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Popolazione in calo nei comuni montani dell’aquilano, segnali di crescita in alcuni settori economici

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L’area nord della provincia dell’aquila affronta profonde trasformazioni demografiche ed economiche. I comuni montani registrano una diminuzione consistente della popolazione, ma in parallelo emergono segnali di espansione in alcuni settori produttivi e di servizi. Durante un incontro all’ance dell’aquila, promosso dalla provincia, sono stati presentati i risultati delle analisi ambientali e socio-economiche. Questi dati supportano la redazione del nuovo piano territoriale di coordinamento provinciale , uno strumento centrale per guidare le scelte sul futuro del territorio.

Quadro demografico della provincia e comuni montani: il confronto tra crescita e spopolamento

Il territorio dell’aquilano presenta due facce molto diverse. Nel capoluogo e nelle sue zone più vicine la popolazione è cresciuta dal 2001 al 2024 del 9,26%. Questa crescita però sembra raggiungere un plateau, con una proiezione minima per i prossimi vent’anni, soltanto +0,16% al 2043. Dall’altra parte, molti comuni montani mostrano un’inversione di tendenza molto marcata, con un calo che rischia di diventare drammatico.

Montereale, per esempio, ha subito un ridimensionamento della popolazione di oltre il 21% negli ultimi anni e le previsioni indicano un arretramento addirittura del 31% entro il 2043. Rocca di Mezzo ha vissuto un lieve aumento fino al 2024, ma si attende una discesa del 20% nei prossimi due decenni. Questi numeri indicano scenari di spopolamento estremo per alcune zone, che influenzeranno non solo la vita sociale ma anche la capacità di mantenere servizi e infrastrutture.

Il calo demografico non colpisce solo i piccoli comuni più isolati, ma si intreccia con la crescita più contenuta del capoluogo. Si tratta di una vera e propria transizione demografica che richiede interventi specifici. Mantenere attive le comunità nelle aree montane è ormai una sfida riconosciuta da tutti i soggetti coinvolti nel processo di pianificazione del ptcp, che osservano come il fenomeno avrà ripercussioni a lungo termine.

Le dinamiche occupazionali in alcuni comuni

A differenza dei dati demografici scoraggianti, dal punto di vista dell’occupazione emerge un quadro più variegato e, in certi casi, incoraggiante. Montereale, pur in discesa demografica, ha visto un aumento impressionante del numero di lavoratori nel settore privato, pari a più del 115% di crescita tra il 2007 e il 2023. Questo boom è legato soprattutto al comparto dei servizi alle imprese, con un’impressionante crescita del 855%.

Rocca di Mezzo mostra una trasformazione nel tessuto lavorativo con incrementi evidenti nei settori dell’istruzione e dei trasporti, rispettivamente del 772% e del 347%. Questi numeri indicano un adattamento economico alle nuove esigenze, forse legate al turismo o alle attività educative e logistiche.

Situazione occupazionale e comparti principali nell’aquila

Per quanto riguarda l’aquila, l’occupazione cresce più lentamente ma con risultati stabili nei settori della sanità e dei servizi professionali con rispettivi incrementi dell’80% e del 74%. Questi dati testimoniano una maggiore stabilità e una diversificazione del mercato del lavoro nel capoluogo, che riesce a mantenere un andamento positivo nonostante la crisi di altri comparti.

Crisi dell’agricoltura e fenomeni di ridimensionamento

Il comparto agricolo nella provincia si trova in un momento critico e il trend generale conferma una contrazione in termini di superfici coltivate, aziende attive e numero di lavoratori impiegati. Questi dati sono allarmanti per una zona che ha nella montagna e nella ruralità uno dei suoi elementi identitari più forti.

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Questo declino, tuttavia, non è omogeneo su tutto il territorio. Un’eccezione significativa si registra a rocca di mezzo, dove il numero di aziende agricole è aumentato del 2,86%. È un segnale importante che suggerisce la presenza di realtà agricole resistenti o capaci di rinnovarsi, anche in un contesto complessivamente negativo.

Le difficoltà del settore si riflettono nella sostenibilità stessa delle economie locali, rendendo più urgente l’intervento per sostenere e rilanciare le attività agricole, fondamentali anche per evitare il definitivo spopolamento delle aree montane. Le strategie del nuovo ptcp dovranno tenere conto anche di quest’aspetto, cercando forme di incentivazione e supporto capaci di invertire la tendenza.

Il ruolo delle istituzioni e della ricerca nella pianificazione territoriale

L’incontro svoltosi all’ance dell’aquila è stato un momento chiave per raccogliere dati e opinioni utili a costruire un piano territoriale capace di affrontare le sfide attuali. Angelo Caruso, presidente della provincia dell’aquila, ha sottolineato l’importanza di un piano non fermo alla burocrazia ma come strumento per governare le trasformazioni che attendono il territorio.

Il coinvolgimento diretto dei sindaci e dei tecnici, unito al contributo degli studi realizzati da università come quelle dell’aquila, di cagliari e dal Gran Sasso Science Institute, rende il percorso più solido. Si punta a una pianificazione che guardi non solo ai dati numerici, ma anche alle necessità reali delle comunità.

Sfide e prospettive future per l’area nord della provincia

I risultati già emersi mostrano la necessità di prese di posizione coraggiose riguardo allo sviluppo demografico, alle infrastrutture e alle attività economiche. L’aspetto partecipativo del processo, che riunisce istituzioni, mondo accademico e attori locali, vuole alimentare un dibattito costruttivo che eviti scelte subite o poco condivise.

Le sfide ci sono e sono chiare, dalle proiezioni di spopolamento alle crisi agricole, fino ai cambiamenti dell’occupazione. La base conoscitiva offerta dalle analisi in corso sarà la mappa sulla quale costruire i prossimi passi, in vista di un piano territoriale che influenzerà la vita dei residenti dell’area nord della provincia per decenni.

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