In piena estate, la realtà economica di Patrica si scuote per la vicenda che coinvolge la Chemi spa, azienda chimica e farmaceutica con oltre cinquant’anni di attività. La notizia dei licenziamenti improvvisi ha colto di sorpresa molte famiglie, generando timori e incertezze sul futuro dell’azienda e del territorio. Il settore della produzione è stato duramente colpito da questa decisione drastica, mentre gli altri reparti seguono con apprensione gli sviluppi.
A metà luglio 2025, la Chemi spa di Patrica ha deciso di licenziare in tronco 33 operai, tutti dipendenti del reparto produzione. Questi lavoratori avevano cominciato i loro rapporti di lavoro tramite due diverse agenzie di lavoro temporaneo di Frosinone, con contratti a tempo determinato. Successivamente, erano stati assunti con contratti a tempo indeterminato direttamente dall’azienda, con una permanenza che variegava tra i 7 e i 10 anni.
L’improvvisa interruzione del rapporto lavorativo ha lasciato molti padri di famiglia senza stipendio, in difficoltà a causa di mutui e impegni finanziari. Oggi rimane un solo dipendente attivo nella produzione. La situazione si è evoluta senza soluzioni concrete, nonostante alcune riunioni svolte con i sindacati locali. La paura maggiore riguarda la possibile chiusura definitiva dopo la pausa estiva per la manutenzione ordinaria, che per tradizione coinvolge l’intera struttura. Gli altri reparti, come essiccamento, distilleria e controllo qualità, vivono un clima di apprensione.
Il sindaco di Patrica, Lucio Fiordaliso, si è immediatamente attivato per seguire da vicino la crisi della Chemi spa. Intervistato dalla nostra redazione, ha espresso solidarietà verso i lavoratori e confermato il dialogo aperto con i vertici aziendali.
Fiordaliso ha spiegato che la decisione di ridurre il personale deriva dalla perdita di clienti importanti e dalla conseguente cessazione dei contratti di staff leasing.
Il primo cittadino ha dichiarato di attendere un incontro ufficiale con l’amministratore delegato della società, previsto dopo le vacanze di agosto. Alcuni dettagli raccolti fanno luce sul fatto che l’azienda prevede comunque investimenti sostanziali per l’inizio del 2026, mirando a rafforzare la propria posizione sul mercato globale, in particolare verso Asia e Sudamerica.
Il sindaco punta a mantenere la pressione affinché si consideri il reintegro degli operai licenziati. Questo passaggio appare vitale, soprattutto perché quegli stessi lavoratori dispongono di conoscenze specifiche e lunga esperienza accumulata in anni di servizio diretto presso la Chemi spa.
La situazione dei dipendenti coinvolti si intreccia con la tipologia dei loro contratti, conosciuti come “staff leasing”. Si tratta di forme contrattuali dove l’azienda affida la gestione del personale a una terza parte, cioè a un’agenzia per il lavoro. Così, i lavoratori risultano assunti direttamente dall’agenzia con contratto a tempo indeterminato, ma prestano la loro attività presso la Chemi spa, che beneficia del loro apporto senza instaurare con loro un rapporto diretto di lavoro.
Questa struttura contrattuale permette un uso flessibile del personale, evitandone il costo fisso, però espone i lavoratori a rischi maggiori in caso di crisi aziendale. Nel caso di Chemi spa, la fine dei contratti di staff leasing ha causato la perdita immediata dell’occupazione per molti operai, senza aver avuto un preavviso significativo o possibilità di trattative soddisfacenti.
Il ricorso a questa formula, quindi, pesa fortemente sul destino delle persone coinvolte, creando situazioni difficili che si riflettono direttamente sulle famiglie e sul tessuto sociale locale. Nel contempo, alimenta il dibattito sulle condizioni del lavoro e le politiche di tutela nel mercato industriale italiano.
Anche se la riduzione del personale ha creato un clima di insicurezza, la Chemi spa non ha rinunciato ai propri piani di sviluppo. Stando alle indiscrezioni raccolte, l’azienda intende effettuare investimenti importanti a partire dai primi mesi del 2026. L’obiettivo sarebbe quello di consolidare la presenza nel settore chimico-farmaceutico, puntando in particolare all’espansione sui mercati asiatici e sudamericani.
La strategia prevederebbe il miglioramento della produzione e l’adozione di nuove tecnologie capaci di garantire continuità e competitività. Non a caso, solo l’anno scorso era stata inaugurata una nuova piattaforma tecnologica all’interno dello stabilimento di Patrica.
Intanto, sul fronte interno, resta alta la pressione da parte delle istituzioni territoriali e delle rappresentanze sindacali per trovare un equilibrio che porti all’eventuale reimpiego dei lavoratori trasferiti in mobilità o licenziati. La speranza è che l’esperienza e la professionalità di questi dipendenti possano essere valorizzate nella fase di rilancio, evitando che le risorse umane di lungo corso restino escluse.
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