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Incendio a colfelice in località ara murata, fiamme minacciano la zona bassa senza supporto aereo

Un incendio di grande portata è scoppiato questo pomeriggio nella zona di Ara Murata, a Colfelice. Le fiamme hanno preso vigore su un terreno di altitudine media e stanno lentamente scendendo verso le aree abitate più vicine alla valle. Questo movimento rende sempre più complesse le operazioni di controllo, che al momento si stanno svolgendo solo con squadre a terra.

Il rogo in località ara murata e la crescita delle fiamme

L’incendio si è sviluppato poco prima del pomeriggio in una zona che, pur non essendo alta montagna, resta comunque fuori mano e difficilmente raggiungibile dai mezzi ordinari. Le condizioni del vento e della vegetazione secca hanno facilitato la diffusione delle fiamme, che ora puntano verso il basso, verso le abitazioni e le strade. Gli operatori sul campo hanno segnalato che la velocità dell’espansione del fuoco sta compromettendo la sicurezza delle aree vicine, e richiede attenzione continua.

In questi ambienti boschivi, la quercia e gli arbusti mediterranei sono stati avvolti dalle fiamme, rendendo le operazioni di spegnimento rischiose per gli uomini e limitandone l’efficacia. Il terreno irregolare e la difficoltà di accesso impediscono ai mezzi pesanti di raggiungere agevolmente il fronte del fuoco. Nel frattempo, il rischio di estensione all’area abitata ha spinto a disporre pattuglie di sorveglianza in prossimità di case e infrastrutture civili.

Intervento della protezione civile e ritardi sul fronte aereo

Immediatamente dopo l’allarme, il nucleo locale della protezione civile di Colfelice è intervenuto per un primo contenimento. I volontari si sono messi a lavoro con pompe portatili e manichette, cercando di arginare la diffusione intorno ai punti più critici. A breve dovevano arrivare i vigili del fuoco, ma a rallentare l’operazione è stata una decisione della sala operativa regionale.

I volontari della protezione civile hanno riferito alla nostra redazione un profondo disappunto per la mancata attivazione di un elicottero antincendio. Secondo la loro testimonianza, la presenza di un mezzo aereo sarebbe stata fondamentale per intervenire rapidamente e bloccare il fuoco prima che si propagasse ulteriormente. Hanno confidato che la richiesta di supporto aereo è stata respinta dalla sala operativa, decisione misteriosa al momento priva di spiegazioni ufficiali.

Questa scelta ha spinto i volontari a denunciare la difficoltà crescente di operare esclusivamente da terra, con rischi maggiori per la sicurezza di uomini e territorio. La presenza dell’elicottero avrebbe permesso di effettuare lanci mirati d’acqua o schiuma e contenere la propagazione in modo più efficace.

Difficoltà nel contenimento e monitoraggio della situazione

Attualmente le squadre a terra continuano a lavorare con turni serrati, alternandosi tra spegnimenti puntuali e monitoraggio dei punti più caldi. La mancanza del supporto aereo rallenta la capacità di fronteggiare le fiamme e costringe a un lavoro più faticoso e pericoloso, soprattutto perché il fronte si avvicina rapidamente alla zona bassa, abitata da diverse comunità.

Misure di sicurezza e sorveglianza sul territorio

Le autorità locali hanno intensificato i controlli nelle aree vulnerabili, predisponendo piani di evacuazione e contatti con i servizi della protezione civile. Il rischio che il rogo superi la barriera naturale e arrivi a minacciare case e strade è considerato grave dalle squadre impegnate. Per ora, nessuna evacuazione è stata ordinata, ma la situazione resta sotto stretta osservazione.

Nel frattempo, resta un punto di interesse la motivazione ufficiale del mancato invio del mezzo aereo. Sospetti e preoccupazioni crescono nella comunità, mentre i volontari chiedono maggiore attenzione e risposte dalle istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza.

Le operazioni di spegnimento potrebbero durare ancora diverse ore; il futuro andamento dipenderà molto dal cambiamento delle condizioni meteorologiche e dalla capacità di contenere le fiamme nella fascia bassa del territorio.

Monica Ghilocci

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