La polizia di Latina ha concluso una lunga caccia all’uomo arrestando ieri mattina Ismail el Ghayesh, gommista di 28 anni con un passato criminale. Evaso dagli arresti domiciliari quasi due mesi fa, el Ghayesh ha nascosto la sua presenza sul territorio, fino a essere fermato durante un controllo che è sfociato in una fuga rocambolesca. Le forze dell’ordine lo hanno bloccato tra Latina e Sabaudia, anche dopo un tentativo disperato di scappare a piedi. Questo caso mette in luce l’attività di vigilanza e indagine serrata svolta dalla squadra mobile locale.
Ismail el Ghayesh era agli arresti domiciliari nella zona di Frosinone ma ha violato la misura quasi subito, rendendosi irreperibile per quasi due mesi. Le forze di polizia lo cercavano in modo discreto ma continuo, preoccupate dalla sua possibile pericolosità, anche in base al suo passato difficile. El Ghayesh aveva avviato prima del suo arresto due officine di gommista a Latina, dove probabilmente si nascondeva. La decisione di concedergli gli arresti domiciliari in un’area diversa rispetto a quella della parte offesa voleva evitare rischi, ma la sua evasione ha complicato la situazione. La polizia ha seguito segnali, ma il sospettato ha evitato diverse volte di farsi trovare.
Gli investigatori si aspettavano un suo ritorno nella città pontina. Nei giorni precedenti all’arresto, la sorveglianza si è intensificata. Nei controlli, el Ghayesh è stato scoperto da una pattuglia di Terracina. Il finto controllo di routine si è trasformato in un inseguimento perché l’uomo, fingendo di non avere documenti, ha improvvisamente sfidato la polizia accelerando. Ha tentato una fuga in macchina verso Latina ma la squadra mobile, preparata, lo ha raggiunto tra Latina e Sabaudia. L’auto è stata bloccata in località Bufalara e qui el Ghayesh ha abbandonato il veicolo, cercando di nascondersi tra rovi e canali di bonifica; è stato comunque raggiunto e fermato dal personale in borghese della questura.
Ismail el Ghayesh ha una storia penalmente segnata da episodi gravi. Già arrestato a 20 anni, è stato coinvolto in casi di tentata estorsione, anche con altri giovani, ai danni di un coetaneo. Nel suo curriculum compaiono anche diversi procedimenti per droga. Il fatto più rilevante riguarda la sua partecipazione nella maxi operazione Alba Pontina del 2018, che ha trattato la crisi di uno dei clan mafiosi del territorio, legato alla famiglia di Silvio. In quell’inchiesta, il gommista risultava vicino a Gianfranco Mastracci, con il quale divideva anche attività illecite.
Al momento è sotto processo con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il reato sarebbe rivolto a un cliente della loro rete di spaccio. Questi legami con ambienti criminali locali hanno reso la sua presenza ancora più sorvegliata dagli inquirenti, che temevano potesse riprendere attività illegali durante il periodo di fuga. Il ritorno dietro le sbarre è avvenuto con l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari, che ha aggravato la precedente misura cautelare.
La vicenda di Ismail el Ghayesh sottolinea come anche casi di persone evade dai domiciliari possano richiedere un lavoro continuo e coordinato tra pattuglie e squadre specializzate. Gli agenti hanno mantenuto alta la sorveglianza pur nell’ombra per settimane, localizzando movimenti sospetti in ambienti apparentemente tranquilli come officine meccaniche. Il fatto che l’uomo abbia provato fino all’ultimo a scappare, prima in auto e poi a piedi, dimostra la determinazione a non farsi catturare ma anche la precisione degli agenti nel mettere in campo diverse strategie di controllo.
La collaborazione tra il commissariato di Terracina e la squadra mobile di Latina ha giocato un ruolo determinante nel risultato finale. Il controllo su strada che ha rivelato el Ghayesh è il frutto della preparazione e della vigilanza costante degli operatori di polizia. Questi dettagli segnano la differenza tra il mantenimento dell’ordine pubblico e i rischi legati a latitanti che potrebbero riorganizzare attività criminali o peggiorare la sicurezza dei cittadini. Il caso resta aperto con i processi in corso, ma per il momento l’arresto rappresenta un duro colpo per le reti illecite della provincia pontina.
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