La filiera della castagna sta assumendo un ruolo sempre più urgente nei territori montani del Lazio, spingendo diversi comuni a stringere alleanze per proteggerla e valorizzarla. Lo sforzo mira a costruire una rete stabile capace di promuovere non solo il prodotto agricolo ma anche il contesto sociale e turistico che ruota attorno a questa coltura storica. L’incontro degli stati generali dei comuni castanicoli, svoltosi a Terelle, si è rivelato un momento importante per siglare questo impegno comune e mettere in luce le prospettive legate alla castanicoltura nella regione.
La partecipazione di Fiuggi e il ruolo dell’amministrazione comunale
Il comune di Fiuggi ha dato rappresentanza alla sua presenza attraverso il sindaco Alioska Baccarini e i delegati Quirino De Santis e Federica Trinti. Partecipare a questi stati generali ha permesso all’amministrazione di sottolineare l’interesse concreto per la castanicoltura come leva di sviluppo locale. Durante l’incontro in provincia di Frosinone, sono state condivise le esperienze del territorio e illustrate le possibili sinergie da sviluppare con gli altri comuni castanicoli del Lazio. Tale partecipazione riflette la volontà di Fiuggi di promuovere progetti che possano far emergere il valore economico della castagna, ma anche la sua valenza ambientale e culturale.
Modello di turismo sostenibile e filiere corte
L’approccio dell’amministrazione si concentra su un modello di turismo sostenibile e di filiere corte, dove la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti rimangono legate strettamente all’area di produzione. Questo modello serve a creare nuovi posti di lavoro e a contrastare lo spopolamento delle aree montane, favorendo l’inclusione sociale attraverso iniziative che coinvolgano le comunità locali. Alioska Baccarini ha sottolineato più volte la necessità di una rete coordinata per valorizzare appunto queste opportunità, mirando a una gestione condivisa delle risorse.
La visione della regione Lazio e l’importanza strategica della castanicoltura
La regione Lazio ha fornito la cornice istituzionale dell’incontro, confermando la propria attenzione verso la filiera della castagna. Daniele Maura, rappresentante regionale, ha rimarcato come i castagneti rappresentino paesaggi agricoli di pregio e siano fondamentali per la biodiversità. “Non si tratta solo di un prodotto agricolo, ma di un insieme di elementi che comprendono ecosistemi, attività economiche, tradizioni culturali”. La regione ha espresso l’intento di supportare processi partecipativi che coinvolgano differenti attori sociali e pubblici, per sviluppare iniziative che combinino tutela ambientale e sviluppo locale.
Politiche integrate e rete permanente
L’approccio regionale ha inoltre evidenziato la necessità di politiche integrate che diano continuità agli interventi sui territori. Non a caso, si è parlato di costruire una rete permanente fra i comuni castanicoli per condividere risorse, esperienze e strategie. Questo metodo può garantire che le azioni non restino isolate ma abbiano continuità e maggiore impatto nel tempo, dall’innovazione agronomica alla promozione turistica. L’investimento sulla castanicoltura è visto come un’opportunità per stimolare una economia locale che coinvolge anche settori collegati, come l’artigianato e la ristorazione.
Le sfide dei comuni castanicoli per il futuro della filiera
I comuni del Lazio con vocazione castanicola affrontano diverse difficoltà legate a cambiamenti climatici, abbandono rurale e concorrenza di prodotti esteri. Il bisogno di strutturare una rete stabile deriva proprio dalla necessità di reagire a queste minacce in modo collettivo. Gli stati generali hanno mostrato un consenso su questo punto, presentando la castanicoltura come un settore che può rafforzare l’occupazione e allo stesso tempo garantire l’inclusione sociale attraverso progetti dedicati.
Patrimonio storico e investimenti necessari
Dal confronto è emerso come le aree interne e montane custodiscano un patrimonio storico e culturale che va salvaguardato proprio tramite lo sviluppo di questa attività agricola. Castagneti e boschi limitrofi costituiscono ambienti unici che supportano diverse forme di vita, da tutelare anche per i benefici che portano a tutto il territorio. Le amministrazioni coinvolte indicano la necessità di investire in formazione, sostegno economico e infrastrutture, per permettere agli agricoltori e agli operatori della filiera di affrontare meglio il mercato e mantenere vive le tradizioni.
L’incontro a Terelle ha rappresentato un primo passo per un’azione condivisa, e testimonia un impegno forte a consolidare una rete di comunità che, oltre a produrre castagne, tengano uniti paesaggio, economia e culture locali.