Il celio di Roma nasconde alle spalle secoli di storia spesso invisibile o difficile da interpretare. Un nuovo progetto digitale punta a far emergere questa eredità culturale, offrendo un’esperienza accessibile anche a chi non ha familiarità con l’archeologia. Attraverso l’uso di strumenti innovativi come intelligenza artificiale e tecnologie digitali, il patrimonio del celio diventa finalmente fruibile per un pubblico ampio e variegato.
Il celio rappresenta uno dei colli più antichi e ricchi di testimonianze storiche di Roma. Grazie a un lavoro intenso di ricerca e mappatura, si è riusciti a tirare fuori da documenti e scavi archeologici un archivio corposo che fino a oggi restava poco comprensibile o nascosto nella città moderna. Conoscere epicentri storici, tracce di epoche diversificate e monumenti perduti diventa ora possibile attraverso contenuti digitali chiari e coinvolgenti.
Il progetto “Heritage al Celio”, promosso da CoopCulture e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito dell’iniziativa Changes, vuole offrire a chi visita la capitale un modo nuovo di leggere e vivere il quartiere. Dai resti archeologici fino alle ricostruzioni digitali, il sito racconta 20 secoli attraverso 14 punti di interesse. Sono inclusi oltre 5mila dati raccolti da schede archeologiche, perfettamente integrati grazie a sistemi GIS e strumenti digitali pensati per una fruizione semplice.
Il progetto dimostra come l’uso congiunto di GIS, virtual tour e modellazione 3D possa trasformare un’esperienza culturale tradizionale in un percorso interattivo e coinvolgente, adatto sia agli specialisti sia a un pubblico generico.
Il cuore del progetto è una passeggiata digitale suddivisa in cinque tappe tematiche, progettata per accompagnare il visitatore lungo il racconto della storia del celio. In ogni tappa si incrociano narrazioni storiche, approfondimenti specifici e immagini d’epoca raccolte con cura da studiosi, con l’ausilio di ricostruzioni d’immagini in 3D e virtual tour. Questa struttura consente a chiunque, esperto o neofita, di immergersi nell’archeologia con facilità.
Questo itinerario tecnologico si basa su una serie di strumenti: webapp per dispositivi mobili, storymaps, e guide virtuali che funzionano sia in loco sia da remoto per chi non può raggiungere il quartiere. A completare l’esperienza, un totem interattivo è stato installato proprio alle Case Romane del Celio, luogo simbolico e nodo di partenza per i visitatori. Con questi dispositivi, l’archeologia si integra con il tessuto contemporaneo, creando un ponte tra passato e presente.
“Vogliamo dare a chiunque la possibilità di esplorare il celio attraverso strumenti tecnologici immersivi, perché la storia deve essere accessibile e comprensibile a tutti”, spiegano gli ideatori del progetto.
Dietro questa iniziativa c’è il lavoro di CoopCulture, impegnata nella valorizzazione dei beni culturali. Elisabetta Bruno, responsabile heritage per CoopCulture, ha sottolineato l’importanza di linguaggi nuovi per raggiungere un pubblico digitale sempre più vasto e variegato, rendendo visibile ciò che oggi si presenta offuscato dal tempo e spesso difficile da leggere.
Il sostegno finanziario arriva dall’Unione Europea, con il progetto Changes che punta alla conservazione e sostenibilità del patrimonio culturale tangibile. Scienziati e professionisti come Ilaria Manzini, direttrice scientifica della Fondazione Changes, e Paolo Carafa, professore di archeologia classica alla Sapienza e referente scientifico, collaborano per dare solidità e rigore alla ricerca. Nel team rientra anche Giovanna Barni, consigliera delegata all’innovazione per CoopCulture, che ha curato gli aspetti tecnologici.
La presentazione ufficiale dell’iniziativa si è svolta alla Casina del Salvi a Roma, con un pubblico composto da esperti, appassionati e operatori culturali, segno dell’interesse crescente intorno a progetti che mettono in relazione cultura e nuove tecnologie in modo concreto e misurabile.
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