Simone Ciancio ha deciso di cambiare strada e si è lanciato in un’avventura tutta nuova nel cuore del Vomero, Napoli. Dopo anni nel commercio delle pelli, ha messo in piedi una trattoria-pizzeria-friggitoria che porta avanti una tradizione antica, ma con un’offerta rivista e ampliata. Qui la pizza, sulla scia della storica pizzeria De’ Figliole, si fa protagonista insieme a piatti tipici napoletani e una formula che punta su qualità e prezzo contenuto.
Simone Ciancio ha scelto di abbandonare l’attività nel settore delle pelli per dedicarsi alla ristorazione. È una trasformazione significativa che parte da uno dei quartieri più popolari di Napoli, il Vomero, luogo simbolico e vivace della città. Già proprietario dell’antica pizzeria De’ Figliole, aperta più di otto anni fa nel Borgo Antignano, quella esperienza ha dato il via a un progetto più ampio che oggi si chiama “Simone Ciancio Experience”.
Questo percorso nasce dalla volontà di coniugare tradizione e innovazione, mantenendo saldi legami con il passato, come dimostra la pizza fritta, pilastro della pizzeria storica. La proposta si apre anche alla pizza classica e a un’offerta di piatti tipici partenopei, dal primo al dolce. La decisione di puntare su un prezzo unico di 12 euro per pizza e bibita vuole attirare una clientela più ampia, facendo della qualità un elemento accessibile.
Ciancio ha spiegato ai giornalisti che il progetto rappresenta un’evoluzione naturale e un modo per dare continuità al lavoro della famiglia. Attraverso “Simone Ciancio Experience”, infatti, si vuole raccontare una Napoli che non dimentica le proprie radici gastronomiche ma che cerca di rispondere alle esigenze contemporanee, offrendo non solo pizza fritta ma una vera e propria esperienza culinaria.
Dietro questo progetto c’è una realtà a conduzione familiare. Simone guida l’impresa insieme alla moglie, Patrizia Apetino, che resta attiva anche nella storica pizzeria De’ Figliole nel Rione Forcella. Con loro lavorano i figli Anna, Gennaro, Alessandra, e la mamma Annamaria. Il coinvolgimento dei familiari nel quotidiano fa di questo spazio un luogo costruito su valori solidi e continuità.
Il locale si trova in Largo Antignano, una zona ricca di piccole botteghe artigianali. Qui si trovano circa 90 posti a sedere, una cantina con una selezione limitata ma curata di 20 etichette di vini scelti per accompagnare i piatti. La “pizza democratica” è un concetto chiave: qualità alta, prezzo accessibile. Questo ha dato modo di distinguersi e attirare consumatori interessati a un’esperienza gastronomica completa senza eccessi di costo.
Il progetto ha cambiato nome e volto rispetto al passato, grazie anche al lavoro nel campo della comunicazione offerto da Vincenzo Castaldi. Il risultato è un luogo che vuole parlare a chi ama Napoli e la sua cucina tradizionale, ma anche a chi cerca una pizza fatta con attenzione e materie prime selezionate, in un ambiente che unisce la storia alla modernità più concreta.
Simone Ciancio dedica molta cura alla preparazione del suo impasto, fondamentale per rendere la pizza digeribile e leggera. La lievitazione dura almeno 36 ore, un processo lento che permette di sviluppare profumi e consistenze senza sacrificare la fragranza. L’idratazione dell’impasto arriva al 70% e viene usata una farina di tipo 1, ricca di fibra, per garantire un prodotto finale sano e ben bilanciato.
La pizza fritta rimane il fiore all’occhiello, con particolare attenzione nella lavorazione per mantenere intatta la tradizione storica. Alcune varianti come la montanara e il crocché completano la proposta fritta, insieme alla frittatina classica e la versione alla Nerano, arricchita da pepe e lime.
Tra le novità c’è anche il “padellino dello chef”, una mini pizza cotta al vapore e poi in forno statico, condita con stracciata di bufala, pomodorini secchi e acciuga. Questa preparazione rappresenta un piccolo esperimento gastronomico che affianca la tradizione del forno a legna.
Le pizze classiche sono presenti, ma non manca un’attenzione particolare a ricette tipiche. La pizza Sant’Antonio, per esempio, è una marinara con pomodoro schiacciato e fettine di salame piccante, scelta che porta gusto deciso e genuino, legato al territorio napoletano.
Non solo pizza, la proposta di Simone Ciancio si estende alla cucina tradizionale napoletana. Nel menù della trattoria si possono trovare piatti come parmigiana di melanzane, pasta e patate, genovese e scarpariello. Queste ricette sono realizzate con ingredienti freschi e rispettano le modalità originali di preparazione, espressione autentica della gastronomia partenopea.
I paccheri con pomodorini e peperoncini verdi arricchiscono ulteriormente la carta, portando sapori forti e decisi, che raccontano Napoli senza eccessi o aggiunte moderne poco coerenti. Anche i dessert restano fedeli alla tradizione. Tra i più richiesti ci sono gli “straccetti crema e amarena”, dolce semplice ma amato, che chiude con dolcezza ogni pasto.
La filosofia del locale suggerisce di offrire tutto il gusto di Napoli in una formula semplice e chiara, capace di incontrare le aspettative di chi cerca sapori veri e una cucina senza fronzoli. Ogni scelta nel menù è legata a prodotti locali e a modalità di cottura consolidate, che rendono omaggio alla storia gastronomica della città.
Napoli continua così a raccontare la propria storia anche attraverso nuove iniziative che affiancano antico e moderno. La sfida di Simone Ciancio al Vomero si inserisce in questo scenario, offrendo una pista concreta per chi cerca esperienza e gusto.
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