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Presi otto mesi dopo i rapinatori armati che misero a segno una rapina a Torrette di Mercogliano

Nel ottobre del 2024, una rapina a mano armata ha scosso la tranquillità di Torrette di Mercogliano, piccolo centro in provincia di Avellino. Una banda, coperta da maschere di carnevale e armata di pistola e fucile, fece irruzione in una gioielleria, portando via un bottino significativo. Dopo una lunga indagine, le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare e fermare i responsabili. Ecco i dettagli dell’operazione e come si sono svolti i fatti.

La rapina armata nella gioielleria di torrette di mercogliano

Il giorno della rapina, un gruppo di malviventi con il volto coperto da maschere di carnevale si presentò nella gioielleria situata nel cuore di Torrette di Mercogliano. Furono minacciosi. Impugnavano una pistola e un fucile, armi con cui intimidirono i presenti. Entrarono con decisione e riuscirono a raccogliere un bottino consistente prima di fuggire.

Il colpo lasciò sgomenti i residenti e la comunità locale. Il fatto suscitò grande attenzione, vista la violenza usata e la scelta insolita del travestimento, probabilmente studiata per non farsi riconoscere. La polizia intervenne rapidamente, ma i rapinatori erano già spariti.

Le indagini della squadra mobile di avellino

I mesi successivi videro la squadra mobile di Avellino impegnata senza pause sulle tracce dei responsabili. Coordinati dal vice questore Aniello Ingenito, gli agenti raccolsero testimonianze, analizzarono filmati e seguirono indizi. Videro collegamenti che portarono fino alla provincia di Napoli.

L’inchiesta rivelò la presenza di almeno un complice rimasto inizialmente sconosciuto. L’intensa attività di ricerca e i continui appostamenti finirono per mettere la polizia sulla pista giusta. Un ruolo fondamentale lo giocò un commerciante locale, amico dei titolari della gioielleria, che fornì un aiuto decisivo per bloccare i rapinatori.

Il ruolo decisivo del commerciante e la fuga dei rapinatori

Quando la polizia fece irruzione nel luogo dove si nascondevano i rapinatori, proprio grazie all’intervento del commerciante, questi si trovarono costretti a lasciare il bottino. Preoccupati, scapparono a bordo di una vettura di grossa cilindrata, ma la loro fuga fu breve.

La macchina fu individuata e bloccata poco dopo. L’operazione della squadra mobile fu determinante per catturare i malviventi vivi e recuperare gran parte della refurtiva. L’azione del commerciante amico suscitò apprezzamento da parte degli inquirenti, che evidenziarono come la collaborazione con la comunità sia fondamentale in queste situazioni.

Le misure cautelari e la situazione giudiziaria

Il 2025 ha portato importanti novità sul piano giudiziario. Su richiesta del Procuratore capo Domenico Airoma, il gip del tribunale di Avellino ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per i soggetti arrestati. Il reato contestato è tentata rapina aggravata, alla luce delle armi usate e dell’atto violento.

Nel corso delle ultime settimane si è inoltre proceduto all’individuazione di una complice rimasta fino a poco fa senza identità chiara. Le indagini si stanno intensificando per definirne il ruolo nel colpo e completare il quadro criminale intorno alla banda.

Le autorità locali mantengono alta l’attenzione per evitare nuove azioni di questo tipo, con la convinzione che l’operato tempestivo della squadra mobile rappresenti un segnale forte contro la criminalità in provincia di Avellino.

Monica Ghilocci

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