Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino ha parlato durante il Giffoni Film Fest del suo modo di vivere la malinconia e l’attenzione verso il futuro, un tema che torna spesso nei suoi lavori. L’incontro con i giovani giurati ha mostrato un lato personale di un autore noto per la sua sensibilità nella rappresentazione dei sentimenti umani, che apre anche la Mostra del cinema di Venezia 2025 con il suo nuovo film.
Sorrentino ha raccontato di sentirsi malinconico fin da bambino, senza una ragione precisa, quasi fosse una caratteristica innata. Ha spiegato che la malinconia non segue il corso della vita, non è legata all’età: “ero malinconico pure a nove anni”, ha detto, sottolineando che si tratta di uno stato d’animo allo stesso modo con cui alcune persone mostrano un talento naturale per la musica o per il disegno. La malinconia, osserva, capita a chiunque ma in modo diverso e va vissuta come una forma di espressione individuale. Il regista non la vede come un sentimento transitorio ma come una presenza costante che può accompagnare l’esistenza.
Nel suo racconto, Sorrentino ha poi spiegato come spesso, da giovane, si preoccupava più del passato che del futuro, una posizione non comune tra i coetanei. Da adulto invece la sua attenzione si è spostata, perché ora guarda avanti interessandosi al domani e non più a quello che è stato. Così la malinconia e la nostalgia, che una volta occupavano gran parte del suo pensiero, hanno perso forza, diventando quasi fastidiose con il tempo. Questa evoluzione nei suoi sentimenti gli ha permesso di concentrarsi su ciò che verrà, sia nella vita personale che nelle storie che racconta nei suoi film.
Parlando del futuro, Sorrentino ha evidenziato come questo interesse si estenda anche alle figure nelle sue pellicole. Il regista guarda avanti non solo per sé ma anche per i suoi personaggi, che rappresentano spesso riflessioni sulle sfide che la vita presenta. Il suo ultimo lavoro, “La grazia”, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2025, segna questa fase: un film che si muove nel presente ma contiene un filo diretto con il passato emotivo e culturale delle persone. Toni Servillo, fedele compagno di scena, interpreta nuovamente un ruolo centrale in questa storia che esplora i sentimenti umani con uno sguardo rivolto avanti, mantenendo però un legame con la malinconia di fondo.
All’interno della sala Truffaut, davanti ad un pubblico di giovani giurati selezionati dal Giffoni Film Fest, Sorrentino ha dialogato in modo schietto e spontaneo. L’evento è stato organizzato con Anas ed ha permesso al regista di condividere con i ragazzi il suo percorso e la sua visione personale riguardo ai temi che accompagnano la creazione artistica e la vita stessa. La conversazione si è rivelata uno scambio diretto e sincero, in cui Sorrentino ha mostrato il suo rapporto complesso con la nostalgia, ammettendo che a volte questa può diventare noiosa. Il confronto ha offerto un’occasione per riflettere su come la crescita cambia il nostro modo di guardare il tempo che scorre e quello che verrà.
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