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Il consiglio regionale della campania approva il riconoscimento delle isole e comuni come zone disagiate

La Campania ha compiuto un passo significativo nella definizione dei diritti delle sue aree più isolate e difficili da raggiungere. Ieri, il Consiglio regionale ha votato all’unanimità una legge che classifica le isole di Capri, Ischia e Procida insieme ai comuni di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri come “zone disagiate“. Questo provvedimento apre la strada a interventi mirati e deroghe normative per migliorare la qualità della vita in queste località. Le implicazioni si annunciano importanti per i cittadini, soprattutto sul fronte dei servizi sanitari, scolastici e delle infrastrutture.

Voto unanime per la legge sulle zone disagiate in campania

La seduta del Consiglio regionale della Campania si è chiusa con un consenso unanime sulla proposta guidata dal presidente Gennaro Oliviero e da altri consiglieri come Giuseppe Sommese, Tommaso Pellegrino, Francesco Picarone e Corrado Matera. Il testo riconosce ufficialmente sei territori campani come particolarmente svantaggiati a causa della loro posizione geografica e delle caratteristiche orografiche che complicano l’accesso e la fornitura di servizi fondamentali.

Il fatto che l’Aula abbia accolto la proposta all’unanimità mostra l’attenzione crescente verso le aree periferiche e insulari. Il riconoscimento di zone disagiate significa anche vincolare la regione a interventi specifici in settori chiave come la sanità, la scuola e le infrastrutture. Questo riconoscimento è un passo istituzionale che testimonia la volontà di non lasciare indietro comunità spesso dimenticate.

Strumenti normativi per aiutare territori con difficoltà geografiche

Secondo le parole di Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale, questa legge va oltre la semplice etichetta: “attribuisce diritti e dignità a chi vive in territori complicati dalla morfologia e dall’isolamento.” Chi abita su un’isola o in una zona montuosa si confronta con problemi quotidiani che richiedono risposte diverse rispetto alle aree più accessibili e urbanizzate.

L’attivazione delle deroghe a vincoli nazionali fa la differenza, evitando che norme standard penalizzino chi si trova in condizioni di fragilità territoriale. Le norme consentiranno quindi di modulare gli interventi in ambiti essenziali, dando priorità alla continuità nei servizi sanitari, all’adeguamento degli istituti scolastici e a infrastrutture più sicure e funzionali.

Questa nuova cornice normativa si rivolge a territori che finora hanno dovuto confrontarsi con limitazioni rigide. Ora le deroghe permetteranno un approccio più flessibile, calibrato sulle necessità concrete delle comunità locali.

Tutela dell’equità territoriale e valorizzazione delle comunità locali

Il nuovo status di zone disagiate affronta un problema di lungo corso: l’ineguaglianza tra centri urbani e aree periferiche. Troppe volte questi territori si sono trovati esclusi da strategie di sviluppo che favorivano i poli più grandi, alimentando un esodo demografico verso le città.

Con la legge approvata, la Campania mette un punto fermo a favore dell’inclusione e della permanenza delle popolazioni in luoghi che rischiavano di essere marginalizzati. L’attenzione si sposta sulle persone e sui bisogni concreti, superando la freddezza di criteri standardizzati che spesso non riflettono la realtà sul campo.

Capri, Ischia, Procida, Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri avranno così un quadro giuridico che li tutela meglio. La norma cerca di riequilibrare le condizioni di accesso a servizi essenziali e di sicurezza, sostenendo la possibilità di vivere e lavorare in questi luoghi senza dover affrontare ostacoli eccessivi imposti da leggi pensate per territori diversi.

Impegno politico verso i territori isolati e montani

La proposta di legge è frutto dell’iniziativa del presidente Oliviero e di un gruppo di consiglieri impegnati nel riconoscimento delle peculiarità territoriali. Esprime la volontà politica di assumersi responsabilità precise verso chi abita in luoghi che convivono con la complessità dell’insularità o dell’orografia difficile.

Non si tratta solo di un voto formale ma di un passo che obbliga la Regione a tradurre questo riconoscimento in azioni concrete. Non a caso, la norma permette di mantenere in vita servizi sanitari e scolastici che, senza interventi mirati, rischierebbero di chiudere o di ridurre drasticamente la loro attività.

In Sardegna e Sicilia, situazioni simili hanno già visto l’adozione di strumenti del genere. Ora la Campania si dota di una legge che rimette al centro la facoltà di adattare le regole alle particolarità dei diversi territori. Per chi vive in queste zone, il provvedimento rappresenta una possibilità concreta di migliorare le condizioni di vita senza doversi allontanare.

Ieri non è stata solo una giornata politica a Napoli ma un momento che riguarda ancora molte famiglie campane che si misurano ogni giorno con barriere difficili da superare e che ora hanno dalla loro parte una nuova norma.

Monica Ghilocci

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