La gestione del pronto soccorso in Abruzzo entra in una nuova fase. La giunta regionale ha varato un piano che prevede una revisione profonda del modello organizzativo degli ospedali per affrontare meglio sovraffollamento e tempi di attesa. Il sistema sanitario locale vuole garantire servizi più efficaci e una condizione lavorativa più sostenibile per il personale medico e infermieristico. Le modifiche, già approvate dal comitato regionale emergenza urgenza, dovranno essere attuate entro pochi mesi e si basano sui più aggiornati orientamenti nazionali.
La difficoltà dei pronto soccorso di fronte a un numero crescente di accessi è una realtà che non riguarda solo l’Abruzzo ma tutto il territorio italiano. Basta pensare che molti pazienti arrivano senza filtri, usando mezzi propri senza passare per una centrale operativa che possa valutare il livello di urgenza. Questa libertà di accesso rende più complicato il lavoro degli operatori sanitari. In Abruzzo, come altrove, è stato riconosciuto il rischio che il carico eccessivo possa compromettere non solo la qualità dell’assistenza ma anche il benessere, fisico e mentale, di chi lavora sui fronti più delicati dell’emergenza.
L’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì ha sottolineato la necessità di mettere in campo soluzioni efficaci per assicurare a ogni paziente un trattamento adeguato senza appesantire ulteriormente il personale sanitario. La nuova organizzazione vuole evitare che la pressione si trasformi in un ostacolo insormontabile, puntando su una gestione più chiara e su strumenti precisi. Già oggi si conoscono molti dei problemi, ora c’è un piano per affrontarli in modo strutturato.
Il progetto approvato dalla giunta regionale deve essere letto come la sintesi di un sistema che cambia passo. La revisione parte dal triage, il momento in cui si stabilisce la priorità clinica di ciascun paziente al suo arrivo. Viene poi ripensata l’osservazione breve intensiva , cioè l’area dove si tiene sotto controllo stretto chi ha bisogno di un’osservazione limitata nel tempo. Infine si interviene direttamente sulla gestione del sovraffollamento, una delle piaghe più difficili da risolvere.
Il piano riunisce le direttive e le esperienze degli ultimi anni in Abruzzo, allineandole agli standard nazionali più aggiornati. Il risultato è un modello organico, che non cambia solo nei dettagli ma ridefinisce l’intero percorso di accoglienza e cura. L’obiettivo è migliorare il flusso dei pazienti e ridurre i momenti di stallo che creano confusione e ritardi. Alla base c’è la volontà di evitare situazioni di rischio per pazienti e operatori.
Una delle novità più rilevanti riguarda il triage, che sarà perfezionato con una nuova classificazione dei codici di priorità. Attualmente in Abruzzo sono previsti quattro codici. La nuova regola ne introduce uno in più, portando a cinque le categorie usate per definire urgenza ed emergenza. Il codice rosso indica un’emergenza che richiede accesso immediato. Altri codici sono l’arancione, che dà accesso entro 15 minuti, l’azzurro per urgenze differibili entro 60 minuti, il verde entro 120 minuti e il bianco per urgenze non critiche con accesso entro 240 minuti.
Questa distinzione più precisa aiuterà a smistare meglio i pazienti e a programmare gli interventi in modo più puntuale. Inoltre è fissato un limite massimo di otto ore di permanenza in pronto soccorso dal momento del triage. Chi resta oltre questo limite dovrà essere preso in carico a livello di reparto o in strutture dedicate, per evitare che il pronto soccorso diventi un luogo di attesa molto lungo con pazienti lasciati troppo a lungo senza un percorso definito.
Quando il ricovero si rende necessario ma non ci sono posti letto disponibili nei reparti, il paziente non sarà più lasciato senza una soluzione organizzata. Verrà infatti spostato in un’area chiamata admission room, una sorta di sala d’attesa assistita. In questa zona dedicata, l’utente sarà seguito direttamente dagli specialisti del reparto dove sarà poi trasferito appena sarà possibile.
Va detto che questa soluzione non include pazienti in condizioni particolarmente critiche o casi sospetti di malattie infettive contagiose, che devono essere subito ricoverati o gestiti con criteri diversi. L’admission room serve a migliorare il flusso dei casi intermedi, evitando che si creino lunghe liste di attesa nei pronto soccorso e garantendo un’assistenza continua, anche nel periodo di attesa.
Questa scelta segue pratiche adottate da altre regioni italiane e si basa sull’esperienza di gestione più efficace degli spazi e delle risorse. In Abruzzo sarà istituita presto, e il personale ospedaliero sarà formato per gestire questa nuova fase del percorso di cura.
Le nuove misure approvate in Abruzzo tracciano la strada verso un sistema pronto soccorso meno congestionato e con maggiore attenzione ai pazienti e al personale. L’attuazione in tempi brevi sarà il vero banco di prova per capire l’efficacia del nuovo modello.
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