La famiglia Suffer da mesi si batté per ottenere l’autorizzazione ufficiale a far entrare in funzione un luna park vicino a viale Leonardo da Vinci, a Terracina. Dopo aver superato tutti i controlli richiesti, resta il nodo della concessione comunale nell’area di proprietà privata ma soggetta a vincoli urbanistici. Il clima di attesa e tensione ha pesato fisicamente su Fabio Suffer, che ha accusato un malore mentre cercava un confronto con il sindaco e il dirigente comunale. La questione rimane aperta e carica di tensioni tra amministrazione, residenti contrari e famiglie coinvolte.
Fabio Suffer, uno dei tre fratelli che gestiscono le giostre già montate vicino all’ingresso nord di Terracina, ha perso conoscenza nel municipio la scorsa settimana. Era lì con i fratelli per incontrare il sindaco e i funzionari comunali, dopo un’estate passata ad aspettare risposte sull’avvio delle attività.
Suffer ha dichiarato “di aver rispettato tutte le procedure e superato i controlli previsti, ma in assenza di risposte concrete il tempo a disposizione per lavorare si assottiglia.” Ha sottolineato la necessità di far partire le giostre per mantenere la famiglia.
Il malore ha richiesto l’intervento del 118 e il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale Fiorini. Questo episodio è legato allo stress accumulato per una vicenda complessa e ancora irrisolta.
Il malore di Suffer sposta l’attenzione sulle difficoltà concrete che chi opera in settori come gli spettacoli viaggianti affronta quando le pratiche burocratiche si prolungano senza un esito.
Il comune di Terracina non ha saputo fornire una data certa per l’autorizzazione, alimentando frustrazione e incertezza.
L’area prescelta per il luna park, di proprietà dei Suffer, si trova vicino a viale Leonardo da Vinci, ingresso nord della città. Secondo il piano regolatore generale e il piano particolareggiato comunale, quella porzione è destinata a verde pubblico.
Per questo motivo il nuovo comitato Arene 167, gruppo di residenti nella zona, si oppone all’apertura delle attrazioni. In una nota ufficiale i residenti hanno annunciato la possibilità di azioni legali qualora il comune conceda l’autorizzazione, sostenendo che “una struttura commerciale di quel tipo viola le normative urbanistiche e la sicurezza pubblica.”
Le tensioni tra comitato, amministrazione e famiglia Suffer si trascinano da tempo, intaccando la serenità della zona e bloccando la domanda di lavoro della famiglia giostrai.
Il rischio di una contestazione giudiziaria pesa sulle decisioni della giunta e ha spiegato in parte il rallentamento della concessione nonostante il superamento delle verifiche tecniche.
La controversia sull’utilizzo dell’area verde uscita alla luce da anni ha raggiunto il Consiglio di Stato, che si è espresso a favore della famiglia Suffer.
Il massimo organo amministrativo ha denunciato un “eccesso di potere” dell’amministrazione locale, rilevando un difetto di istruttoria e contraddittorietà nell’applicazione delle norme riguardanti l’idoneità dell’area.
La sentenza segue la delibera di giunta numero 109 del 2020 che aveva individuato quell’area privata come idonea a ospitare le attrazioni. Questo pronunciamento ha rafforzato la posizione di Suffer, ma non ha ancora sbloccato la situazione pratica.
Il contenzioso legale restituisce un quadro di decisioni locali contrastanti, con un’interpretazione diffusa della normativa urbanistica che genera incertezza attorno alla concessione definitiva.
Il caso di Terracina, con tutti i suoi aspetti burocratici e umani, mette in luce i problemi di gestione delle aree urbane destinate ad usi specifici, soprattutto quando superano interessi pubblici e privati in conflitto.
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