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L’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico in campania resta indietro rispetto alla media nazionale nel 2025

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La diffusione del fascicolo sanitario elettronico in campania continua a mostrare numeri bassi, ben lontani dal livello medio registrato in italia. Nel corso del 9° forum mediterraneo in sanità, la fondazione gimbe ha presentato nuovi dati che evidenziano come la regione accumuli un ritardo significativo nell’adozione e nell’uso di questo strumento digitale essenziale per la gestione della salute pubblica. Queste cifre aggiornate al primo trimestre del 2025 mettono a fuoco le difficoltà e le lacune che ancora rallentano un’utile evoluzione nella comunicazione tra cittadini e operatori sanitari.

Disponibilità e varietà dei documenti nel fascicolo sanitario elettronico in campania

Nel fascicolo sanitario elettronico della campania risultano oggi presenti 10 tipologie di documenti su 16 previste, che rappresentano il 63% del totale. Questo dato indica chiaramente una copertura incompleta, se si confronta con la media nazionale che registra il 74% dei tipi documentali caricati. La differenza, seppur apparentemente ridotta, ha un impatto diretto sulla ricchezza e completezza delle informazioni a disposizione degli utenti e degli operatori sanitari.

Diverse categorie di documenti importanti, come referti di laboratorio, certificati medici, prescrizioni e ricoveri ospedalieri, sono disponibili nel sistema ma non in modo uniforme su tutto il territorio regionale. Questa situazione limita la possibilità di un’assistenza integrata e coordinata, rallentando così la velocità con cui le informazioni possono essere scambiate, consultate e utilizzate in contesti clinici o di emergenza. Guardando al quadro nazionale, alcune regioni hanno investito maggiormente e raggiunto percentuali più elevate di documentazione digitale, consentendo controlli e diagnosi più rapidi.

Accesso ai servizi digitali nel fascicolo sanitario elettronico in campania

Le tipologie di servizi accessibili nel fascicolo sanitario elettronico in campania arrivano al 18%, un dato che si colloca tra i più bassi rispetto agli altri territori italiani. Servizi come la prenotazione di visite, l’accesso a certificazioni o la consultazione di farmaci prescritti sono in parte limitati, e ciò riduce l’effettivo valore pratico del fascicolo per gli utenti. Questo ritardo nell’ampliamento dei servizi digitali incide anche sul livello di coinvolgimento dei cittadini nelle procedure sanitarie, contribuendo a mantenere una distanza tra il sistema sanitario e la popolazione.

Consenso dei cittadini alla condivisione dei dati sanitari: campania fanalino di coda

Il dato più preoccupante riguarda il consenso dei cittadini all’accesso ai dati contenuti nel fascicolo sanitario elettronico da parte di medici e operatori del servizio sanitario nazionale. Al 31 marzo 2025, soltanto l’1% degli abitanti della campania ha autorizzato tale consultazione, un numero estremamente basso se paragonato alla media italiana del 42%. Questa percentuale pone la campania tra le ultime regioni assieme ad abruzzo e calabria.

Il scarso consenso deriva da una combinazione di fattori, tra cui la diffidenza verso la gestione digitale dei dati personali e la limitata comunicazione sulle funzioni e i vantaggi del fascicolo sanitario elettronico. Molti cittadini si mostrano ancora incerti sulla sicurezza delle informazioni e poco convinti della reale utilità del fascicolo, temi che le istituzioni non sono riuscite a spiegare con chiarezza. Ad aggravare la situazione ci sono aspetti tecnici e organizzativi che non sempre hanno garantito un servizio rapido e accessibile.

La bassa adesione compromette la possibilità di un’assistenza sanitaria più efficace. Il consenso permette a medici e specialisti di accedere rapidamente allo storico clinico e a risultati diagnostici, riducendo errori o duplicazioni inutili. Senza questa autorizzazione, la comunicazione rimane frammentaria e più lenta, soprattutto in situazioni di emergenza o per i pazienti con patologie croniche.

Uso del fascicolo sanitario elettronico da parte di cittadini e operatori sanitari in campania

Nei primi tre mesi del 2025, solo il 10% dei cittadini campani ha utilizzato il fascicolo sanitario elettronico, consultandolo almeno una volta nei 90 giorni precedenti al termine della rilevazione. Anche questo indice risulta minore rispetto alla media nazionale, ferma al 21%. Si conferma dunque una partecipazione limitata alla piattaforma, che aggravata da un’offerta di servizi digitali ridotta, non riesce a coinvolgere la popolazione in modo consistente.

Sul fronte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, la situazione è un po’ più positiva ma resta inferiore alla media italiana. L’88% effettua almeno una operazione sul fascicolo, mentre la media nazionale si attesta al 95%. Gli interventi riguardano la consultazione, l’aggiornamento di dati e il caricamento di documenti relativi ai pazienti seguiti.

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Nonostante questo coinvolgimento relativamente elevato tra i medici di famiglia, la percentuale di specialisti abilitati all’uso del fascicolo nelle aziende sanitarie campane è del 61%, sotto la media italiana del 72%. Questa differenza indica un ritardo nell’inclusione completa degli specialisti in regime pubblico, limitando l’utilizzo pieno delle informazioni raccolte.

importanza dell’abilitazione degli specialisti

L’abilitazione degli specialisti rappresenta un passaggio cruciale per garantire una continuità assistenziale e sfruttare appieno il potenziale del fascicolo digitale. Senza un accesso diffuso tra medici specialisti, molte informazioni rimangono isolate, vanificando il vantaggio di disporre di una banca dati integrata del singolo paziente.

Sfide e ostacoli nella digitalizzazione sanitaria in campania

Il ritardo nell’adozione e nell’uso del fascicolo sanitario elettronico in campania riflette un intreccio di problemi tecnologici, organizzativi e culturali. Le infrastrutture digitali regionali sono spesso carenti e non sempre garantiscono velocità e sicurezza attese, influenzando negativamente la fruizione del servizio.

Non mancano difficoltà nella formazione e nell’aggiornamento degli operatori sanitari, cui si richiede di familiarizzare con nuovi strumenti di gestione e con modelli di lavoro meno tradizionali. A livello territoriale, la distribuzione disomogenea delle risorse impedisce un’offerta uniforme in città e in zone più periferiche o disagiate.

Sul fronte della popolazione, la conoscenza limitata delle potenzialità del fascicolo sanitario elettronico riduce la motivazione a registrarsi e a condividere dati. Il tema della privacy resta centrale e molti cittadini avanzano dubbi su possibili rischi o usi impropri delle informazioni personali.

Per superare queste barriere servirebbero campagne informative mirate e interventi organizzativi che migliorino concretamente l’esperienza d’uso, la navigabilità e la sicurezza del fascicolo. In mancanza di azioni incisive, la regione rischia di restare indietro anche nel nuovo contesto sanitario digitale del 2025.

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