Il procedimento giudiziario legato al caso della “sposa bambina” sta proseguendo davanti al giudice per l’udienza preliminare di Latina, Barbara Cortegiano. Diverse parti hanno chiesto di costituirsi come parte civile nell’ambito del processo che vede quattro imputati accusati di violenza sessuale. L’attenzione resta alta sulle responsabilità familiari e sulle dinamiche che hanno portato a una situazione giudicata gravissima.
Ieri mattina, durante l’udienza preliminare, sono state presentate numerose richieste di costituzione di parte civile. Il comune di Latina, rappresentato dal sindaco Matilde Celentano, ha depositato l’istanza direttamente in tribunale, evidenziando l’impegno istituzionale nel seguire da vicino questo caso. Altre richieste sono arrivate dalla Garante per l’infanzia Monica Sansoni, che ha rivestito un ruolo attivo nella tutela dei diritti dei minori coinvolti.
A queste si sono aggiunte l’associazione Insieme con Marianna e l’associazione No Child Abuse, realtà impegnate nella difesa dei minori vittime di abusi, insieme alla tutrice giudiziaria della ragazza, rappresentata dall’avvocato Pasquale Lattari. Tutte le parti coinvolte chiedono di poter partecipare al procedimento per tutelare i diritti della ragazza e per dare voce a chi si è trovato in una situazione così delicata.
Le accuse riguardano quattro persone, tutte imputate per violenza sessuale ai danni di una minore. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano con il supporto dei carabinieri del nucleo investigativo di Latina, ha ricostruito una realtà complessa e dolorosa. Gli articoli contestati del codice penale sono il 609 bis e il 609 quater, che riguardano rispettivamente la violenza sessuale e gli abusi su minori.
In particolare, le contestazioni coinvolgono anche i genitori della ragazza e del minore: per loro si ipotizza di non aver adempiuto al dovere di tutela, morale e fisica, dei figli. L’accusa fa riferimento al mancato intervento per impedire che la figlia dell’adolescente finisse per convivere con il suo presunto aguzzino, una situazione che avrebbe dovuto essere contrastata con ogni mezzo. Da questo punto di vista, la posizione dei genitori si è fatta ancora più critica nella prospettazione dell’accusa, che sottolinea l’obbligo genitoriale di protezione.
L’udienza preliminare, prevista per ieri, non si è tenuta a causa di un rinvio stabilito dal giudice Cortegiano. La nuova data fissata è per il 10 ottobre. La decisione ha dilatato i tempi della fase preliminare, ma non arretra dalla complessità e dalla delicatezza di questa fase giudiziaria, nella quale sono chiamate a definire il proprio ruolo diverse parti civili in difesa dei minori.
Nel frattempo, l’interesse pubblico e delle associazioni rimane vivo, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e faccia chiarezza su un caso di grande rilevanza sociale e giuridica. “Lo svolgimento del processo sarà fondamentale per approfondire ogni aspetto legato alle responsabilità e per assicurare che tutte le voci coinvolte trovino spazio.”
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