Il parco archeologico di Pompei ha ospitato oggi una riunione tra i sindaci e rappresentanti degli 11 comuni inseriti nella nuova buffer zone del sito Unesco “Pompei, Ercolano e Torre Annunziata-Oplonti”. L’area, ampliata nel 2024 su approvazione Unesco, comprende territori che circondano i siti archeologici e ne conservano i valori paesaggistici e storici. Il confronto ha visto la partecipazione di dirigenti dei principali musei e parchi coinvolti, con l’obiettivo di condividere linee guida per la tutela e la crescita del territorio legata al patrimonio culturale.
La buffer zone, definita dall’Unesco, è una fascia di territorio che circonda e protegge un sito patrimonio dell’umanità. Nel caso di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata-Oplonti, questa area di controllo serve a mantenere la relazione visiva e storica tra i monumenti archeologici e i paesaggi urbani e naturali circostanti. In pratica, non si tratta solo di salvaguardare i resti antichi, ma anche il contesto ambientale che li rende un patrimonio riconosciuto a livello mondiale.
L’ultima revisione della buffer zone è stata approvata nel 2024, dopo una lunga istruttoria curata dal parco archeologico di Pompei. In tale ambito sono state coinvolte undici amministrazioni comunali: Pompei, Torre Annunziata, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Scafati, Castellammare di Stabia, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno. Questi territori rappresentano un mosaico complesso di realtà che insieme definiscono l’area di protezione e valorizzazione del patrimonio Unesco. A loro si è aggiunta la presenza del Parco nazionale del Vesuvio, anch’esso parte integrante dell’ecosistema territoriale.
La convocazione è stata organizzata dall’Unità Grande Pompei, guidata dal generale Giovanni Capasso, e ha visto la presenza del direttore Gabriel Zuchtriegel. Erano presenti anche Francesco Sirano, responsabile di Ercolano e neo direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e Mariano Nuzzo, soprintendente dell’area metropolitana di Napoli. I sindaci o assessori delegati dei comuni interessati hanno partecipato con un ruolo attivo, insieme al presidente del Parco nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca.
Questa rete di rappresentanti istituzionali evidenzia la complessità gestionale di un’area che deve affrontare sfide comuni sul fronte della tutela e del turismo. L’intenzione è quella di evitare interventi frammentati, favorendo invece un lavoro coordinato tra enti diversi. Nel corso dell’incontro sono stati portati avanti dialoghi sulle possibilità di scambiare pratiche amministrative, sostenendo una gestione che rispetti le caratteristiche storiche e culturali del territorio vesuviano.
Uno dei punti principali discussi riguarda la comunicazione dei valori Unesco, con l’idea di una diffusione capillare e condivisa che coinvolga tutti i comuni. La comunicazione deve andare oltre i normali canali istituzionali, per diventare un modo per far emergere le peculiarità storiche e ambientali di ogni area. Nel contempo è emersa l’esigenza di definire una normativa omogenea per regolamentare interventi e progetti di sviluppo.
Il confronto ha puntato a mettere a fuoco soluzioni che favoriscano la coesione e l’armonizzazione delle iniziative. Lo scambio di idee e collaborazioni intende far crescere il peso del territorio raccolto nella buffer zone, non solo per il turismo, ma anche per migliorare la qualità di vita dei residenti e gli aspetti produttivi di ogni Comune. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di percorsi condivisi dove gli enti pubblici e le comunità locali possano lavorare a un progetto unico di promozione e gestione.
Tra le criticità al centro del dibattito spicca la rete di trasporto pubblico, soprattutto quella ferroviaria. Il direttore Zuchtriegel ha messo in evidenza come senza un sistema di collegamenti efficiente, non sarà possibile sviluppare una vera “Pompei diffusa”. Questa idea si riferisce al fatto che il patrimonio archeologico non si limita ai resti della città antica, ma include ville romane e aree di scavo anche in altre località, come Castellammare, Oplonti e altre vicine. Tali siti arricchiscono la comprensione storica, ma restano isolati senza un collegamento rapido e regolare.
Zuchtriegel ha ricordato che mentre a Pompei è stato necessario introdurre limiti giornalieri di visita per la sicurezza, gli altri siti hanno spazi ancora ampi per accogliere visitatori. Per questo il miglioramento del trasporto tra Napoli e Salerno diventa strategico. L’obiettivo è una rete che garantisca un servizio diffuso, accessibile e di qualità, che non riservi condizioni diverse tra turisti e pendolari. L’attenzione è rivolta a un trasporto pubblico continuo e democratico, che valorizzi tutte le aree della zona vesuviana e non solo i percorsi turistici più noti.
Al termine della riunione, il generale Giovanni Capasso ha sottolineato la necessità che i soggetti pubblici e istituzionali coinvolti nella buffer zone si impegnino con maggiore convinzione. L’invito riguarda la definizione di una strategia comune che sappia coniugare tutela, sviluppo e sostenibilità. Il coinvolgimento degli stakeholder deve essere più efficace, evitando iniziative isolate e puntando a un lavoro sinergico che guardi a medio e lungo termine.
Capasso ha richiamato l’attenzione sul fatto che senza una partecipazione attiva e coordinata diventa difficile garantire protezione e valorizzazione del vasto patrimonio. La buffer zone, intesa come sistema integrato, resta dunque un progetto aperto, da affinare con decisione nei prossimi mesi. La rete tra comuni, musei e parchi deve consolidarsi, per offrire un modello di gestione capace di mantenere intatte le ricchezze archeologiche, ambientali ed economiche di uno dei territori più significativi d’Italia.
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