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La musica napoletana tra tradizione e critica della trap: il procuratore gratteri esprime il suo punto di vista

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Nel cuore di Napoli, la musica resta elemento centrale della cultura e dell’identità cittadina. Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, ha parlato con i giornalisti durante il concerto di Enzo Avitabile, soffermandosi non solo sul valore della tradizione musicale ma anche sulle sue riserve rispetto alla musica contemporanea, in particolare la trap. Un dialogo che mette in luce un confronto generazionale e culturale legato ai testi, ai messaggi e al ruolo che la musica può avere nella società napoletana.

La critica alla musica trap e il messaggio rivolto ai giovani

Il procuratore si è apertamente mostrato distante dai testi e dai contenuti della musica trap, che definisce spesso carichi di violenza, consumo di droghe e sessismo. In particolare ha criticato la rappresentazione delle donne, vista come un retaggio di un’epoca superata e degradante. Gratteri ha detto di non poter condividere quei messaggi, soprattutto dopo averli sentiti cantare dai giovani.

Ha raccontato di parlare spesso con i ragazzi nelle scuole, invitandoli a riflettere sui testi che scelgono di cantare e ascoltare. Secondo lui, molti giovani ripetono parole senza conoscere il peso culturale e sociale che quei testi possono avere. L’appello che rivolge è di guardare con più attenzione alle parole, per riconoscere messaggi inadeguati e non lasciarsi condizionare da modelli negativi.

La presenza e il valore di enzo avitabile nel panorama napoletano

Gratteri ha spiegato il motivo della sua presenza al concerto di Piazza Mercato: la conoscenza e stima verso Enzo Avitabile, un artista seguito fin dagli esordi con Sos Brothers. Nel tempo, ha detto, ha ammirato la crescita di Avitabile, capace di proporre testi sempre più impegnati accompagnati da arrangiamenti musicali di rilievo.

L’invito personale dell’artista ha reso impossibile per il procuratore mancare all’evento. Per lui, Avitabile rappresenta la continuità e la forza di una musica napoletana che mantiene vivo un racconto autentico, basato su contenuti e sonorità di qualità. La figura di Avitabile è emblematica di come la musica possa veicolare cultura e memoria.

La musica come strumento di salvezza e identità per napoli

Domandato se la buona musica può aiutare a cambiare Napoli, Gratteri ha risposto con fermezza affermativa. Ha ricordato che la città è stata sempre accompagnata da gruppi e artisti capaci di esportare la sua cultura musicale nel mondo. Tra questi la Nuova Compagnia di Canto Popolare, formata negli ultimi decenni, che ha contribuito a mantenere viva la tradizione.

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L’attenzione verso le radici e la qualità del messaggio artistico ha portato alla nascita di figure importanti, conosciute a livello internazionale. Secondo il procuratore, la musica autentica può incidere, influenzare le persone e trasmettere valori. Ha anche ammesso di non conoscere molto degli artisti più giovani, lasciando quindi aperto il campo a nuove generazioni che sapranno, o meno, raccogliere quel testimone prezioso.

La tradizione napoletana come espressione di cultura profonda

Gratteri ha evidenziato la ricchezza musicale e culturale che Napoli ha sempre rappresentato, sottolineando come la tradizione cittadina vada oltre la sola canzone classica. Ha ricordato che anche i cantautori attivi oggi, pur se in parte scomparsi, sono testimoni di una cultura che continua a vivere nei suoni e nei testi. Questa eredità, ha detto il procuratore, si riflette in artisti che hanno saputo raccontare Napoli con una lucidità e una capacità artistica che affascina ovunque.

Nel suo discorso, ha indicato alcuni nomi simbolo, come Enzo Avitabile, i fratelli Bennato, Tullio De Piscopo, James Senese e Tony Esposito. Questi musicisti, ha spiegato, sono portavoce di un messaggio culturale forte che testimonia la vitalità della scena locale. La loro musica non è solo intrattenimento, ma anche un racconto di Napoli, delle sue contraddizioni, dei suoi dolori e delle sue speranze.

In una serata dedicata alla musica, Gratteri ha mostrato una posizione netta: da una parte il rispetto per un patrimonio culturale solido, dall’altra una critica chiara verso certe espressioni recenti, soprattutto quelle capaci di veicolare messaggi divisivi o negativi. A Napoli, in ogni caso, la musica resta un racconto vivo, tra memoria e sfide nuove.

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