Un’importante indagine della direzione distrettuale antimafia dell’aquila ha interessato anche la provincia di latina, nel quadro di una vasta operazione coordinata che ha coinvolto più regioni italiane. L’inchiesta ha portato all’arresto di diverse persone e al sequestro di beni legati ad attività di narcotraffico e altri reati.
Operazione end to end: dalle prime luci dell’alba l’intervento della polizia a latina e altre province
La mattina di venerdì 25 luglio 2025 ha preso il via in contemporanea una vasta azione della polizia di stato, che ha coinvolto oltre 80 agenti impegnati nell’esecuzione di 12 misure cautelari. L’operazione è stata disposta dall’autorità giudiziaria su impulso della direzione distrettuale antimafia dell’aquila, coordinata dal servizio centrale operativo. La zona interessata si estende su varie aree, comprese regioni del centro e sud Italia come abruzzo, puglia e lazio.
Azione congiunta a latina e regioni limitrofe
Anche latina è stata attraversata da perquisizioni e controlli. La capitale pontina ha visto al lavoro la squadra mobile locale, che si è affiancata ai colleghi di roma, teramo, frosinone, l’aquila e foggia per identificare e bloccare soggetti coinvolti in traffici di sostanze stupefacenti. L’intervento è stato organizzato con l’obiettivo di interrompere la rete criminale individuata dalle indagini, formazione criminale che avrebbe operato con una struttura ramificata e dotata di metodi violenti.
Gruppi criminali legati al traffico di droga con ramificazioni interregionali
L’indagine della dda dell’aquila ha svelato l’esistenza di due organizzazioni criminali, considerate responsabili di un vasto traffico di droga. Queste cellule agivano con un sistema ben definito, importando e vendendo elevate quantità di stupefacenti e mantenendo il controllo in più territori, tra cui la provincia di latina.
L’inchiesta ha messo in luce come il traffico si sviluppasse secondo un modello consolidato lungo l’asse sud-centro Italia. I soggetti coinvolti gestivano i flussi di droga con continuità e intessevano una rete che superava i confini regionali. La struttura dei gruppi prevedeva figure incaricate di diverse fasi del commercio illecito, dal rifornimento alla distribuzione, garantendo una presenza capillare che includeva anche l’uso della violenza per mantenere il dominio sulle zone interessate.
Accuse che vanno oltre la droga: estorsione, tentato omicidio e corruzione
Il principale capo d’imputazione riguarda l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Ma l’indagine ha portato alla luce reati gravi che coinvolgono alcuni degli indagati, come tentati omicidi e richieste estorsive. Tra gli episodi contestati ci sono anche atti di corruzione indirizzati a favorire l’attività illecita o a proteggere gli interessi criminali.
Questi elementi indicano una struttura che non si limitava al solo commercio di droga, ma che usava strumenti violenti e illegittimi per consolidare il proprio potere e impedire interferenze esterne. Le contestazioni riguardano anche comportamenti che hanno minato la sicurezza pubblica, intervenendo in modo diretto su persone e realtà locali.
Sequestro di beni per il milione di euro: immobili, auto e risorse finanziarie in mano alla criminalità
In seguito alle misure restrittive, la dda ha disposto anche il sequestro di beni riconducibili ai gruppi criminali. Gli organi della polizia hanno eseguito il blocco di immobili, veicoli, conti correnti e altre disponibilità finanziarie per un valore superiore al milione di euro.
Queste risorse rappresentano i proventi accumulati attraverso il narcotraffico e le attività illecite collegate. I sequestri intendono colpire la capacità economica degli indagati di mantenere e alimentare il sistema criminale, limitandone le possibilità di reinvestire nel crimine o di sfuggire alla giustizia. L’intervento ha riguardato patrimoni sia nella provincia di latina che in altre località coinvolte nell’indagine.
Sinergia tra forze dell’ordine
L’azione del 25 luglio si è sviluppata grazie alla collaborazione tra diversi reparti di polizia, ciascuno impegnato su diversi fronti e territori. Le squadre mobili delle province interessate hanno agito insieme ai reparti prevenzione crimine di abruzzo, lazio e puglia settentrionale.
Questo coordinamento ha permesso di eseguire blitz simultanei su più obiettivi, riducendo al minimo le possibilità di reazione da parte dei gruppi indagati. L’intervento in forze ha inoltre favorito il rapido sequestro di prove e il controllo dei presunti responsabili, rallentando anche eventuali tentativi di fuga o di nascondimento dei beni illeciti. L’operazione conferma come la sinergia tra forze dell’ordine sia indispensabile per affrontare fenomeni criminali strutturati e diffusi.