I bronzi di San Casciano dei Bagni si presentano per la prima volta fuori dall’Italia grazie a una mostra alla James-Simon-Galerie di Berlino. Questa importante esposizione, che va dal 5 luglio al 12 ottobre 2025, arriva dopo il successo italiano al Palazzo del Quirinale e nelle sedi di Napoli e Reggio Calabria. Il ritrovamento, proveniente dagli scavi condotti fra il 2022 e il 2024 nel santuario termale del Bagno Grande, ha attirato l’attenzione degli studiosi per il suo stato di conservazione e per il valore storico-culturale unico, riflettendo pratiche religiose antiche tra etruschi e romani.
Il contesto della scoperta archeologica a san casciano dei bagni
Gli scavi condotti nel santuario termale del Bagno Grande, a San Casciano dei Bagni, hanno portato alla luce un complesso artistico e rituale risalente al III secolo avanti Cristo. Questo luogo sacro, attivo per quasi mille anni, è stato frequentato da etruschi e successivamente da romani, che si immergevano nelle acque per fini terapeutici. Il sito conserva statue e teste di bronzo, insieme a migliaia di monete, ex voto anatomici e iscrizioni bilingui in etrusco e latino.
Le testimonianze illuminate da questi reperti permettono di comprendere la dimensione religiosa dell’antichità, mostrando come le offerte votive fossero strumenti per chiedere guarigioni o ringraziare le divinità. Il ritrovamento rappresenta una delle più vaste e ben conservate testimonianze di un santuario termale, restituendo una fotografia dettagliata delle pratiche di culto e della vita quotidiana di allora.
La decisione di mostrare i bronzi all’estero evidenzia al contempo la volontà di condividere questo patrimonio con un pubblico internazionale, valorizzando la storia e le civiltà del centro Italia. La scoperta si conferma poi come una sfida sia per lo studio delle religioni antiche sia per le tecniche archeologiche, grazie alla perfetta conservazione degli oggetti.
Significati culturali e collaborazione italo-tedesca
Durante la conferenza stampa di presentazione a Berlino il 4 luglio 2025, il ministro della cultura italiano Alessandro Giuli ha posto accento sulla scelta della Germania come sede della mostra. Un omaggio, ha detto, a un Paese che “ha trasformato le cicatrici del passato in memoria viva”. La collaborazione tra Italia e Germania si è rafforzata anche per affrontare insieme il problema del traffico illecito di reperti archeologici.
Giuli ha ricordato la restituzione di numerosi manufatti da parte della Fondazione culturale prussiana, sottratti illegalmente dall’Italia e restituiti di recente. Ha inoltre voluto rendere omaggio agli operai impegnati nello scavo, sottolineando il ruolo di chi lavora dietro le quinte, spesso poco visibile ma decisivo.
Per il direttore generale Musei del Mic, Massimo Osanna, questa scoperta segna un momento determinante per l’archeologia italiana e internazionale. Il santuario di San Casciano è un luogo di grande interesse, sia per i reperti venuti alla luce sia per la loro funzione storica. Osanna ha poi sottolineato che la mostra presenta reperti più numerosi rispetto alle precedenti tappe, grazie alla prosecuzione degli scavi.
Il ministro tedesco della cultura Wolfram Weimer ha espresso gratitudine verso gli italiani che si dedicano alla salvaguardia del patrimonio artistico, definendo i bronzi di San Casciano una testimonianza rara del talento artistico antichissimo. Weimer ha detto che questa scoperta arricchisce il patrimonio europeo condiviso, ribadendo che arte e cultura sono un bene comune di tutti gli esseri umani.
Lo scavo scientifico e l’impatto sullo studio dell’antichità
Il professor Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico dello scavo, ha raccontato le difficoltà tecniche e le emozioni vissute dal team impegnato nelle operazioni di recupero. Ha ricordato la delicatezza del lavoro, soprattutto per evitare danni ai reperti che avrebbero compromesso la comprensione del loro ruolo rituale. Tabolli ha evidenziato il coinvolgimento di studenti e professionisti, e la sfida di mantenere intatte le tracce per permettere un’interpretazione scientifica accurata.
Massimo Osanna ha richiamato l’attenzione sulla metodologia adottata, basata su una rigorosa interdisciplinarità. Questo approccio ha permesso di mettere in relazione i vari reperti, approfondendo la conoscenza delle pratiche votive e del contesto religioso cercando di dare senso a ogni oggetto ritrovato.
Il materiale recuperato li ha spinti a rivedere alcune idee sulla convivenza culturale tra etruschi e romani in questa zona del Lazio meridionale e della Toscana. L’importanza della documentazione archeologica ha contribuito a trasformare questo sito in un punto di riferimento per gli studi sulle civiltà antiche italiane.
La mostra alla james-simon-galerie e il dialogo tra antico e contemporaneo
La mostra berlinese, resa possibile dalla Fondazione culturale prussiana, presenta i bronzi di San Casciano in un allestimento che cerca il confronto diretto tra passato e presente. Oltre alle statue in bronzo e ai reperti trovati, il percorso espositivo include opere della raccolta di antichità classiche dei Musei di Berlino e votivi moderni del Museum Europäischer Kulturen di Dahlem.
Martin Maischberger, vicedirettore della collezione antica della Fondazione, ha sottolineato l’importanza di questo dialogo tra arte antica e la cultura contemporanea. La mostra permette un confronto che non rimane solo storico, ma invita a riflettere sul ruolo dell’arte in una dimensione più ampia e condivisa.
L’allestimento è pensato per far comprendere come monumenti e oggetti di migliaia di anni fa abbiano influenzato, ispirato e continuino a parlare all’uomo moderno. Proprio questo scambio è al centro dell’interesse del pubblico internazionale, che potrà apprezzare da vicino i dettagli e il valore unico dei bronzi, spesso difficili da vedere fuori dal territorio italiano.
Il successo di questa iniziativa testimonia una rete culturale che supera i confini nazionali e prova a costruire un ponte tra passato e presente, tra popoli e tradizioni diverse. Berlino diventa così ancora una volta una vetrina d’arte che illumina un pezzo di storia italiana di forte impatto.