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Sovraffollamento carcerario e aumento suicidi, garanti chiedono misure urgenti per Napoli e tutta Italia

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La situazione nelle carceri italiane resta critica, con un sovraffollamento che supera di gran lunga la capienza regolamentare. Suicidi e tensioni crescono nelle strutture, soprattutto in Campania e a Napoli dove la gestione dei detenuti è al limite. Da più parti si alza una richiesta pressante per interventi immediati sul piano della liberazione anticipata e della sicurezza sanitaria e sociale. La mobilitazione nazionale organizzata davanti al tribunale e al carcere di Poggioreale mette in luce dati che fotografano un sistema penitenziario in crisi.

Numeri e condizioni nelle carceri italiane, con focus su campania e poggioreale

Secondo i dati comunicati da Samuele Ciambriello, garante regionale per la Campania, il totale dei detenuti in tutta Italia è di 62.723 persone, mentre i posti ufficialmente disponibili sono 46.706. Questa differenza crea sovraffollamento in molte strutture. Solo in Campania i detenuti sono 7.571, contro 5.497 posti; nel carcere di Poggioreale la situazione è ancora più grave, con 2.066 detenuti per una capienza di 1.300.

Le difficoltà aumentano a causa dell’inagibilità di alcune camere e persino di intere sezioni detentive, peggiorando condizioni di vita e sicurezza all’interno delle carceri. Il sovraffollamento finisce per avere conseguenze immediate e drammatiche. Tra i detenuti, vi sono 9.261 persone con meno di un anno di pena residua, cioè che dovrebbero lasciare la detenzione entro breve, e in Campania questi sono 904. Questi numeri evidenziano come il sistema non riesce a gestire il ricambio dentro le strutture.

Richieste di intervento per la liberazione anticipata e misure deflattive

Durante la manifestazione a Napoli, i Garanti territoriali hanno chiesto al governo di intervenire con provvedimenti concreti ed immediati. Tra le proposte più urgenti c’è l’aumento da 45 a 75 giorni della liberazione anticipata prevista ogni sei mesi per i detenuti. Questa misura permetterebbe di ridurre la pressione sulle carceri, soprattutto per le persone con pena residua breve.

Si ricorda che una misura similare è stata applicata durante la pandemia di Covid-19, per contenere il rischio di contagio in ambienti chiusi come le carceri. In passato, negli anni 2003 e 2010, il governo Berlusconi aveva adottato provvedimenti deflattivi simili per scaricare il sovraffollamento. Ciambriello ha inoltre ricordato come la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia sanzionato l’Italia per la situazione inaccettabile delle carceri italiane, imponendo interventi urgenti.

Carenza di personale e problemi legati alla sicurezza e cura nelle carceri

Uno dei problemi più sentiti dal garante riguarda la mancanza di personale. Mancano agenti di polizia penitenziaria, educatori, medici e pedagogisti nelle carceri, un deficit che pesa sulle condizioni di vita quotidiane dei detenuti e sulla sicurezza del personale stesso. Questa assenza di figure fondamentali contribuisce a creare un clima teso.

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Le carenze umane si traducono in meno controlli, minor assistenza psicologica e sanitaria e peggiorano la gestione dei detenuti, già spremuti dal sovraffollamento e da strutture non sempre idonee o in parte inagibili. L’effetto è un aumento dei casi di disagio e rischi di incidenti o episodi gravi come i suicidi.

Mobilitazione a napoli e presenza di istituzioni e associazioni

Il presidio organizzato davanti al tribunale e alla porta del carcere di Poggioreale ha visto la partecipazione di numerosi soggetti. L’iniziativa è stata promossa dal garante regionale dei detenuti e da quello comunale, don Tonino Palmese, insieme a realtà come la Pastorale Carceraria della diocesi di Napoli, la Camera Penale, il Movimento Forense e l’ordine degli avvocati di Napoli Nord.

Erano presenti anche figure istituzionali come il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero e il consigliere Pasquale Di Fenza, oltre a rappresentanti di associazioni e familiari di persone detenute. Anche il noto missionario padre Alex Zanotelli ha partecipato alla manifestazione, che ha avuto lo scopo di richiamare l’attenzione pubblica e politica su problemi ormai insostenibili.

I dati e le richieste raccolte nel corso della mobilitazione confermano un quadro complesso, segnato da un’emergenza sociale che riguarda non solo i detenuti, ma tutta la comunità che chiede risposte urgenti e azioni concrete sulle carceri italiane.

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