A Viterbo un ragazzo di 15 anni è morto dopo essersi schiantato con la moto contro un albero. Le autorità hanno avviato un’indagine e hanno iscritto nel registro degli indagati l’assessore ai lavori pubblici Stefano Floris e il dirigente comunale Luca Cosimi. I fatti risalgono allo scorso 9 aprile, quando il giovane ha perso la vita nell’incidente.
L’incidente mortale è avvenuto il 9 aprile nel territorio di Viterbo. Il ragazzo stava guidando una moto quando ha perso il controllo del mezzo ed è finito contro un albero, riportando ferite fatali. Subito dopo l’accaduto, il pubblico ministero Massimiliano Siddi della procura di Viterbo ha aperto un fascicolo per omicidio stradale colposo, ipotesi di reato al momento attribuita a ignoti.
Il magistrato ha inoltre deciso il sequestro dell’area teatro dell’incidente, per consentire accertamenti e garantire l’integrità del luogo in vista degli esami tecnici. Questo passaggio rappresenta un primo passo fondamentale per ricostruire l’accaduto e stabilire eventuali responsabilità.
A pochi giorni dall’incidente, sono stati iscritti nel registro degli indagati Stefano Floris, assessore ai lavori pubblici del Comune di Viterbo, e Luca Cosimi, dirigente del sesto settore dello stesso Comune. Entrambi sono difesi da avvocati di fiducia: Giovanni Labate per Floris e Giuseppe Picchiarelli per Cosimi.
Le indagini coinvolgono queste figure pubbliche, probabilmente per verificare se ci siano state negligenze nella gestione delle opere pubbliche o delle condizioni della strada su cui si è verificata la tragedia. L’iscrizione come indagati non suggerisce colpevolezza ma serve a permettere ai legali di partecipare alle operazioni necessarie.
Il 17 maggio scorso si è svolto un primo sopralluogo nell’area dell’incidente, per esaminare con precisione le condizioni del luogo. Questa fase è imprescindibile per la ricostruzione della dinamica e per la raccolta di prove che potrebbero chiarire come l’incidente si sia verificato.
Le operazioni di rilievo sono proseguite con l’intervento di tecnici scelti dalle parti coinvolte e alla presenza dei rispettivi avvocati. Esaminare i dettagli dell’asfalto, la segnaletica, eventuali difetti strutturali o di manutenzione potrà fare la differenza nell’indagine.
Queste attività serviranno a stabilire se la strada fosse pericolosa e se qualcuno abbia omesso di intervenire per mettere in sicurezza la zona. Saranno poi gli esperti a fornire relazioni dettagliate per la procura.
L’attenzione sulla sicurezza stradale e sul controllo pubblico è alta, soprattutto quando si tratta di giovani vite spezzate. La vicenda di Viterbo segue casi simili dove le condizioni delle infrastrutture vengono scrutate con rigore per identificare eventuali responsabilità amministrative o penali.
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