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L’Abruzzo verso un progetto di legge sul suicidio medicalmente assistito: tensioni in Consiglio regionale a L’Aquila

La discussione sul fine vita è tornata al centro del dibattito nell’aula del Consiglio regionale d’Abruzzo, a L’Aquila. Il progetto di legge per «procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito» potrebbe portare l’Abruzzo a seguire la Toscana, prima regione in Italia ad aver approvato una normativa in materia. Il tema, però, divide e suscita incertezze nella maggioranza di centrodestra che guida la regione, spingendo verso un rischio di mancata approvazione.

Il contesto politico e il progetto di legge in abruzzo

Il progetto di legge è stato presentato come iniziativa popolare e da alcuni mesi si trova nel calendario del Consiglio regionale abruzzese. La proposta affronta il tema delicato del suicidio assistito con regole che riguardano tempi e modalità di assistenza sanitaria, ma la questione principale resta la competenza legislativa. La maggioranza guidata dal presidente della giunta Marco Marsilio e dal presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri esprime perplessità, considerando la materia di certo di competenza nazionale. Si teme che eventuali norme regionali verrebbero impugnate dal governo centrale, lasciando un vuoto legislativo ancora irrisolto.

Una legge regionale sotto la lente

Il testo era stato presentato inizialmente il 26 giugno 2024 e la legge regionale concede un periodo massimo di 12 mesi per una decisione definitiva. Per tutto questo tempo, la proposta è stata discussa dalle commissioni e non ha ancora trovato l’approvazione dell’aula. La delicatezza del tema e le divisioni interne sono evidenti: la commissione competente ha ascoltato pareri a favore e contrari senza arrivare a votare la norma. L’aula non ha ancora varato il progetto che sarebbe comunque uno dei primi tentativi concreti in Italia di regolamentare questo aspetto del fine vita attraverso una legge regionale.

La procedura d’urgenza e la raccolta firme che ha dato slancio alla proposta

L’iniziativa legislativa nasce da una proposta popolare ufficialmente accolta dal Consiglio regionale con «procedura d’urgenza». Questa modalità, prevista dalla legge regionale, permette di anticipare i tempi normali di discussione per argomenti considerati rilevanti e urgenti. Nel caso specifico, la proposta aveva raccolto migliaia di firme di cittadini abruzzesi contrari o favorevoli all’introduzione del suicidio assistito come diritto regolato dalla sanità pubblica.

Pareri e audizioni in commissione

Il percorso della legge è iniziato con la raccolta delle firme pubbliche e si è sviluppato in più fasi formali. I promotori hanno anche ottenuto il parere favorevole del Collegio di garanzia statutaria, elemento importante che ha contribuito a rafforzare la legittimità della proposta davanti al Consiglio regionale. Gli incontri e le audizioni svolte nella Commissione V hanno visto un confronto diretto sia con chi sostiene la legge, che con chi si oppone per motivi etici o giuridici. Questo scambio ha messo in evidenza la complessità dell’argomento e difficoltà a trovare una soluzione condivisa.

Appello e mobilitazione da parte dell’associazione luca coscioni

Nelle ultime settimane, la campagna ‘Liberi Subito’, organizzata dall’associazione Luca Coscioni, ha riacceso l’attenzione sul progetto di legge. Riccardo Ververi, coordinatore della campagna, ha scritto una lettera aperta indirizzata alla politica abruzzese e ai cittadini. Nel messaggio ha ricordato i passaggi chiave del percorso iniziato due anni fa, evidenziando come per la prima volta l’iniziativa popolare abbia portato una proposta di legge concreta in Abruzzo.

Ververi ha sottolineato il lavoro lungo che ha coinvolto firme, autenticazioni e raccolta di certificati presso vari comuni. Ha ringraziato i principali esponenti politici che hanno contribuito a dare voce al dibattito, tra cui il presidente Marsilio e Luciano D’Amico, candidato presidente del centrosinistra. L’appello si concentra sulla libertà individuale di scegliere in scienza e coscienza, chiedendo di non porre limiti alle scelte personali di fine vita. Il messaggio punta a superare schieramenti politici, invitando a considerare la questione come un diritto civile e non un tema divisivo.

La mobilitazione della società civile

L’associazione ha promosso ulteriori iniziative pubbliche per mantenere alta l’attenzione e chiede tempi rapidi di discussione nell’aula del Consiglio regionale.

Il nodo della competenza nazionale e le prospettive future

Il passaggio cruciale rimane il rischio che il governo nazionale impugni qualsiasi legge regionale sul suicidio assistito, ritenendola di competenza esclusiva dello stato. Questa posizione ha bloccato altre iniziative simili sul territorio italiano e sembra oggi influenzare fortemente anche l’umore dei consiglieri regionali abruzzesi. Lo scenario che si profila lascia aperta la porta a ulteriori approfondimenti in sede nazionale, piuttosto che a una legge a livello locale.

Attesa e incertezza in consiglio regionale

Nonostante le pressioni e l’appello degli attivisti, il tempo scorre e l’Assemblea deve decidere se tentare un passaggio politico delicato o lasciare il tema congelato per sentire la discussione allargata oltre i confini regionali. La questione del fine vita in Abruzzo resta così tra impegni formali e tensioni politiche, in una fase di attesa che lascia molte incognite sul futuro immediato. Il confronto resta acceso e la prossima convocazione del Consiglio sarà decisiva per conoscere il destino di questa proposta di legge.

Paolo Ludovichi

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