Il caracalla festival si conclude il 7 agosto con una serata dedicata ai carmina burana di carl orff, un’opera sinfonico-corale tra le più note e amate del Novecento. L’evento si svolge nello scenario unico delle Terme di Caracalla, consolidando il legame tra musica e patrimonio storico romano. La serata riassume i temi trattati nel cartellone curato da damiano michieletto, che ha puntato a unire la dimensione sacra a quella umana, sfidando le barriere tra cultura popolare e “alta” cultura.
Un finale tra sacro e profano nello spirito di michieletto
Damiano michieletto, alla direzione artistica del caracalla festival affidata all’opera di roma, ha scelto i carmina burana per chiudere l’edizione estiva del 2025. La composizione di carl orff ben si presta a rappresentare il percorso dell’intera rassegna, che ha esplorato il confine fluido tra il sacro e il profano, il popolare e il colto. La scelta di questo titolo, carico di suggestioni, riflette la volontà di raccontare l’uomo nelle sue contraddizioni, senza dividere il pubblico in categorie rigide.
Una scenografia che unisce passato e presente
La rappresentazione si svolge nello straordinario scenario delle terme di caracalla, con una scenografia e un’atmosfera capaci di esaltare il contrasto tra il passato antico e la musica moderna. La durata, il ritmo e la potenza dei carmina burana si prestano a chiudere la stagione con forza e intensità, regalando agli spettatori un’esperienza che unisce emozioni diverse e profonde.
La produzione musicale con grandi nomi internazionali e locali
Sul podio dell’orchestra del teatro dell’opera di roma sale diego matheuz, direttore venezuelano che torna a caracalla dopo l’esperienza del 2022 con la mass di bernstein. Matheuz, noto per la precisione e la capacità di trasmettere energia agli interpreti, guida un ensemble di musicisti esperti pronti a dare vita all’opera con grande coinvolgimento.
Il coro della fondazione capitolina, diretto da ciro visco, accompagna con forza e precisione il cuore corale dell’opera. I solisti scelti sono il soprano giuliana gianfaldoni, il tenore levy sekgapane e il baritono vito priante, che aveva recentemente partecipato al caracalla festival come interprete di leporello nel don giovanni diretto da vasily barkhatov. Una menzione speciale va alla scuola di canto corale del teatro dell’opera di roma, che partecipa attivamente all’evento, integrando giovani voci e offrendo un quadro sonoro completo e multiculturale.
La storia e il significato culturale dei carmina burana
I carmina burana debuttarono l’8 giugno 1937 alla staatsoper di francoforte, trovando subito un forte consenso. Carl orff stesso, dopo la prima assoluta, considerò quest’opera come l’inizio della sua vera produzione musicale, scrivendo al suo editore che poteva “mandare al macero” tutto ciò che aveva scritto prima. L’opera si basa su testi tratti da canti goliardici anonimi raccolti in un manoscritto della biblioteca del convento di benediktbeuren, in baviera, da cui prende il nome il titolo.
I testi riflettono la vita medievale con i suoi momenti di gioia, dolore, amore, e allegria, ispirati alla natura, al vino e alle esperienze umane universali. Non ci sono personaggi propriamente detti, perché il protagonista è l’uomo in generale, con i suoi sentimenti e le sue sfide. La musica ha un ritmo ben definito, che domina sin dal prologo, trasmettendo l’immagine della ruota della fortuna, simbolo di cambiamenti e incertezze in ogni epoca.
Temi universali e immutabili
L’opera si sviluppa in quattro grandi sezioni: il prologo offre la potente immagine della fortuna che governa il destino umano. Seguono tre parti dedicate rispettivamente alla primavera, ai canti da taverna e ai canti d’amore. La primavera evoca la rinascita della natura e le energie vitali, con toni luminosi e spensierati.
I canti da taverna si immergono nell’atmosfera festosa e talvolta licenziosa del mondo popolare, raccontando la spensieratezza e gli eccessi della vita terrena. La sezione dedicata all’amore è attraversata da emozioni intense, che vanno dall’anelito al desiderio alla sofferenza del distacco. La musica di orff si distingue per semplicità e immediatezza, oltre che per l’enfasi ritmica e corale. Questo rende l’opera accessibile e capace di coinvolgere sia gli appassionati di musica classica sia un pubblico più vasto.
Lo spettacolo alle terme di caracalla offre un’immersione in questi contrasti e colori, mettendo in scena una narrazione senza tempo dove convivono gioie e dolori della vita.