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La cosmetica del futuro tra batteri, piante rare e tecnologie sostenibili controllate dall’intelligenza artificiale

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L’universo della cosmetica si sta trasformando rapidamente, incontrando nuove frontiere nella biodiversità e nella tecnologia. Dalla scoperta di batteri “amici” per la pelle, a sistemi di coltivazione roboticizzati, fino a profumi estratti direttamente dall’aria dei fiori, il mondo della bellezza punta sempre più verso soluzioni naturali e sostenibili. Questi sviluppi non sono solo una moda ma fanno parte di strategie industriali ben precise, che le grandi aziende come L’Oréal stanno realizzando con investimenti consistenti e ambiziosi obiettivi ambientali entro il 2030.

La biodiversità nascosta e le nuove frontiere nel mondo batterico della cosmetica

La Terra ospita una quantità incredibile di vita microscopica: si calcolano circa mille miliardi di specie di batteri, di cui solo lo 0,001% sono stati identificati. Anche nelle piante conosciamo meno di 500mila specie su un totale stimato di almeno 460mila. Questi numeri, già vasti di per sé, si riflettono nel settore cosmetico dove la ricerca va oltre le materie prime classiche per scoprire molecole e attivi derivanti da batteri e piante poco conosciute o nuove. Per esempio, il batterio Sphingobioma si sta rivelando utile per contrastare problemi come la rosacea mentre la Vitreoscilla filiformis è impiegata per riequilibrare pelli atopiche, dimostrando come il mondo microscopico offra soluzioni specifiche e ancora in gran parte inesplorate.

Applicazioni del microbioma cutaneo

Le applicazioni del microbioma cutaneo non si limitano a pochi prodotti o laboratori ma stanno dando forma a una nuova concezione della cura della pelle. Studi approfonditi sull’interazione tra pelle e microrganismi hanno infatti aperto la strada a cosmetici capaci di agire in modo mirato sui disturbi cutanei, intervenendo in profondità e favorendo un equilibrio naturale.

La biosfera intelligente: coltivazioni hi-tech per piante rare e attivi puri

Nel settore verde della cosmetica, si stanno diffondendo sistemi di coltivazione completamente automatizzati e controllati dall’intelligenza artificiale. Un esempio di avanguardia è il BioPod, una vera e propria fattoria verticale sviluppata dalla start up francese Interstellar, nella quale si coltivano piante rare o in via di estinzione come il mughetto, la stella alpina e la centella asiatica. Queste coltivazioni avvengono senza pesticidi, con un ciclo chiuso che elimina gli sprechi e favorisce la sostenibilità ambientale. L’estrazione degli attivi dalle piante avviene in un ambiente pulito e controllato, assicurando la purezza degli ingredienti utilizzati per i prodotti cosmetici.

Innovazione nella coltivazione e sostenibilità

Il BioPod è solo uno dei sistemi che mostrano come la tecnologia stia rivoluzionando l’approvvigionamento di materie prime. La possibilità di coltivare specie delicate in spazi ridotti e protetti consente di preservare la biodiversità, salvaguardando piante che altrimenti rischierebbero l’estinzione. La combinazione fra agricoltura rigenerativa e tecnologia punta a garantire un futuro più sano per i cosmetici, rendendo la produzione rispettosa dell’ambiente e più efficiente.

Profumi catturati dall’aria: osmobloom e l’estrazione degli odori dei fiori appena sbocciati

Un’altra innovazione arriva dal macchinario Osmobloom, progettato per catturare l’aroma fresco di un fiore appena sbocciato. Questa tecnologia consente di raccogliere le molecole odorose di fiori come tuberosa, giacinto, mughetto e fiori d’arancio in modo diretto e naturale. Il risultato sono profumi intensi e più persistenti, che richiamano fedelmente le note olfattive originali senza l’uso di solventi o processi chimici invasivi.

Questo metodo, nonostante l’apparente poeticità, si basa su processi chimici e fisici precisi e garantisce un’estrazione più rispettosa della materia prima. Il progetto dimostra come un approccio tecnologico e naturale possa fondersi per creare fragranze di alta qualità, seguendo un percorso più ecologico e innovativo rispetto ai metodi tradizionali.

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L’impegno sostenibile di l’oréal per il 2030: energie rinnovabili, materiali biobased e riduzione degli sprechi

A Parigi, nella sede storica di Rue Royal, Nicolas Hieronimus, amministratore delegato di L’Oréal, ha illustrato i progressi e gli obiettivi del piano di sostenibilità lanciato nel 2020 e valido fino al 2030. Il gruppo, che conta 37 marchi e genera miliardi di euro di fatturato, è già approdato a risultati significativi. Tutti i suoi stabilimenti sono alimentati al 100% da energia rinnovabile. L’intento è arrivare al 90% di materiali biobased o riciclati per formule e imballaggi. L’acqua usata negli stabilimenti deve provenire per il 100% dal riciclo, già raggiunto in Italia nello stabilimento di Settimo Torinese.

Impegni specifici nel packaging

Nel packaging, l’obiettivo è ridurre del 50% la plastica vergine e diminuire del 20% il peso complessivo rispetto al 2019. Hieronimus ha riconosciuto come il percorso verso il 100% di plastica riciclata sia complicato a causa della disponibilità ancora limitata di materiale, ma ha garantito lo sforzo per mantenere alti gli standard ambientali estendendo l’attenzione a tutti i materiali usati. Sul fronte delle certificazioni, L’Oréal ha recentemente ottenuto la tripla A da CDP, un riconoscimento importante sull’impatto ambientale.

La filiera e le nuove abitudini di consumo: refill, packaging rigenerati e spazi dedicati al riutilizzo

Il settore cosmetico deve affrontare la sfida di integrare la sostenibilità a tutti i livelli della produzione e della distribuzione. L’Oréal prevede una crescita consistente del mercato del refill per prodotti come shampoo, profumi, fondotinta e saponi. Questi articoli saranno spesso presentati in imballaggi realizzati con plastica rigenerata o cartone riciclato.

Negozi di grandi marchi stanno sperimentando spazi dove i clienti possono ricaricare i propri prodotti da apposite fontane distributrici, un sistema che riduce i materiali monouso e incentiva il riutilizzo. Quest’approccio non guarda solo al risparmio ambientale ma anche a un’evoluzione nella forma del rapporto fra consumatore e prodotto, in un contesto di consumi più responsabili e consapevoli.

Il settore della cosmetica si muove così verso nuovi equilibri, incrociando biotecnologie, attenzione al territorio e soluzioni pratiche per il consumatore. Gli sviluppi già sul mercato confermano che innovazione e natura possono coesistere, nel rispetto delle risorse e della salute della pelle.

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