La sicurezza nelle città italiane è tornata al centro del dibattito pubblico con un appello forte del presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi. La richiesta è chiara: raddoppiare i fondi destinati ai comuni per proteggere meglio i cittadini. Il problema, evidenziato da più parti, non riguarda solo la normativa ma soprattutto la mancanza di risorse e di strumenti concreti per far funzionare il sistema di sicurezza locale. Il confronto con il ministro Piantedosi è in programma per definire le prossime mosse e trovare soluzioni adeguate in vista della legge di bilancio.
Gaetano Manfredi ha spiegato che la questione sicurezza non si risolve solo emanando norme, ma serve un investimento reale sulle forze di polizia locali e sulle infrastrutture urbane. «Non bastano i decreti», ha detto al quotidiano Repubblica, «serve più sostegno economico». Il presidente dell’Anci ha annunciato un incontro con il ministro Piantedosi per valutare strumenti e fondi da mettere a disposizione dei sindaci. Questi ultimi, con competenze limitate, chiedono armi concrete per affrontare i problemi che si presentano quotidianamente.
L’organizzazione della sicurezza deve prevedere nuove assunzioni per la polizia locale, che è spesso sottodimensionata rispetto alle necessità reali. Inoltre Manfredi ha insistito sulla necessità di investire in tecnologia, come l’installazione di telecamere di videosorveglianza e un’illuminazione pubblica più efficiente, soprattutto nelle ore serali e notturne. Questi accorgimenti migliorano il controllo del territorio e scoraggiano comportamenti illeciti.
Uno dei problemi più sentiti dagli amministratori è la sorveglianza nei momenti in cui i rischi aumentano, cioè la sera e la notte. I sindaci di ogni orientamento politico segnalano difficoltà a garantire una presenza capillare sul territorio durante queste ore. Il presidio diventa fondamentale per prevenire furti, scippi, borseggi e altri reati comuni nelle città.
Manfredi ha riferito che l’Anci ha scritto anche al ministro Nordio per affrontare la questione dei recidivi. Secondo i dati raccolti, le persone fermate ripetutamente per reati di strada sono quasi sempre le stesse. Serve un approccio chiaro su come intervenire in questi casi, per evitare che il problema si ripeta continuamente senza risposte efficaci. La capacità dei sindaci di incidere su questa problematica rimane però limitata senza un adeguato supporto da parte dello Stato.
A quattro anni dall’avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza , i comuni hanno assunto un ruolo di primo piano nella gestione di molti progetti. Gestiscono infatti circa 26,5 miliardi di euro su un totale di 194,4 miliardi previsti dal piano nazionale. L’Anci ha effettuato un censimento appena aggiornato che indica come il 92% dei progetti comunali sia in fase di completamento o già attivo, mentre il 56% delle opere siano state collaudate o quasi ultimate.
Questi dati evidenziano un impegno concreto da parte degli enti locali rispetto a quanto fatto da altre amministrazioni. Eppure, non mancano difficoltà legate al ritardo nelle erogazioni dei fondi da parte del governo centrale. Molti comuni si trovano nell’impossibilità di pagare le imprese o procedere con le opere perché le risorse non sono arrivate in tempo. Ci sono lavori completati ma non ancora retribuiti, con qualche miliardo di euro che restano bloccati nei bilanci comunali.
La spesa rallentata sui fondi del PNRR rischia di compromettere ulteriormente la capacità dei comuni di fare investimenti su sicurezza, infrastrutture e servizi ai cittadini. Il tema resta aperto e richiede interventi rapidi per non ostacolare la realizzazione delle opere e la protezione del territorio.
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