Nel lazio si registra il primo contagio ufficiale da west nile virus , con un secondo caso sospetto che aspetta conferma. Due uomini intorno ai settant’anni, entrambi residenti a latina e senza legami diretti, sono ricoverati all’ospedale goretti. Le fonti sanitarie locali e l’istituto spallanzani di roma hanno reso pubblica la notizia confermando il quadro clinico.
Il west nile virus si diffonde principalmente tramite zanzare del genere culex. Questi insetti si infettano pungendo uccelli selvatici, che rappresentano i serbatoi naturali del virus. Gli esseri umani e i cavalli, pur potendo contrarre il virus, non trasmettono la malattia ad altre persone. La trasmissione avviene tramite la puntura dell’insetto infetto.
I focolai si verificano soprattutto nelle aree dove sono presenti molte zanzare e uccelli selvatici. In italia, specie nel centro e sud, la trasmissione avviene soprattutto tra la primavera e l’autunno. La sorveglianza attenta delle popolazioni di zanzare e uccelli è fondamentale per individuare tempestivamente possibili focolai.
Il virus non si trasmette per via respiratoria o attraverso contatti diretti tra persone. Il contagio diretto è quindi escluso. Questo rende unico il ruolo della zanzara vettore nel mantenimento della catena infettiva. La prevenzione mira dunque a limitare il contatto tra umani e zanzare e a monitorare la diffusione del virus nella fauna selvatica.
Nella maggior parte dei casi, chi contrae il virus west nile resta asintomatico o sviluppa sintomi lievi, simili a raffreddore o influenza: febbre, malessere, dolori muscolari e cefalea. Questi segnali tendono a risolversi senza complicazioni entro pochi giorni.
Ma la situazione cambia per gli anziani o chi ha un sistema immunitario debole. In questi gruppi, il virus può provocare gravi danni neurologici come meningite o encefalite. Queste patologie sono più difficili da trattare e possono lasciare effetti permanenti o portare al decesso.
L’ospedalizzazione è necessaria quando la malattia evolve in forme severe. Il ricovero si concentra quindi sulle persone con sintomi neurologici importanti o con condizioni mediche pregresse che aumentano la vulnerabilità.
Il decorso dipende anche dal tipo di virus e dalle condizioni del paziente. In italia, il west nile virus ha causato diversi episodi sporadici e alcuni focolai negli ultimi anni, con casi soprattutto in regioni del centro e nord. L’attività di monitoraggio sanitario resta fondamentale in vista della diffusione del virus.
L’istituto superiore di sanità conferma che non esistono vaccini o terapie antivirali specifiche per il west nile virus. La cura si basa esclusivamente sul trattamento dei sintomi e sull’assistenza ospedaliera nei casi peggiori. Il supporto medico è dunque di tipo sintomatico e di sostegno alle funzioni vitali.
L’attenzione si concentra sulla prevenzione, soprattutto con gli interventi per ridurre la presenza delle zanzare in ambiente urbano e rurale. Questo comprende disinfestazioni mirate, controllo delle acque stagnanti dove le zanzare depongono le uova e campagne informative rivolte alla popolazione.
La protezione personale contro le punture è essenziale. Si consiglia di usare repellenti, zanzariere e abbigliamento coprente soprattutto nelle ore serali quando l’attività delle zanzare aumenta. I consigli si applicano a chi vive o soggiorna in aree a rischio.
La lotta al west nile coinvolge diversi ambiti: sanitario, veterinario e ambientale. Le istituzioni lavorano per mettere a punto strategie coordinate per arginare la diffusione e migliorare la sorveglianza epidemiologica.
A seguito dell’identificazione dei casi a latina, nel lazio sarà attivata una cabina di regia per gestire il fenomeno. Questo gruppo coordinerà le attività di monitoraggio, prevenzione e informazione in linea con il piano nazionale contro le arbovirosi 2020-2025.
Il piano nazionale recepisce indicazioni per sorvegliare congiuntamente l’uomo, gli animali e l’ambiente. Si lavora per migliorare le azioni di controllo delle zanzare, la raccolta dati sui casi umani, la gestione veterinaria degli animali infetti e la prevenzione ambientale.
Nel lazio, la cabina di regia servirà a sincronizzare le diverse competenze e a facilitare una risposta rapida e uniforme sul territorio. Gli addetti alla salute pubblica terranno stretti contatti con strutture ospedaliere, enti locali e centri di ricerca.
Sul piano pratico, si intensificheranno le campagne di disinfestazione, aumenteranno i controlli su popolazioni di uccelli e zanzare e verranno potenziate le comunicazioni ai cittadini per evitare le punture. Questo sistema di sorveglianza integrata punta a contenere la diffusione del virus e a salvaguardare la salute pubblica.
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