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Il museo archeologico nazionale di napoli presenta l’allestimento domus con duecentocinquanta reperti pompeiani

Il museo archeologico nazionale di napoli ha inaugurato il nuovo allestimento “Domus. Gli arredi di Pompei” nelle sale del secondo piano. L’esposizione raccoglie circa duecentocinquanta oggetti provenienti in gran parte dai depositi museali, tra cui mobili, suppellettili e opere d’arte. Questo progetto permette di immergersi nella vita quotidiana delle case pompeiane, offrendo un’occasione per scoprire dettagli poco noti degli ambienti domestici dell’antichità.

Il progetto e l’allestimento nelle sale di napoli

Il nuovo allestimento si sviluppa su più stanze del secondo piano del museo, portando alla luce arredi come sedie, sgabelli, panche e tavoli, ma anche oggetti d’uso quotidiano quali bracieri, lucerne, scaldavivande, candelabri e tazze. Sono esposti inoltre diversi pezzi di scultura, ornamenti da fontane e affreschi, provenienti da diverse domus vesuviane. Molti di questi reperti erano conservati nei depositi e sono stati restaurati appositamente.

La mostra è curata da Massimo Osanna, Andrea Milanese e Ruggiero Ferrajoli con la collaborazione di Luana Toniolo. Il percorso espositivo guida i visitatori all’interno del contesto abitativo della Pompei antica, ricostruendo non soltanto la raffinatezza e l’importanza artistica degli arredi ma anche il senso simbolico e il gusto degli abitanti. L’allestimento rende possibile capire le abitudini quotidiane, lo stile di vita e l’ambiente domestico che faceva da sfondo a quelle comunità.

Gli oggetti più significativi e la loro storia

Tra i reperti di maggiore rilievo spiccano un grande braciere rettangolare decorato in rame, stagno e ottone, oltre a un portalucerne monumentale raffigurante Dioniso a cavallo di una pantera. Sono esposti anche una piccola ara accesa e un tavolino pieghevole con un sistema complesso che ne permetteva il trasporto.

In mostra c’è anche un tavolino con monopodio a sfinge e la statua di Apollo, entrambi testimonianze che illustrano la ricchezza delle decorazioni e il valore culturale degli arredi pompeiani. Questi oggetti illustrano come le case non fossero solo luoghi di vita, ma anche spazi dove si esprimeva cultura e rappresentazione. Gli arredi, perciò, avevano un ruolo centrale nell’omaggiare stile e potere degli abitanti.

La valorizzazione delle sale affrescate e gli ambienti storici

Nel riallestimento trovano nuovo spazio e valore affreschi restaurati provenienti dalla villa di Numerio Popidio Floro a Boscoreale. Le grandi pareti affrescate sono state affidate a un delicato lavoro di recupero che ha restituito il loro splendore originario. Il visitatore può così apprezzare dettagli e colori che rendono viva la scena domestica pompeiana.

La mostra comprende anche la sala dei grifi, dove arredi ottocenteschi, realizzati nel 1870 su commissione di Giuseppe Fiorelli, si ispirano a modelli pompeiani originali. Una copia del famoso Narciso di Vincenzo Gemito integra l’ambiente assieme a una selezione di acquerelli, incisioni e fotografie, che offrono ulteriori spunti sulla ricezione storica dell’antichità.

L’esperienza immersiva si apre con uno spazio ispirato alla casa del Fauno, che guida il visitatore attraverso un percorso emotivo e visivo, capace di trasportarlo nelle atmosfere degli ambienti domestici pompeiani. Questa soluzione pratica permette di riconnettere i reperti alla loro origine e collocazione.

Il futuro del museo e i lavori in corso

Mentre è stato inaugurato il nuovo allestimento dedicato agli arredi pompeiani, stanno già procedendo i lavori per il riallestimento delle sale della villa dei papiri. Questo intervento punta a rinnovare la presentazione degli oggetti, aggiornandone la fruizione senza perdere il legame con la storia.

È stata presentata anche la nuova illuminazione realizzata in collaborazione con ERCO per le sale destinate agli affreschi di Pompei. L’illuminazione riveste un ruolo decisivo nel valorizzare i colori e le decorazioni dei dipinti antichi, rendendo più nitida e accattivante la visita.

Questa serie di interventi testimonia l’impegno a mantenere il museo attivo come custode della memoria e punto di riferimento per la conoscenza della città e della sua storia.

Monica Ghilocci

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