Il caso della scomparsa di Angela Celentano torna sotto i riflettori con nuovi accertamenti aperti sulla cosiddetta pista Turchia. Dopo che la procura di Napoli aveva avanzato richiesta di archiviazione, il gip Federica Colucci ha disposto un prolungamento delle indagini. Questo sviluppo interessa una vicenda che attende risposte da oltre vent’anni, con la famiglia Celentano ancora alla ricerca della verità.
cronologia e dettagli della scomparsa di Angela Celentano
Angela Celentano sparì il 10 agosto 1996 sul monte Faito, un’area vicino a Napoli, dove si trovava in gita con la famiglia. In quel giorno estivo, la bambina si allontanò per qualche momento ma da allora non si ebbe più alcuna traccia di lei. Nonostante numerose ricerche e appelli, il mistero della sua sparizione non è stato mai risolto. Nel tempo, sono state avanzate varie ipotesi e piste investigative, ma senza mai giungere a un risultato concreto.
Gli inquirenti della procura di Napoli hanno dedicato anni a raccogliere testimonianze, analizzare fotografie e fare accertamenti vari. In particolare, sono state esaminate alcune immagini che ritraevano una giovane straniera per capire se potesse trattarsi proprio di Angela. Questi esami, tuttavia, non hanno mai confermato alcuna coincidenza. La mancanza di riscontri ha portato a una richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Cimmarotta.
cosa significa la decisione del gip Federica Colucci
La decisione del giudice per le indagini preliminari Federica Colucci di riaprire le indagini sembra andare contro il parere espresso dalla procura di Napoli. Malgrado la richiesta di archiviazione avanzata dagli inquirenti, il gip ha ordinato di proseguire con ulteriori verifiche sulla pista turca. Questa scelta rimette in gioco una linea investigativa che desidera approfondire elementi fino a oggi rimasti ai margini.
Il prolungamento delle indagini è stato comunicato alla famiglia Celentano, seguita dagli avvocati Enrica Visconti e Luigi Ferrandino, persone coinvolte nelle varie fasi del procedimento. La notizia del prosieguo fa sperare in nuovi accertamenti che possano fare chiarezza su questo caso che ha segnato la storia giudiziaria e mediatica della Campania.
l’origine e l’evoluzione della pista Turchia
La pista turca arrivò al centro delle indagini soltanto nel 2009. Tutto ebbe inizio grazie alla testimonianza della blogger Vincenza Trentinella che dichiarò di aver ricevuto informazioni da un sacerdote. Quest’ultimo avrebbe a sua volta sentito da una fedele che Angela Celentano si troverebbe in Turchia, ancora viva.
Queste dichiarazioni diedero nuova linfa alle ricerche e fu quindi necessaria una verifica con le autorità locali turche. In più occasioni la procura di Napoli si rivolse agli organi giudiziari di Ankara, ma le risposte non arrivarono o furono negative. Gli accertamenti diretti sul territorio e gli scambi di informazioni tra Italia e Turchia non hanno mai portato a elementi utili a confermare o smentire questa teoria.
Il fatto che le autorità turche non abbiano collaborato attivamente rende più difficile capire se in quella regione possa essersi nascosta Angela. Nel tempo, questa pista ha sollevato curiosità ma anche scetticismo tra gli investigatori e gli esperti di casi di sparizioni di minori.
Situazione attuale e prospettive future delle indagini
In questi mesi il caso Angela Celentano riceve nuova attenzione. L’ordinanza del gip segna una svolta perché obbliga a riesaminare alcune prove e cercare eventuali elementi nuovi. Le verifiche potrebbero comprendere interviste, accertamenti fotografici con tecnologie più aggiornate oppure scambi con investigatori internazionali.
La famiglia Celentano non ha mai smesso di chiedere giustizia né di sperare in un segnale. I legali che la rappresentano seguono con attenzione ogni sviluppo e rilanciano la necessità di approfondire ogni pista, inclusa quella turca. Il procedimento resta aperto sotto il coordinamento della procura partenopea e coinvolge diversi uffici giudiziari.
Non è escluso che, con il passare dei mesi, emergano novità. Il caso è rimasto in sospeso troppo a lungo per rinunciare a nuove verifiche e nonostante il tempo passato, la ricerca della verità continua a rappresentare un bisogno urgente per chi si occupa del caso.