertamente le campagne internazionali di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni fino al rispetto completo del diritto internazionale e dei diritti del popolo palestinese.
Queste richieste rivelano come il dibattito locale stia toccando temi complessi di politica internazionale e diritti umani, portando Napoli in prima linea come possibile teatro di azioni concrete di solidarietà politica e culturale.
La comunità palestinese in campania e le parole del presidente shafik kurtam
In aula era presente anche il presidente della Comunità palestinese in Campania, Shafik Kurtam. Il suo intervento si è rivolto a un appello di dialogo più profondo e a un cambiamento nel linguaggio tra le comunità coinvolte nel conflitto. Kurtam ha evidenziato la necessità di “parole nuove” affinché gli ebrei possano tornare a sorridere e gli arabi possano vivere senza tensioni.
Ha ricordato che, in questi anni, il solo paese che ha avviato una seria iniziativa di sostegno è stato il Sudafrica, probabilmente alludendo alla storia dell’apartheid e alle lotte di boicottaggio internazionali. Ha sottolineato che la verità e la giustizia rappresentano le uniche vie per costruire una convivenza pacifica, un messaggio rivolto sia a istituzioni che cittadini per sostenere una presa di posizione autonoma e chiara sui temi legati al conflitto israelo-palestinese.
Durante la seduta, è stato visibile uno striscione con la scritta “Boicotta il genocidio, Palestina libera dal fiume al mare”, che ha accompagnato le richieste e le riflessioni espresse, sottolineando la pressione esercitata dalla comunità palestinese in Campania sul dibattito pubblico locale e nazionale.
Le richieste avanzate a Napoli riflettono un quadro più ampio di tensioni e attese che arrivano dal territorio e coinvolgono non solo i palestinesi, ma anche le istituzioni italiane e la società civile, chiamate a pronunciarsi su una questione rimasta aperta per decenni.