L’arrivo di glenn martens alla guida creativa di maison margiela ha richiamato molta attenzione nella moda. Il debutto con la collezione autunno/inverno 2025/26 ha portato in passerella scelte insolite e riferimenti storici, creando un evento che ha unito arte, architettura e sartoria con un forte richiamo al passato. La sfilata si è svolta a Parigi in un luogo carico di storia per il brand.
Location e scenografia: tra memoria e decadenza a le 104 di Parigi
Il défilé si è tenuto a “le 104“, uno spazio culturale nel nord di Parigi dove martin margiela mostrava le sue prime proposte. Questo luogo ha assunto un ruolo simbolico nella storia del marchio, e qui la scenografia è stata trasformata per restituire un’atmosfera particolare. L’allestimento ha riprodotto un falso palazzo in marmo, visibilmente degradato e caduto in disgrazia. Questo elemento scenico rimanda a un senso di fascino antico, ma anche di abbandono, un impatto visivo che serve da sfondo alla collezione.
Riferimenti architettonici gotici e medievali
I riferimenti architettonici scelti si basano sulla struttura delle costruzioni medievali nelle Fiandre e nei Paesi Bassi. Le linee verticali e i volumi delle silhouette evocano le torri gotiche, mentre le forme create dai capi suggeriscono la sacralità e la rigidità delle statue presenti sulle facciate delle chiese di quell’epoca. Questo gioco fra architettura e moda dà alla scena un carattere solenne, più simile a un racconto visivo d’arte che a una semplice presentazione di abiti.
La collezione fall winter 2025/26: volumi, materiali e illusioni ottiche
La proposta di martens per margiela si basa su tessuti e forme che mettono l’anatomia in risalto attraverso elementi costruiti con cura. I volumi accentuano la verticalità, e molte creazioni sembrano vere e proprie sculture da indossare. Corsetteria e drappeggi creano giochi di luce e ombre, rendendo il fisico quasi trasfigurato.
La palette di colori richiama materiali freddi e materici: dai toni cemento alle sfumature metalliche. E proprio i materiali occupano un ruolo chiave. La prima parte del defilé ha mostrato plastica stropicciata e trasparente, abbinata a maschere dello stesso materiale che coprivano completamente i volti delle modelle. Questo dettaglio ha imposto un ritmo più lento alla sfilata, quasi cerimonioso, mentre pezzi come camicette e vestiti venivano portati senza biancheria, accentuando l’effetto di trasparenza e vulnerabilità.
Nel corso della sfilata sono apparsi capi iconici, come tailleur scuri e jeans dipinti, veri simboli di maison margiela, rivisitati con sovrapposizioni di plastica color fango a segnare un contrasto tra tradizione e contaminazione contemporanea.
Abiti metallici e teatralità
L’apparizione di due abiti imponenti in metallo, uno in oro giallo e l’altro in argento brunito, ha rimarcato lo spirito di teatralità e ha fatto emergere il carattere forte di questa collezione. Accompagnati da body aderenti e maschere teatrali, gli abiti metallici hanno concluso il racconto visivo suggerendo tanto allusione al passato quanto forza scultorea.
L’impatto delle maschere e la scelta estetica di martens
Una delle scelte più evidenti e discusse è stata l’uso di maschere, calotte e persino pentole di rame per celare interamente il volto delle modelle. Questa decisione estetica ha rallentato la camminata e modificato la percezione della sfilata. L’assenza di volti visibili elimina qualsiasi elemento personale dai modelli, facendo concentrare lo sguardo esclusivamente sugli abiti e sulle forme.
Il motivo di coprire i volti si riallaccia a uno stile che punta a trasformare la moda in un atto performativo e teatrale. In effetti, senza espressioni facciali, ogni passo diventa rituale. Il ritmo più lento smorza l’idea di passerella frettolosa ed esalta l’idea di un racconto visivo. Le maschere di plastica e metallo, le calotte lavorate e le pentole sembrano oggetti di scena, elementi che amplificano la sensazione di fuori dal tempo, quasi come se fosse in scena un’opera che unisce costume, architettura e moda.
Il pubblico presente ha assistito a uno spettacolo che rompe schemi classici. L’assenza di identità rende i modelli simili a statue viventi, le quali calcano una passerella trasformata in un luogo teatrale e architettonico. Questa ambizione nasce, sicuramente, dall’esperienza di martens e dall’importante eredità lasciata da john galliano.
La musica e il contesto sonoro a supporto della scena
Il fashion show si è aperto sulle note di una chitarra spagnola, scelta che ha offerto un’atmosfera intima e raccolta. Il suono delle corde ha arricchito la scenografia decadente, sottolineando il carattere evocativo e l’ispirazione medievale di tutta la proposta. La musica ha accompagnato passo per passo la sfilata senza coprire o sovrapporsi, ma rafforzando il senso di rito.
Questa tensione sonora parte da elementi semplici, ma riesce a incidere molto sul coinvolgimento emotivo dello spettatore. La chitarra spagnola è riconosciuta per la sua capacità di evocare nostalgia e calma, supportando così il passo lento imposto dalle maschere. L’approccio sonoro riflette molto la volontà di fare della passerella non solo una vetrina per gli abiti, ma una vera narrazione, una sequenza in cui ogni elemento – dalla musica alla scenografia – si fonde per trasmettere messaggi forti, sia estetici che simbolici.
La sfilata di glenn martens per maison margiela ha quindi espresso una visione solida e particolare della moda come forma d’arte totale. Lo spettacolo scandito da volumi scultorei, materiali insoliti e maschere inquietanti ha posto un nuovo livello di lettura per un marchio noto per le sue sperimentazioni negli ultimi anni. Rimane il ricordo di un evento in cui storia, architettura e sartoria si sono intrecciate a Parigi, alimentando il racconto di uno stile che guarda al passato con sguardo critico e originale.