La casa del jazz di Roma celebra la figura di Armando trovajoli, uno dei più influenti compositori italiani di jazz, dedicandogli la sala concerti. L’evento si inserisce nelle celebrazioni per i 20 anni dalla nascita della struttura, un punto di riferimento per la musica a Roma. Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili, esponenti della cultura e musicisti che hanno raccontato il lungo percorso artistico e l’eredità lasciata da trovajoli nel mondo del jazz italiano e internazionale.
Il tributo ufficiale alla carriera di armando trovajoli nella casa del jazz
Il 2025 segna un momento importante per la casa del jazz di Roma, che ha deciso di intitolare la sala concerti al maestro Armando trovajoli. Nato nel 1917 a Roma e scomparso nel 2013, trovajoli è stato un pianista e compositore che ha introdotto il jazz nel nostro paese già dagli anni Quaranta. Quella sera, tra le personalità presenti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha sottolineato il valore culturale del gesto, che rende omaggio a un musicista capace di portare la musica italiana all’estero. Al suo fianco, l’assessore alla cultura Massimiliano Smeriglio, la presidente della fondazione casa del jazz Claudia Mazzola e l’amministratore delegato Raffaele Ranucci hanno ricordato il ruolo della struttura nella promozione del jazz.
Ricordi dalla moglie e il concerto di tributo
Mariapaola Sapienza, moglie di trovajoli, ha raccontato alcuni episodi legati alla vita privata e professionale del maestro, sottolineando la sua dedizione alla musica e la capacità di creare ponti tra generazioni diverse. Anche il batterista Roberto Gatto ha partecipato alla cerimonia e a seguire si è esibito nel concerto “Rugantino reloaded”, insieme al pianista Enrico Pieranunzi e al sassofonista Rosario Giuliani. Il concerto ha ripreso i brani della celebre commedia musicale di trovajoli, mostrando come il suo stile continui a influenzare ancora oggi.
Armando trovajoli e l’introduzione del jazz in italia: i primi passi e le collaborazioni internazionali
Armando trovajoli rappresenta una figura fondamentale per la diffusione del jazz in Italia. Fin dagli anni Quaranta ha portato questo genere nel nostro paese, con uno stile che combinava la tradizione musicale italiana con le nuove sonorità americane. Fu tra i primi a collaborare con artisti di fama mondiale, tra cui Duke Ellington, Stéphane Grappelli e Django Reinhardt. Nel 1949 partecipò al festival di Parigi, un evento storico per la musica jazz, dove suonò accanto a leggende come Charlie Parker e Miles Davis.
Influenze e sperimentazioni
Questi contatti hanno permesso a trovajoli di arricchire il suo linguaggio musicale e di portare in Italia una visione moderna del jazz. Non ha mai limitato la sua attività ai contesti musicali più tradizionali, ma l’ha estesa anche al cinema e al teatro musicale. Le sue composizioni hanno acquisito grande valore, contribuendo a fondere generi e aprendo nuove strade alla musica italiana del secondo Novecento.
La riscoperta di rugantino e l’eredità musicale di trovajoli nel jazz contemporaneo
Tra le opere più amate di trovajoli, “Rugantino” occupa un posto speciale. Questo capolavoro teatrale è stato reinterpretato più volte, mantenendo viva la memoria artistica del maestro. Nel 2001 uscì “Roberto Gatto plays Rugantino”, disco che raccolse gli arrangiamenti di Paolo Silvestri e la partecipazione di Enrico Pieranunzi. Questa versione jazzistica propose una rilettura nuova, moderna, che mantenne intatto lo spirito originale del pezzo.
Il nuovo arrangiamento e il valore della composizione
Nella versione attuale, proposta al concerto di Roma, gli arrangiamenti sono stati rivisti togliendo gli archi e inserendo una tessitura musicale più essenziale. Ciò ha permesso di valorizzare la struttura compositiva e di sottolineare quel tocco elegante e intenso che ha sempre caratterizzato la musica di trovajoli. Il brano dimostra come le sue melodie riescano a comunicare ancora oggi con il pubblico, attraversando epoche diverse senza perdere forza e originalità.