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La Campania potenzia la sanità a caserta ma denuncia mancanza di fondi dal governo centrale

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha parlato dal Pineta Grande Hospital di Castel Volturno annunciando un aumento dei posti letto nella sanità casertana. Ha sottolineato le difficoltà legate alla gestione del pronto soccorso e alle conseguenze della riduzione di punti nascita nelle province di Salerno e Caserta. Le parole di De Luca mettono in luce il contrasto tra le risorse regionali messe in campo e i vincoli imposti dal governo nazionale.

Le criticità nel pronto soccorso: costi e carenza di personale

La situazione del pronto soccorso presso il Pineta Grande Hospital riflette un problema più ampio, che riguarda molti ospedali italiani, in particolare nelle regioni del sud. La gestione economica del servizio è resa difficile dall’aumento delle prestazioni richieste e dalla carenza di personale medico e infermieristico. De Luca ha evidenziato come la Regione Campania faccia tutto il possibile per sostenere queste attività, ma senza un incremento dei fondi da parte del governo centrale diventa quasi impossibile garantire la continuità e la qualità del servizio.

Il presidente ha attribuito al governo nazionale la responsabilità principale di questa situazione, sottolineando che la mancanza di nuove risorse per il personale è il primo elemento che causa il sovraccarico dei pronto soccorso e la loro conseguente difficoltà operativa. Questi problemi, se non affrontati con tempestività, rischiano di compromettere non solo la gestione delle emergenze, ma anche la tenuta complessiva delle strutture ospedaliere.

Aumento dei posti letto al pineta grande hospital di castel volturno

Nel contesto della sanità casertana si sta procedendo con un ampliamento significativo dei posti letto disponibili. De Luca ha specificato che su 600 nuovi posti letto previsti nel territorio, 300 saranno destinati proprio al Pineta Grande Hospital, struttura che ha definito come un punto di riferimento per varie specialità mediche. Questo investimento punta a rispondere all’esigenza di garantire cure più tempestive e un maggior numero di ricoveri gestibili.

Il potenziamento si inserisce in un quadro di riorganizzazione generale del sistema sanitario locale, volto a migliorare la qualità delle prestazioni offerte. Tuttavia permangono questioni di natura economica e organizzativa legate soprattutto al comparto del pronto soccorso, che deve fronteggiare un numero di accessi che supera di gran lunga le previsioni iniziali. La crescita del numero di pazienti ha portato la direzione dell’ospedale a considerare la chiusura momentanea del pronto soccorso a luglio, a causa dei costi che si sono rivelati superiori al budget assegnato.

Coinvolgimento delle autorità ecclesiastiche nelle proteste locali

L’intervento del vescovo Giacomo Cirulli nel sostenere la manifestazione a Sessa Aurunca ha aggiunto un elemento di peso alla protesta contro la chiusura del punto nascita. La partecipazione della diocesi dà voce anche a istanze di varia natura, che coinvolgono la comunità e il tessuto sociale locale. Un richiamo morale che si unisce alla denuncia politica, evidenziando come la questione sanitaria si estenda oltre il mero aspetto tecnico-amministrativo.

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De Luca ha coinvolto anche il vescovo di Caserta e Capua, Pietro Lagnese, durante la sua visita a Castel Volturno. L’attenzione rivolta alle autorità ecclesiastiche conferma il rilievo della vicenda nei confronti di tutte le componenti della società campana. In questo quadro la regione si muove tra la necessità di dare risposte sanitarie concrete e la pressione che arriva dal basso, con manifestazioni e richieste di chiarimenti su decisioni che incidono profondamente sulla vita delle persone.

La chiusura dei punti nascita e il ruolo del governo

De Luca ha poi affrontato il tema della chiusura dei punti nascita nelle province di Salerno e Caserta. Tre strutture – a Sapri, Sessa Aurunca e Piedimonte Matese – sono state costrette a sospendere l’attività per indicazioni provenienti dal governo nazionale. Il presidente ha puntualizzato che questa scelta non è stata una decisione autonoma della Regione, bensì un obbligo imposto dall’alto, che ha limitato l’offerta territoriale a discapito della popolazione.

Questo intervento ha suscitato proteste locali e una manifestazione è prevista a Sessa Aurunca, supportata anche dalla diocesi locale e dal vescovo Giacomo Cirulli. Lo stesso De Luca ha sottolineato la necessità che in queste proteste si specifichino i responsabili della chiusura per evitare fraintendimenti sulla reale natura delle decisioni prese. Ha inoltre criticato alcune forze politiche che, a suo dire, speculano sulla vicenda senza riconoscere la responsabilità del governo nei tagli.

L’argomento non riguarda solo la riduzione dell’offerta sanitaria, ma anche la sicurezza delle future madri. La norma vigente impone la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti annui, ma la decisione ha aperto un dibattito sull’accessibilità e la qualità dell’assistenza ostetrica in aree già scarsamente servite.

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