La città di Reggio Calabria ha accolto Giuseppe Borrelli come nuovo procuratore, con un passaggio di consegne che segna un cambio al vertice dell’ufficio giudiziario locale. Dopo più di un decennio lontano dalla Calabria, Borrelli torna con l’obiettivo di affrontare una delle realtà criminali più radicate, la ‘ndrangheta. La cerimonia d’insediamento ha visto la partecipazione di magistrati e personalità di spicco, che hanno sottolineato l’importanza di un impegno congiunto e di un’azione giudiziaria efficace per contrastare la criminalità organizzata.
Il passaggio di consegne e il contesto istituzionale a reggio calabria
Il 2025 ha portato un cambio significativo alla procura di Reggio Calabria. Giuseppe Borrelli, proveniente dalla procura di Salerno, ha assunto il ruolo di procuratore dopo l’uscita di Giovanni Bombardieri, che da settembre 2024 guida la procura di Torino. La cerimonia si è tenuta nell’aula della Corte d’Assise davanti alla presidente del tribunale Maria Grazia Arena. Erano presenti numerosi magistrati calabresi e il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.
Il passaggio di consegne tra il facente funzioni Giuseppe Lombardo e Borrelli ha confermato la continuità di un ufficio impegnato da anni in indagini delicate e spesso a rischio per via della pressione mafiosa. L’evento ha richiamato l’attenzione sul peso istituzionale della procura di Reggio Calabria, punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata.
Parole di giuseppe lombardo sull’ufficio e il passato
Giuseppe Lombardo, che ha ricoperto l’incarico ad interim, ha sottolineato come l’ufficio goda di una struttura composta da giovani magistrati, motivati e coscienti dell’importanza di mettere la persona al centro di ogni procedimento. In particolare ha ricordato l’«anno terribile 2010», quando un attentato alla procura generale provocò gravi danni. Quella stagione drammatica segna ancora la storia della procura e il nuovo procuratore dovrà mantenere alta l’attenzione su questi fatti, che rappresentano una ferita aperta nella lotta contro la ‘ndrangheta.
Il ritorno di Borrelli in calabria: un’esperienza segnata dall’impegno contro la criminalità
Giuseppe Borrelli ha rimarcato la sua precedente esperienza in Calabria, in particolare come aggiunto a Catanzaro, dove ha potuto toccare con mano le difficoltà di lavorare in una terra ricca di bellezze ma condizionata pesantemente dalla presenza mafiosa. Ha definito la Calabria un territorio con potenzialità notevoli ma ancora soffocato dalla ‘ndrangheta, che limita lo sviluppo di una società sana ma fragile.
Borrelli è tornato con una passione che non ha mai abbandonato, pronto a collaborare con i suoi nuovi collaboratori, tra cui Giuseppe Lombardo, Stefano Mussolino e Walter Ignazitto. Ha anticipato la volontà di portare avanti un lavoro in linea con la tradizione della procura di Reggio Calabria, che da tempo rappresenta una linea di resistenza contro il crimine organizzato.
Il ruolo della magistratura secondo Borrelli
Ha inoltre spiegato il ruolo cruciale della magistratura di fronte alle difficoltà contemporanee. Il lavoro non può ridursi a gestire pratiche burocratiche ma deve essere capace di risposte concrete e rapide. Ogni procedimento riguarda persone reali, spesso vittime o danneggiate dalla criminalità, e merita valutazioni tempestive e fondati motivi per essere avviato. Borrelli ha evidenziato come la procura debba guardare oltre la semplice amministrazione dei casi per intervenire in modo puntuale e incisivo.
Le parole di giovanni melillo sulla sfida alla ‘ndrangheta e la necessità di coesione
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha espresso parole precise sull’importanza di una guida come quella di Borrelli. Ha ricordato come il nuovo procuratore conosca bene la natura della ‘ndrangheta e sappia cosa richiede l’impegno sul campo. Melillo ha indicato la coesione interna come elemento fondamentale per un’azione efficace. L’ufficio deve lavorare congiuntamente, non solo sul piano nazionale, ma anche internazionale, dove la ‘ndrangheta ha ramificazioni crescenti.
La sfida della direzione distrettuale antimafia
Melillo ha illustrato la portata della sfida davanti alla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L’impegno da profondere deve corrispondere alla gravità del fenomeno criminale, che si espande ben oltre i confini locali. La Dda è chiamata a innalzare la qualità delle indagini e degli interventi, in sintonia con quanto accade in altri distretti italiani e in paesi europei e del mondo, dove le infiltrazioni mafiose sono oggetto di attenzione continua.
Il messaggio centrale è quello di non sottovalutare la pericolosità della ‘ndrangheta e la complessità nel contrastarla. Solo mediante coordinamento serrato e azioni mirate sarà possibile contenere ed eventualmente ridurre l’influenza delle organizzazioni criminali.
La procura di reggio calabria tra giovani magistrati e l’eredità di un impegno difficile
La procura di Reggio Calabria si presenta oggi come un insieme di magistrati giovani e preparati, consapevoli della delicatezza dei temi da affrontare. Giuseppe Lombardo ha rimarcato l’esperienza speciale che Borrelli porta, anche per la sua presenza durante i momenti più difficili, come l’attentato del 2010, che segnò profondamente l’ufficio.
I magistrati puntano a mantenere un equilibrio tra rigore professionale e umanità nelle valutazioni, considerando la persona coinvolta nei procedimenti giudiziari. Questo approccio nasce dalla consapevolezza delle conseguenze che ogni indagine e processo può avere sulla vita quotidiana degli individui, soprattutto in un territorio segnato dalla criminalità organizzata.
Una realtà complessa e un lavoro impegnativo
Il lavoro della magistratura giudicante è riconosciuto come impegnativo e complesso. La criminalità in Calabria si manifesta in sfaccettature che richiedono conoscenze approfondite, coraggio e coordinamento costante. La procura ha il compito di garantire risposte rapide ma anche accurate, per far valere la legge e sostenere la società civile.
Un ufficio che si rinnova, in un momento in cui la ‘ndrangheta continua a rappresentare una minaccia sempre attuale. Giuseppe Borrelli ha davanti a sé un compito delicato e cruciale per mantenere alta la guardia in territori dove l’illegalità tenta di mettere radici profonde, in un contesto che va oltre i confini italiani.